Cinquecento anni di Palazzo Te a Mantova. Una festa lunga a un anno che diventa anche l’etichetta di un vino
Si consolida la collaborazione con Villa Della Torre con il nuovo Amarone della Valpolicella dedicato alla Camera del Sole e della Luna. E intanto prosegue l'anno delle celebrazioni, con grandi prestiti, videoinstallazioni ambientali e riaperture di spazi non più accessibili

È una nuova celebrazione della straordinaria visione di Palazzo Te l’ultimo vino nato dalla collaborazione tra il museo mantovano e la cantina veneta Villa della Torre. L’Amarone della Valpolicella dedicato alla Camera del Sole e della Luna arriva infatti nel mezzo dei festeggiamenti per i cinquecento anni del capolavoro di Giulio Romano, architetto coinvolto da Federico II Gonzaga nella creazione di una dimora principesca dal sapore mitologico ed erotico.
È la terza bottiglia a essere lanciata insieme alla cantina della famiglia Mastella Allegrini, dopo quelle dedicate alle più famose stanze di Romano nel palazzo – la Camera con la Favola di Amore e Psiche e la Camera della Caduta dei Giganti –, e viene affiancata da una preziosa edizione del Gioco dell’Oca illustrata dall’artista Flaminia Veronesi con il nome de Il Gioco del Ramarro (animale-simbolo di Gonzaga).
I cinquecento anni di Palazzo Te
Una nuova occasione di festa per Palazzo Te, quella “spettacolare macchina scenica e teatrale”, come ricordato dal direttore Stefano Baia Curioni, che ancora vive di una grandezza palpabile, ancora di più nell’anno del suo Cinquecentenario. Un’occasione unica, per cui la Fondazione Palazzo Te ha deciso di organizzare mostre e progetti speciali. La prima esposizione, in chiusura il 29 giugno, è Dal caos al cosmo. Metamorfosi a Palazzo Te. Pensata per evidenziare l’identità della dimora gonzaghesca come opera d’arte totale, la mostra (a cura di Claudia Cieri Via) offre un percorso di visita rinnovato da una selezione di grandi opere rinascimentali in prestito dal Louvre, dall’Albertina di Vienna, dal Prado, dalla Galleria Borghese e dagli Uffizi. Compresa la suggestiva Danae di Correggio nata proprio per questo palazzo, luogo di seduzione e suggestione per eccellenza, e oggi conservata a Roma.
La grande videoinstallazione di Isaac Julien alle Fruttiere e il Labirinto nel Giardino dell’Esedra
Il vero cuore delle celebrazioni cadrà il prossimo ottobre, quando aprirà il progetto espositivo di Isaac Julien curato da Lorenzo Giusti per gli spazi delle Fruttiere, che verranno riaperte dopo un lungo e accurato restauro. Qui Julien – che ha già esposto al MoMA, all’Art Institute di Chicago e al Centre Pompidou – creerà un’opera originale in continuità con Palazzo Te, interpretandolo (sempre in assonanza con Romano) attraverso il rapporto passato/presente e Uomo/Natura, per realizzare una videoinstallazione multicanale di dimensioni ambientali.
Recuperando la dimensione scenografica di festa propria di Palazzo Te, che due volte accolse in pompa magna l’Imperatore Carlo V, alla fine del 2025 Balich Wonder Studio aprirà infine Il Labirinto, negli spazi del Giardino dell’Esedra (al centro di un intervento di illuminazione). Uno spazio tridimensionale, ispirato alle simmetrie e alle geometrie del Palazzo, oltre la cui soglia addentrarsi per accedere a una stanza segreta.
Lo splendore di Palazzo Te in un calendario di eventi
La programmazione include, per tutto l’anno, anche un fitto calendario di concerti di musica classica e contemporanea, performance teatrali, spettacoli di danza, reading, residenze per artisti e laboratori didattici (con tre nuove aule seminariali), tutti declinati sul tema delle Metamorfosi. Che è un po’ l’identità di Palazzo Te, un’utopia artistica destinata, sin dalla sua creazione, a cambiare la storia dell’architettura e della pittura italiane ed europee.
Giulia Giaume
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