Città a misura d’ape. Al MUSE di Trento si esplorano le relazioni tra uomo e natura in città

Il museo della scienza trentino si concentra sull’importanza degli insetti impollinatori, dedicando una mostra alle api e alla loro fragilità. Occasione per indicare soluzioni di progettazione per la città del futuro

Non è nuovo a occuparsi di “natura urbana” il MUSE di Trento, che festeggia nel 2023 i suoi primi dieci anni di vita. Il museo della scienza progettato da Renzo Piano concentra le sue attività su natura, tecnologia, sostenibilità (con un focus sulla montagna), articolando l’impegno tra mostre, laboratori e ricerca scientifica; e ha premiato, in questi anni, la capacità di connettersi con i temi della contemporaneità, offrendo una piattaforma di dibattito su buone pratiche, prospettive per il futuro, urgenze che richiedono di essere affrontate. 

Città a misura d'ape. Photo: Luca Mazzocchi
Città a misura d’ape. Photo: Luca Mazzocchi

Una città a misura d’ape: la mostra al MUSE

In quest’ottica, la primavera scorsa, il museo ha avviato un ciclo di appuntamenti (Wild City) che indagano il rapporto tra l’uomo e le altre specie in una dimensione antropizzata, nel perimetro delle città. Una relazione a volte conflittuale (pensiamo all’invasione di cinghiali che fa notizia nelle cronache di molti centri abitati italiani), che più spesso può rivelarsi una risorsa, a patto di saper configurare delle strategie di convivenza, su cui disegnare la città del futuro. Con l’inizio di settembre (e fino al 15 ottobre) si apre un nuovo capitolo di questa esplorazione degli ambienti urbanizzati da una prospettiva che sia differente da quella umana: Città a misura d’ape. Alla ricerca di possibili equilibri è la mostra che concretizza il focus sulla fragilità e l’utilità delle api, cercando di ispirare buone pratiche per rendere le nostre città accoglienti per questi essenziali insetti impollinatori, minacciati dall’uso eccessivo di pesticidi, dall’inquinamento e dai cambiamenti climatici.
Nel giardino del MUSE, l’esposizione si sviluppa attraverso le fotografie di Luca Mazzocchi e Nicola Orempuller, offrendo approfondimenti tematici su api sociali e solitarie che vivono nei contesti urbani. Il polo trentino è già da tempo impegnato a sollecitare l’opinione pubblica sull’importanza degli impollinatori per la sopravvivenza degli ecosistemi e la tutela della biodiversità: nell’orto del museo è stato realizzato un “grand hotel” per insetti, mentre con il progetto BeeTrento i ricercatori del MUSE si impegnano a monitorare la qualità ambientale della città di Trento attraverso l’analisi dei pollini raccolti dalle api mellifiche nell’area urbana. Operazioni di salvaguardia di una specie in pericolo in tutto il mondo che trovano riscontro in un numero sempre più nutrito di città italiane, dove le amministrazioni locali adottano soluzioni urbanistiche sostenibili e creano habitat pensati per favorire l’esistenza delle api. La mostra, a ingresso libero, affronta i temi del verde urbano (partendo dal caso di studio di Trento) e dell’impollinazione come fonte della vita e dell’evoluzione in natura, si concentra sulla capacità organizzativa delle api e sulle sfide che devono affrontare per sopravvivere. Fornisce poi consigli utili per agire individualmente, implementando la biodiversità di giardini e terrazzi cittadini (anche attraverso la creazione di hotel per gli insetti, come quello realizzato al MUSE). 

Livia Montagnoli

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