Lucerna a Milano. La nuova galleria in un bunker sotterraneo che non vuole farsi vedere

Il progetto ha esordito in sordina alla fine del 2022 e ora si appresta a inaugurare la mostra di Giulia Cenci. Lo spazio, ospitato all’interno dello studio Le Dictateur, è una sorta di bunker che valorizza la sperimentazione artistica

Lucerna è lo studio di un curatore, un luogo in cui sperimentare in maniera privata aprendo talvolta al pubblico e ospitando progetti informali ed estemporanei”. Il sottile equilibrio tra dimensione privata e pubblica è l’elemento caratterizzante del progetto avviato da Antonio Grulli a Milano, nello spazio sotterraneo che si svela solo a chi mostra la curiosità di scoprirlo – cercandolo e assumendo l’impegno di viverlo in prima persona, in presenza – al piano interrato dello studio Le Dictateur, di Federico Pepe. “Quando Federico mi ha mostrato lo spazio” racconta Grulli a distanza di qualche mese dall’avvio del progetto “sono rimasto colpito dal fatto che si presentasse come una sorta di bunker, sviluppato per una quindicina di metri in lunghezza, largo meno di tre metri, con il soffitto non troppo alto, visivamente molto impattante. Noi l’abbiamo rivestito tutto in legno, con l’idea di utilizzarlo per mostrare progetti che altrove è difficile vedere”.

Lo studio Pepe Le Dictateur sopra Lucerna

Lo studio Pepe Le Dictateur sopra Lucerna

LUCERNA A MILANO. LO STUDIO DI UN CURATORE

La peculiarità di Lucerna – che deve il suo nome alla città svizzera custode dell’ex bunker civile più grande del mondo, ma anche alla volontà di rischiarare le tenebre con il fuoco dell’arte – è quella di non porsi limiti. E per questo di ragionare fuori dagli schemi. Innanzitutto condividendo con il pubblico lo studio di un curatore che assurge al ruolo di luogo di scambio, incontro e scontro intellettuale, oltre che di spazio di apprendimento, come solitamente ci si aspetta dallo studio di un artista. “Se la mostra è il linguaggio di un curatore, perché lo studio di un curatore non può essere un luogo di sperimentazione espositiva, di arrangiamento di materiali e idee non ancora del tutto finite? Perché questo luogo non può essere uno spazio in cui non solo il rischio ha cittadinanza ma ne è lo strumento principale?”, si domanda il Manifesto di Lucerna. A dicembre scorso, lo spazio ha ospitato il suo primo progetto curatoriale – un’installazione di Flavio Favelli che recuperava locandine da cinema porno degli Anni Ottanta affisse ‘di spalle’ – distrutta alla fine della mostra, di cui non esiste alcuna documentazione. Lucerna, del resto, è un rifugio sotterraneo per l’arte, “dove ripararsi dalla troppa visibilità, di cui si può quasi morire”, nella città dell’ipervisibilità: “Per vedere cosa accade all’interno di Lucerna devi essere all’interno di Lucerna, con il tuo corpo e i tuoi sensi, nel momento esatto in cui accade”, sottolinea un passaggio essenziale del Manifesto.

Gli spazi de Le Dictateur a Milano

Gli spazi de Le Dictateur a Milano

L’ARTE DA VIVERE IN PRIMA PERSONA

Questo vuole essere un luogo in cui riappropriarsi di una vicinanza fisica tra le persone e le opere, così come tra le persone stesse. Oggi, soprattutto a Milano, la comunicazione può essere esasperata, anche quando il contenuto è debole; ci piacerebbe invece ribadire l’importanza della fruizione e offrire la possibilità di incontrarsi, con tempi diversi, in uno spazio intimo, ma non esclusivo, improntato alle dinamiche di uno studio d’artista, da cui mutuiamo la velocità e l’elasticità. E l’assenza di regole, la voglia di sperimentare con gli artisti”, spiega Grulli. “La comunicazione, invece, impone delle regole: basti pensare al dominio della fotogenia nell’epoca dei social network. Gli ultimi decenni sono serviti a demolire l’idea di bello, ma oggi facciamo i conti con il predominio del fotogenico e con il rischio di appiattire tutto quanto è complesso. L’arte spesso si è mossa su direttrici diverse: la complessità, l’ambiguità, il mistero”. La prossima artista a confrontarsi con lo spazio sarà Giulia Cenci: “Come il precedente, anche questo progetto è disegnato sulle caratteristiche di Lucerna. Noi invitiamo gli artisti a utilizzare questo spazio come palestra di sperimentazione, Giulia Cenci presenterà un lavoro che include anche materiale organico, un’evoluzione rispetto a ciò che ha fatto in passato”. L’inaugurazione è in programma per mercoledì 12 aprile, dalle 18 alle 21. Poi lo spazio sarà aperto su appuntamento. E in futuro si procederà con cadenza irregolare: “Faremo qualsiasi tipo di cosa, nel momento esatto in cui ne abbiamo voglia. Gli eventi potranno avere la durata di pochi secondi così come di un anno, senza alcuna restrizione di tempo”, si legge tra le linee programmatiche del Manifesto, che è anche inno all’estemporaneità del fare artistico: “Sarà uno spazio aperto all’improvvisazione, e i progetti potranno essere organizzati nell’arco di mesi, così come di poche ore”.

Lucerna, in coerenza con quanto spiegato sopra, non ha sito web, né pagine social. Ma è sufficiente conoscere il suo indirizzo fisico: via Melzo 34, Milano: “Per accedere allo spazio, suonare ‘Le Dictateur Studio’, entrare nel cortile e andare a sinistra”.

Livia Montagnoli

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