Correva l’anno 1929: la nascita di Audrey Hepburn, Carlo Carrà, la crisi di Natalia Goncharova

 Nuovo episodio di “Correva l’anno”, la rubrica settimanale di Artribune che racconta i fatti dell’arte del passato senza pretese di esaustività storica. Con un occhio all’attualità. Questa volta parliamo del 1929

Nel 2019 ricorre il novantesimo anniversario dalla nascita di Audrey Hepburn nel quartiere di Ixelles, a Bruxelles. Per l’occasione, la Galleria Vanderborght presenta fino al 25 agosto la mostra-evento Intimate Audrey proprio nella casa-natale dell’attrice: un’elegante palazzina a 3 piani di rue Keyenveld riempita per l’occasione da centinaia di fotografie inedite, ricordi personali, vestiti, accessori, memorabilia e souvenir di viaggi in tutto il mondo. Ma cos’altro è successo di preponderante nell’arte in quello scorcio di fine anni ’20 del secolo scorso? Dal ritorno alla pittura figurativa dopo la fine della Prima Guerra Mondiale di Carlo Carrà e la conseguente rottura con il classicismo di de Chirico, alla crisi artistica di Natalia Goncharova prima artista, non solo donna, dell’avanguardia russa ad essere definita “leader dei futuristi,” ecco una selezione di fatti d’arte da ricordare…

– Claudia Giraud

LA NASCITA DI AUDREY HEPBURN

Audrey Hepburn in “Colazione da Tiffany”

Audrey Hepburn in “Colazione da Tiffany”

Il 1929 è l’anno di nascita nel quartiere di Ixelles, in un’elegante palazzina a 3 piani di rue Keyenveld a Bruxelles, dell’attrice Audrey Hepburn (Ixelles, 1929 – Tolochenaz, 1993), assoluto simbolo di stile con le sue iconiche ballerine e i tubini neri firmati Givenchy. Dopo l’infanzia a Bruxelles, negli anni difficili della Seconda Guerra Mondiale, si trasferisce nei Paesi Bassi, per poi approdare negli Stati Uniti. È qui che negli Anni Cinquanta raggiunge la fama mondiale grazie a ruoli come quello di Gigi in uno spettacolo teatrale tratto dall’omonimo romanzo della scrittrice francese Colette (1951) e della Principessa Anna in Vacanze romane (1953), interpretazione che le valse l’Oscar come migliore attrice. Altri suoi celebri ruoli sono quelli nei film Sabrina (1954), Guerra e pace (1956), La storia di una monaca (1959), Colazione da Tiffany (1961), Sciarada (1963), My Fair Lady (1964).

IL RITORNO ALL’ORDINE NELLA PITTURA DI CARLO CARRÀ

Comune di Quargnento Rinnovato il Percorso dell'Arte dedicato a Carlo Carrà

Comune di Quargnento Rinnovato il Percorso dell’Arte dedicato a Carlo Carrà

L’opera di Carlo Carrà (Quargnento, 1881–Milano, 1966), Vigilia di Pasqua, del 1929-37, insieme a quella di Ottone Rosai (Via San Leonardo, del 1935) riassume in maniera esaustiva il ritorno alla pittura figurativa dopo la fine della Prima Guerra Mondiale e il desiderio di un recupero consapevole e meditato delle tecniche pittoriche classiche, che nello stesso tempo tenga conto delle istanze di rinnovamento sostenute dagli esponenti delle avanguardie artistiche dei primi due decenni del secolo. Per moltissimi motivi, anche di natura politica, l’arte italiana nei due decenni tra le due guerre è stata spesso sottovalutata dai critici e di conseguenza poco considerata dai collezionisti italiani e ignorata da quelli stranieri. Ora una mostra in programma dal 7 agosto all’1 settembre da Farsettiarte, nella sua sede di Cortina, tenta di colmare questa lacuna.

L’ANNO DELLA CRISI DI NATALIA GONCHAROVA

Natalia Goncharova, Ballets Russes du Colonel de Bazil, Londra, Covent Garden, 1937, Mosca, Galleria Statale Tretyakov, Dipartimento dei manoscritti

Natalia Goncharova, Ballets Russes du Colonel de Bazil, Londra, Covent Garden, 1937, Mosca, Galleria Statale Tretyakov, Dipartimento dei manoscritti

Il 1929 è l’anno della crisi artistica di Natalia Goncharova (Governatorato di Tula, 1881-Parigi, 1962) prima artista, non solo donna, dell’avanguardia russa ad essere definita “leader dei futuristi” e a lavorare stabilmente per i Ballets Russes. In quell’anno, infatti, succedono diversi avvenimenti nefasti: il 19 agosto muore a Venezia Diaghilev e così i Ballets Russes, alla cui fortuna aveva contribuito in maniera fondamentale, si sciolgono; in ottobre poi crolla Wall Street e, a causa della depressione economica che ne consegue, si riducono le collaborazioni di Natalia con le case di moda di Parigi – dove abita stabilmente dal 1919 col marito Mikhail Larionov e vi resterà fino alla morte – per disegni di tessuti e abiti da sera, pubblicati anche su Vogue. I problemi economici si fanno pressanti e Natalia, oltre a insegnare pittura, crea illustrazioni per il giornale socialista Le Populaire, edito dall’amico Rosenfeld. Fortunatamente nel 1932 il colonnello de Basil, impresario di balletti di origine russa, fonda i Ballets Russes de Monte-Carlo, eredi di quelli di Diaghilev, e coinvolge Natalia e Mikhail nelle produzioni. Ora, Palazzo Strozzi celebra questa straordinaria figura femminile delle avanguardie di primo Novecento, attraverso una grande retrospettiva, Natalia Goncharova tra Gauguin, Matisse e Picasso, in programma dal 28 settembre 2019 al 12 gennaio 2020 che ripercorre la sua vita controcorrente e la sua produzione artistica a confronto con opere di celebri artisti che sono stati per lei punti di riferimento: Paul Gauguin, Henri Matisse, Pablo Picasso, Umberto Boccioni.

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

Scopri di più