Jesi ai tempi di Federico II: un video racconta un’importante scoperta archeologica nelle Marche

Ritrovati sotto la pavimentazione di Piazza Colocci, i resti di un passato inaspettato e di una storia ancora da approfondire. Il video che racconta la scoperta.

Nella città natale di Federico II, Jesi, a seguito dei lavori di riqualificazione per la pavimentazione di Piazza Colocci, iniziati qualche mese fa nel centro storico, tra la quinta di Palazzo della Signoria e dello stesso Palazzo Colocci, sono emerse le strutture di un quartiere medievale, risalenti proprio al periodo dell’imperatore Stupor Mundi. All’interno delle strutture murarie rinvenute sotto la piazza, i saggi di scavo hanno riportato alla luce i piani di vita delle case, con i resti delle pavimentazioni in tavole di legno carbonizzate e i focolari per la cottura degli alimenti.

LE IPOTESI DEGLI ARCHEOLOGI

Gli archeologi hanno potuto già avanzare ipotesi sulle numerose fasi di vita non ancora conosciute dell’aspetto urbano della città di Jesi, le due più importanti legate alle botteghe del XIII secolo, al loro riutilizzo come fondazioni per il Palazzo del Comune e alla totale demolizione di quest’ultimo per la costruzione del Palazzo della Signoria. Il taglio netto al livello della piazza attuale, secondo gli studiosi, testimonia la volontà di ricavare uno spazio aperto per valorizzare il Palazzo della Signoria, uno tra i più belli delle Marche, progettato dal senese Francesco di Giorgio Martini. Dagli attuali scavi che evidenziano come siano stati rasi al suolo degli edifici per permettere la realizzazione di Palazzo della Signoria”, ha spiegato il Soprintendente regionale della Marche, Carlo Birrozzi durante la sua visita al cantiere. “Ben emerge la volontà della Jesi del ‘400 di rinnovarsi profondamente per rafforzare il ruolo di città leader del territorio. Ora, grazie a queste nuove scoperte, abbiamo la possibilità di conoscere cosa c’era prima, nei secoli XI e XII: l’età appunto dell’imperatore Svevo”.

LE VISITE GUIDATE AL CANTIERE

Per la prima volta nella storia dell’archeologia marchigiana, grazie alla disponibilità della Soprintendenza Archeologie Belle Arti e Paesaggio delle Marche e del Comune di Jesi è stato possibile organizzare delle visite guidate a cantiere aperto, che hanno suscitato un enorme interesse tra cittadini e turisti contando in pochi giorni oltre 400 presenze. Sono proprio gli archeologi impegnati negli scavi ad accompagnare i visitatori, spiegando i molti aspetti sconosciuti e avvincenti del loro lavoro di ricerca. Si intravede inoltre anche la possibilità di una ricostruzione digitale per creare una speciale sezione virtuale, magari da inserire all’interno nel nuovo museo archeologico, mentre vivaci dibattiti stanno prendono piede sul futuro dei ritrovamenti e della loro collocazione.

– Silvia Papa

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Silvia Papa

Silvia Papa

Storico dell’arte. Laureata in Storia e Conservazione dei Beni Culturali – indirizzo Storico Artistico – con una tesi quadriennale in Museologia e una seconda Laurea in Lettere con una tesi in Storia della lingua italiana, ha studiato all’Università di Copenhagen…

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