Ecco come sarà la prossima Biennale d’arte contemporanea di Gwangiu

Sarà un’occasione per riflettere sui concetti di solidarietà e trasformazione sociale, alla luce dei cambiamenti portati dalla pandemia e delle questioni ambientali che minacciano la sopravvivenza del pianeta

Soft and Weak Like Water, questo il poetico titolo scelto per la 14esima Biennale di Gwangiu, che si svolgerà nella cittadina sudcoreana dal 7 aprile al 9 luglio 2023. A circa sei mesi dall’apertura della Biennale sono stati svelati i primi nomi degli artisti che vi prenderanno parte, quali Latifa Echakhch, María Magdalena Campos-Pons, Vivian Suter, Guadalupe Maravilla, Emily Kame Kngwarreye, Lucia Nogueira, e Kim Lim. In totale saranno 58 gli artisti selezionati, in rappresentanza dei cinque continenti, a ribadire il carattere globale della rassegna sudcoreana. Alcuni di loro collaboreranno con le realtà culturali locali, ad esempio la newyorkese Aliza Niesenbaum realizzerà una performance con la compagnia teatrale Shinmyeong. La Biennale del 2023 ruota attorno a quattro argomenti: Luminous Halo esamina il perdurante Spirito Gwangju, come modello di solidarietà e resistenza; Ancestral Voices presenta artisti che utilizzano e reinterpretano le proprie tradizioni culturali come un mezzo per sfidare l’ipocrisia e il pensiero unico massificante; Transient Sovereignty esplora i temi e le questioni postcoloniali della migrazione e della diaspora; Planetary Time immagina una visione planetaria per riflettere sulle emergenze ecologiche e la protezione dell’ambiente.

BIENNALE DI GWANGIU 2023: IL PROGETTO

La 14esima Biennale di Gwangju è curata dalla direttrice artistica Sook-Kyung Lee, con la collaborazione di Kerryn Greenberg, Sooyoung Leam e Harry Choi; alla base del progetto c’è l’identificazione del Pianeta Terra come un luogo di resistenza, convivenza, solidarietà, pensando al potenziale trasformativo e curativo dell’acqua come metafora, mezzo e metodo. Sin dal titolo, la Biennale celebra un modello acquoso di potere che produce cambiamento, non con effetto immediato ma con perseveranza, fluendo attraverso il confronto e l’incontro di differenze strutturali e culturali. Abbracciando contraddizioni e paradossi, il tema della Biennale mette in luce la capacità dell’arte di permeare in profondità nell’individuo e nel collettivo, così da permettere di navigare attraverso le complessità del mondo con un senso di consapevolezza e di orientamento. Un altro obiettivo chiave della Biennale è affrontare l’identificazione storica di Gwangju come Yehyang (藝鄕, una regione di arte e cultura), rinomata per la sua arte calligrafica, la pittura a inchiostro, gli oggetti in lacca e altre antiche produzioni tradizionali. Come ha dichiarato la direttrice artistica Sook-Kyung Lee, “i recenti eventi di portata globale, come la pandemia e le guerre, i cambiamenti climatici e il riemergere del nazionalismo mi hanno portata a riflettere profondamente sul ruolo dell’arte in questo mondo che affronta rapidi e costanti cambiamenti”.

Niccolò Lucarelli

https://www.gwangjubiennale.org/en/index.do

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Niccolò Lucarelli

Niccolò Lucarelli

Laureato in Studi Internazionali, è curatore, critico d’arte, di teatro e di jazz, e saggista di storia militare. Scrive su varie riviste di settore, cercando di fissare sulla pagina quella bellezza che, a ben guardare, ancora esiste nel mondo.

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