Ritrovata a Gragnano una Madonna con Bambino di Botticelli. Dopo il restauro, sarà esposta a Napoli

Del dipinto, di cui si dovrà accertare la legittimità della proprietà privata, si erano perse le tracce più di cinquant’anni fa. In pessime condizioni di conservazione, sarà restaurato. Alla fine del Quattrocento potrebbe essere arrivato in Campania per mano di papa Sisto IV

Sarà necessario un anno perché tutti possano tornare ad ammirarla, dopo il restauro necessario a mettere in sicurezza l’opera. Ma la notizia che arriva da Gragnano, alle porte di Napoli – proprio mentre in città inaugura l’esposizione temporanea (fino al 31 gennaio 2024) dell’Adorazione dei Magi di Sandro Botticelli, in arrivo dagli Uffizi, presso il Museo diocesano di Donnaregina – già desta grande soddisfazione tra gli addetti ai lavori del mondo dell’arte.

Il ritrovamento della Madonna con Bambino di Botticelli, Soprintendenza ABAP
Il ritrovamento della Madonna con Bambino di Botticelli, Soprintendenza ABAP

La Madonna con Bambino di Botticelli ritrovata

Dopo più di cinquant’anni, infatti, si riscopre un dipinto del Botticelli (Firenze, 1445 – 1510) che aveva fatto perdere le sue tracce: rinvenuta in un’abitazione privata di Gragnano, la Madonna con Bambino del pittore rinascimentale – più volte alle prese con il soggetto di maggior successo nell’ambito dell’arte sacra quattrocentesca – è stata riconsegnata alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’area metropolitana di Napoli dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale del capoluogo campano, il cui lavoro è stato essenziale per recuperare il dipinto (di cui, a onor di cronaca, si è fatta spesso menzione in guide e pubblicazioni degli ultimi anni, riferite all’area di Gragnano). Oltre al rinvenimento, l’operazione ha infatti comportato l’immediato ritiro in custodia dell’opera, giudicata a rischio per le condizioni in cui versa.

Sandro Botticelli, Madonna con Bambino, fino XV secolo
Sandro Botticelli, Madonna con Bambino, fino XV secolo

La Madonna con Bambino di Botticelli: la proprietà e il restauro

Collocata in origine nella chiesa di Santa Maria delle Grazie a Santa Maria la Carità (Napoli), la tela, datata alla fine del XV secolo – dunque risalente con buona probabilità alla fase matura dell’attività dell’artista, con interventi attribuibili anche alla sua bottega – era più di recente entrata a far parte della collezione privata della famiglia Somma, vincolata con regio decreto risalente al 1931 (confermato nel 1941, e poi nel 1968, a tutela del grande valore dell’opera, che supererebbe i 100 milioni di euro), prima che se ne smarrisse memoria. Alle autorità ora spetterà accertare se la proprietà della famiglia Somma è confermata da regolare documentazione; in caso contrario il dipinto passerà sotto la tutela dello Stato italiano.
Al pessimo stato di conservazione, intanto, dovrà porre rimedio l’Istituto Centrale per il Restauro, chiamato a consolidare la pellicola pittorica – che attualmente presenta molti distacchi e cadute di colore – e a sanare le alterazioni cromatiche dovute a ridipinture (rivelate da una prima analisi a luce radente e a raggi UV) e ossidazione delle vernici protettive applicate nel corso degli anni. Al termine del restauro, l’opera sarà esposta a Napoli in modo permanente, in un museo ancora da individuare, anche se ne dovesse essere accertata la legittima proprietà privata.

La storia del dipinto ritrovato di Botticelli

Nel frattempo si cerca di ricostruire le vicende del dipinto, finora ancora incerte. Secondo lo storico Peppe Di Massa, intervistato da La Repubblica a seguito della riscoperta dell’opera, Botticelli avrebbe riportato nella Madonna le fattezze della sua musa e amata Simonetta Cattaneo Vespucci, scomparsa all’età di 23 anni. L’opera – già censita nel 2011 in un libro sul patrimonio artistico di Gragnano e dei Monti Lattari, che dedicava un focus proprio alla grande mole di opere d’arte trafugate sul territorio – è citata anche nella biografia di Botticelli pubblicata nel 1989 dall’inglese Ronald W. Lightbown, tra i massimi esperti del maestro fiorentino: nel testo, l’autore attribuisce l’arrivo della tela a Santa Maria la Carità a papa Sisto IV, cui lo stesso Botticelli avrebbe donato quella Madonna con Bambino a lui tanto cara. Dietro al gesto del pontefice, il tentativo di ingraziarsi la famiglia dei Medici (per finanziare il completamento della Cappella Sistina), che a quel tempo stavano acquistando alcune proprietà nella campagna napoletana per produrre vino.

Livia Montagnoli

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