I tanti volti di André Derain in mostra a Mendrisio

La stagione espositiva autunnale del Museo d’arte Mendrisio include una grande retrospettiva dedicata al francese André Derain.

Al Museo d’arte Mendrisio è in mostra André Derain (Chatou, 1880 – Garches, 1954), artista francese, sperimentatore controcorrente della post avanguardia, che insieme a Picasso e Matisse ha influenzato le maggiori correnti della pittura moderna e contemporanea.

LA MOSTRA SU DERAIN

Curata da Simone Soldini, Francesco Poli e Barbara Paltenghi, la mostra tematica si snoda lungo l’intero perimetro del primo piano del museo, aprendosi su una lunga stanza gialla, che ospita, a sinistra, le opere realizzate per il teatro, una fila centrale di teche in vetro con le sculture, e, a destra, il compendium di fotografie. Queste ultime rappresentano l’aspetto più misterioso della produzione di Derain, influenzate da Man Ray e dalla corrente surrealista. Nelle sale attigue si concentrano le opere pittoriche, i paesaggi, i ritratti e le nature morte. Ogni raccolta proposta evidenzia sia la straordinaria capacità dell’artista di appropriarsi del lessico di uno stile, sia il profondo contributo alle diverse correnti del Novecento.

André Derain, Geneviève à la pomme, 1936 37 o 1937 38, olio su tela, 92x73 cm. Collezione Geneviève Taillade © 2020, ProLitteris, Zurich

André Derain, Geneviève à la pomme, 1936 37 o 1937 38, olio su tela, 92×73 cm. Collezione Geneviève Taillade © 2020, ProLitteris, Zurich

LA VITA DI DERAIN

Derain è amico Matisse e Maurice de Vlaminck, compagni di scuola d’arte; nel 1905 le mostre al Salon d’Automne e al Salon des Indépendants lo classificano nella corrente Fauve. Il suo animo tuttavia è inquieto: “Allergico alle teorie, ma vero nella sua arte”, come sostiene Duchamp, spinto dal desiderio di sperimentare nuovi canoni estetici e stilistici all’interno della pittura e scultura. Alberto Giacometti è colpito dal suo estro, dalla “capacità di scorgere l’essenza dietro la realtà apparente delle cose” e, a partire dal 1936, ne diventa amico ed estimatore. I due conflitti mondiali influenzano la vita di Derain e le sue riflessioni artistiche; in seguito al viaggio in Germania per riconquistare la casa confiscata dai tedeschi, viene tacciato di presunta adesione al nazismo. Da quel momento, fino ai giorni nostri, la sua fama cade nell’oblio.

André Derain, Senza titolo, 1906 07, ceramica, h. 25.5 cm. Collezione privata © 2020, ProLitteris, Zurich

André Derain, Senza titolo, 1906 07, ceramica, h. 25.5 cm. Collezione privata © 2020, ProLitteris, Zurich

DERAIN E IL TEATRO

Nonostante la sperimentazione costante di stili, che assorbe e fa propri, dal post avanguardismo, al proto Cubismo, alla ripresa e riformulazione moderna, atemporale, di canoni classici e bizantini, vi è un punto fermo nella storia di Derain: il teatro. Musicista, suona il clavicembalo e colleziona opere dell’Ottocento e strumenti musicali, si adopera come factotum nelle produzioni teatrali, scalzando la fama dell’amico e collega Picasso. Cura le scenografie e i costumi, interviene nei testi e in ogni minuteria necessaria allo spettacolo. Il felice periodo termina con la Seconda Guerra Mondiale. Amante del lusso, nonostante la sfavillante carriera internazionale e i trionfi della critica, l’animo di Derain è caratterizzato anche da un lato malinconico e scettico, che lo porta all’isolamento definitivo in tarda età.

Elena Arzani

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Elena Arzani

Elena Arzani

Elena Arzani, art director e fotografa, Masters of Arts, Central St. Martin’s di Londra. Ventennale esperienza professionale nei settori della moda, pubblicità ed editoria dell’arte contemporanea e musica. Vive a Milano e Londra.

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