È un legame profondo quello tra il fondatore dello Spazialismo e Albissola: complici l’antica tradizione della lavorazione della ceramica e un’atmosfera stimolante, dai tardi Anni Trenta ai Sessanta Lucio Fontana (Rosario, 1899 ‒ Varese, 1968), in questo angolo della Liguria di Ponente, ha avuto la possibilità di produrre maioliche e terrecotte prima figurative – sculture a tutto tondo, rilievi, piatti etc. – e poi informali, appartenenti alle serie dei Concetti spaziali. La cittadina approfitta del cinquantesimo anniversario della morte per dedicare all’artista italo-argentino una mostra presso la sede principale del MuDA – dove sono esposte le opere maggiori, alcune delle quali provenienti dal MIC di Faenza – ma che si sviluppa in varie diramazioni tra Pozzo Garitta, dove esiste ancora il piccolo locale che fu studio e abitazione di Fontana dal 1947 al 1960 circa, e la sede delle Ceramiche Mazzotti, manifattura molto frequentata dall’artista, che ora espone il Ritratto di Esa Mazzotti e il monumentale Coccodrillo e serpente del 1936.
‒ Marta Santacatterina