Eva Degl’Innocenti lascia la direzione dal MArTa di Taranto dopo 7 anni

Nel bilancio di fine mandato, dopo anni di intensa direzione, l’archeologa toscana ripercorre i traguardi raggiunti e anticipa gli obiettivi futuri del MArTa. Tante novità per il 2023

Da Taranto a Bologna. Il 2023 di Eva Degl’Innocenti segnerà l’esordio della direttrice uscente del Museo Archeologico di Taranto alla guida dei Musei civici del capoluogo emiliano. Alla fine del suo mandato alla direzione del MArTa, Degl’Innocenti traccia un bilancio dell’incarico che l’ha portata a valorizzare – nell’alveo di un piano strategico votato a esprimere le potenzialità di uno tra i venti musei ad autonomia speciale d’Italia, diventato tale proprio in concomitanza con il suo mandato – una politica culturale basata non su una visione passatista dell’archeologia, ma su un dialogo proficuo con la contemporaneità.

Museo MArTA, Taranto

Museo MArTA, Taranto

UN MUSEO ARCHEOLOGICO PROIETTATO VERSO IL FUTURO

L’archeologia ha un valore importantissimo perché, intanto, ci aiuta a conoscere gli uomini e le donne che ci hanno preceduto, determinando quindi un legame identitario con il nostro passato. Come diceva il mio grande maestro Riccardo Francovich, purtroppo deceduto qualche anno fa: ‘L’archeologia ci serve a comprendere, a conoscere il nostro passato per conoscere il nostro presente e per costruire il nostro futuro’”, spiegava l’archeologa toscana un anno fa, in occasione di un’intervista rilasciata ad Artribune. In quel frangente, Degl’Innocenti sottolineava i meriti del lavoro di squadra e di co-progettazione di qualità con il territorio, alla base della molteplicità di proposte e attività promosse negli ultimi anni dal museo archeologico tarantino, concepito, nell’idea della direttrice uscente, come “un’agorà del XXI secolo”. In questa direzione, alla guida del MArTa dal 2015, Degl’Innocenti si è spesa per sottoscrivere protocolli d’intesa e convenzioni con istituti scolastici, atenei, centri di ricerca sia italiani che stranieri e per stringere un legame con l’associazionismo del territorio e gli stakeholder economici. Facendo dell’istituzione tarantina un motore di sviluppo economico, oltre che culturale, di cui il territorio ha beneficiato anche in termini occupazionali.  “Abbiamo cercato di lavorare su un concetto importante: il passato serve per il futuro”, sottolinea nel suo discorso di commiato l’archeologa “Taranto è sempre stata importante nel passato e nella storia contemporanea, ma quando sono arrivata mi sembrava che la città avesse perduto la sua memoria. Abbiamo creduto tutti quanti in questa scommessa, il museo è diventato un museo di comunità, perché inclusione e accoglienza non sono attività in contraddizione con la ricerca. L’innovazione più importante è quella sociale, e il museo dev’essere strumento di governance territoriale. Nello specifico, la ricerca deve essere declinata non solo in convegni e pubblicazioni, l’archeologia deve parlare a tutti. La nostra vittoria è stata quella di far diventare il MArTa un luogo di tutti e per tutti”.

Sala Atleta. Museo MArTA, Taranto

Sala Atleta. Museo MArTA, Taranto

IL MARTA DI EVA DEGL’INNOCENTI

Guardando a quanto è stato fatto, la direttrice uscente si sofferma sulla proficua collaborazione con l’università (“non volevamo un museo contenitore, l’università è stata per noi importantissima”) e sull’ambiziosa politica espositiva che ha portato alla curatela interna di mostre importanti, aperte al dialogo tra passato e presente. Ma anche, in primo luogo, sull’importanza della ricerca (trasparente e condivisa tramite pubblicazioni scientifiche), che ha permesso di valorizzare il patrimonio dei depositi (150mila reperti, rispetto ai “soli” 7mila attualmente esposti), coinvolgendo nelle attività di restauro le Accademie di Belle Arti regionali, sotto la guida del laboratorio del museo, che ha assunto così anche un lungimirante ruolo formativo. Non meno essenziale, per restituire linfa a un museo dalle grandi potenzialità, è stato il rapporto con le imprese e i privati “in una visione collettiva di pubblico-privato, su cui deve poter contare anche un museo statale”. Per quel che riguarda l’attività di conservazione (“mai in contrapposizione con la valorizzazione”), con Eva Degl’Innocenti il museo archeologico di Taranto ha intrapreso un capillare sforzo di catalogazione e digitalizzazione, che nel 2023 porterà alla messa online di un database di 40mila opere.

Testa femminile in terracotta, IV sec. a.C., dettaglio. Museo MArTA, Taranto

Testa femminile in terracotta, IV sec. a.C., dettaglio. Museo MArTA, Taranto

IL 2023 DEL MARTA DI TARANTO

I finanziamenti europei – non ultimi i fondi previsti dal PNRR –  insieme alle attività di fundraising, hanno inoltre permesso di alimentare una serie di operazioni che nei prossimi mesi renderanno più funzionale e piacevole la fruizione del museo. Oltre alla digitalizzazione, infatti, si è lavorato sul nuovo allestimento che vedrà la luce nel corso del 2023 (insieme sotto il cappello del progetto Marta 3.0). Contribuiranno anche il restyling del chiostro interno, ripensato nella sua dimensione vegetale, oltre all’inaugurazione di una caffetteria adiacente alla nuova hall e alla riapertura dell’ingresso su corso Umberto. Ma il prossimo anno la struttura completerà anche l’efficientamento energetico, con il traguardo di un impianto fotovoltaico sul tetto, oltre a implementare il sistema di videosorveglianza. A proposito di accessibilità, invece, si concretizzerà presto il programma MArTa for all, con la creazione di percorsi facilitati. E se da un lato si passano in rassegna i traguardi raggiunti – dai numeri in crescita (+119% rispetto ai ricavi del 2015 e +60% degli introiti del museo durante la pandemia grazie al lancio di un tour virtuale 3d, fruibile dietro donazione) al successo di nuove strategie di comunicazione social – dall’altro si guarda con fiducia al futuro: “L’attività si concentrerà sulla ricerca, sulla creazione di percorsi di realtà virtuale e aumentata, sul restauro del monetiere, sulla curatela di mostre, a partire dal progetto sulla Puglia bizantina che sarà allestito nel 2023, sui progetti editoriali. Chi verrà dopo di me avrà un compito facilitato da una programmazione che è previsionale, ma ben orientata. Personalmente mi dispiace molto lasciare il museo, sono stati sette anni intensi e c’è stato un legame importante con la città. Ma Bologna e Taranto stanno stipulando un protocollo di intesa, per cui avremo modo di continuare a lavorare insieme. Ricordando che senza la città e la comunità non avremmo raggiunto questi obiettivi, possiamo essere tutti orgogliosi di essere figli di questa grande capitale del mediterraneo antico”. Il successore di Eva Degl’Innocenti, ancora non definito, sarà designato attraverso selezione pubblica europea.

Livia Montagnoli

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