Romaeuropa Festival 2015. RiCreazione

Teatro, danza, circo contemporaneo, arte e tecnologia, ma soprattutto la musica attraverseranno i 50 appuntamenti del trentesimo Romaeuropa Festival, RiCreazione, dal 23 settembre all’8 dicembre in 14 diversi spazi di Roma. In un programma sempre più ricco di incontri con gli artisti e progetti di formazione, rivolti al pubblico più appassionato.

Fondazione Romaeuropa presenta:

ROMAEUROPA FESTIVAL ‘15 – RICREAZIONE
danza, teatro, circo contemporaneo, arte e tecnologia, musica e Digital Life

30A EDIZIONE 23.09 | 08.12

Auditorium Conciliazione | Auditorium Parco della Musica | MACRO Testaccio – La Pelanda | MAXXI | Museo Nazionale Romano – Palazzo Altemps | Opificio Romaeuropa | Teatro Argentina | Teatro Brancaccio | Teatro India | Teatro Vascello | Teatro Vittoria | Terme di Diocleziano

In trent’anni anni abbiamo cercato un modello che restituisse una visione del mondo in movimento.” Così Monique Veaute, Presidente e fondatrice di Romaeuropa assieme a Jean-Marie Drot e Giovanni Pieraccini,  ha definito la ricerca alla base di Romapeuropa Festival, giunto quest’anno alla sua trentesima edizione: “Attraverso il lavoro e lo sguardo degli artisti contemporanei, la programmazione ha privilegiato l’innovazione e il cambiamento, la capacità di leggere la tradizione in modo creativo, senza mai rinunciare al dialogo, alla curiosità, al rispetto, alla ricerca“.
La storicizzazione del contemporaneo e la sua rielaborazione – ha aggiunto Fabrizio Grifasi, Direttore Generale e Artistico, presentando questa edizione – saranno il fil rouge del Festival, in cui abbiamo voluto sottolineare fin dal titolo l’aspetto ludico e gioioso, e nello stesso tempo alludere alla reinvenzione delle forme, dei tempi e delle estetiche della creazione artistica“.

20 creazioni in prima italiana, 75 giorni di Festival nei quali oltre 300 artisti da 21 Paesi racconteranno le trasformazioni del mondo contemporaneo attraverso i loro sguardi, secondo una modalità che in trent’anni ha fatto di Romaeuropa una vetrina d’eccellenza sulla scena internazionale.
Robert Lepage aprirà Romaeuropa 2015 con 887, una potente macchina teatrale che vedrà in scena lo stesso regista; seguiranno altri protagonisti che hanno segnato tappe importanti nella storia del Festival come la coreografa franco-spagnola Maguy Marin, ospite del primo Romaeuropa nel 1986 e oggi in scena con May-B; Jan Fabre e 27 performer di Troubleyn nella loro sfida più temeraria – 24 ore – al tempo e al teatro stesso (Mount Olympus. To glorify the cult of tragedy); Anne Teresa De Keersmaeker (Vortex temporum e Verklärte Nacht, su musiche rispettivamente di Grisey e Schönberg, queste ultime eseguite dal vivo dall’ensemble Ictus), la coreografa canadese Marie Chouinard con il programma in due tempi Henry Michaux: Mouvements e Gymnopédie, di Satie, il belga Fabrizio Cassol con undici musicisti da Egitto, Siria, Turchia, Francia, Belgio, Stati Uniti (AlefBA) e accanto a loro al Festival debutta il coreografo britannico Russell Maliphant con Conceal|Reveal (tutti spettacoli, questi, realizzati da Romaeuropa al Teatro Argentina in collaborazione con il Teatro di Roma).
In questo anniversario non potevano mancare altri grandi amici del Festival come Akram Khan (Kaash, con musica di Nitin Sawhney e scene di Anish Kapoor), all’Auditorium Conciliazione, Emma Dante, al Teatro Vittoria nell’intervista impossibile Io, nessuno e Polifemo e con Operetta burlesca; Romeo Castellucci, con i frammenti dal Giulio Cesare riallestiti per le Terme di Diocleziano, e insieme a Valérie Dréville in Schwanengesang da Schubert, al Teatro India.

'Nos limites' di Radhouane El Meddeb

‘Nos limites’ di Radhouane El Meddeb

Al Teatro India e in collaborazione con Teatro di Roma, nove coreografi di DNA, il focus sulla giovane danza ideato e curato da Anna Lea Antolini, rafforza il suo orizzonte di ricerca grazie al network Aerowaves (e una seconda sezione tutta italiana negli spazi dell’Opificio Romaeuropa), mentre si assisterà al debutto al Festival del gruppo teatrale Carrozzeria Orfeo con Animali da bar. Anche per Ascanio Celestini debutto al Festival con la nuova produzione Laika al Teatro Vascello, che ospita inoltre il collettivo danese Hotel Pro Forma in Laughter in the Dark, adattamento del romanzo di Nabokov tra teatro, installazione, arti visive e coreografia.
Sullo stesso palcoscenico la danza prende i colori del flamenco con la coreografia di Aurélien Bory per Stéphanie Fuster (Questquetudeviens?), assume accenti digitali con il nuovo lavoro per gli acrobati di Adrien M e Claire B (Le mouvement de l’air) e, infine, si fonde alle arti acrobatiche anche in Nos limites di Radhouane El Meddeb.
Arte circense, teatro e danza sono anche gli ingredienti di Cuisine et confessions, spettacolo culinario e surreale con cui arrivano per la prima volta al Teatro Brancaccio per il Festival i nove straordinari performer della compagnia del Québec Les sept doigts de la main.

Musica e performing art anche al MAXXI con Alessandro Sciarroni e i danzatori del Balletto di Roma impegnati in Turning. Symphony of sorrowful song, un progetto site-specific per il museo delle arti contemporanee che ospiterà nei suoi spazi anche Musica da cucina di People from the mountains; musicista estroso fin dal nome d’arte, è in programma anche al MACRO Testaccio – La Pelanda con un secondo lavoro, Matita.
Un fiume di musica esonda tra la Pelanda, il Vascello, l’Auditorium, unendosi al teatro, la performance e l’arte contemporanea: le avanguardie del Novecento sono rappresentate da Stimmung di Karlheinz Stockhausen proposto da Vox Nova Italia e Acustica di Mauricio Kagel nella versione di Tempo Reale Electroacustic ensemble, fino all’Hyperion di Bruno Maderna secondo Muta Imago, e ai Sonatas and interludes per pianoforte preparato di John Cage nell’interpretazione di Fabrizio Ottaviucci.
Sotto il segno del rock ci sarà l’incontro di Gianni Maroccolo, Alessandra Celletti e Beppe Brotto con gli artisti Masbedo in Nulla è andato perso, e Pictures at an exhibition di Musorgskij nella versione di The Winston + Esecutori di metallo su carta. L’arte contemporanea incrocia la musica nel geniale concerto-performance per luce sinfonica The Enlightenment del collettivo Quiet Ensemble, e in Across the line di Rhò, Daniele Spanò e Luca Brinchi.

Compagnie Maguy Marin – May B (dallo spettacolo del 1981) | Teatro Argentina

Compagnie Maguy Marin, ‘May B’ (dallo spettacolo del 1981), Teatro Argentina

I nuovi linguaggi del rinascimento africano vivono nei live di Pat Thomas & Kwashibu Area Band, Mongwana Star, BLK JKS per la rassegna Afropolitan, in collaborazione con Afrodisia, mentre alla cultura elettronica italiana ed internazionale sono dedicati gli appuntamenti di The Italian New Wave in collaborazione con il prestigioso festival Club to club.
Infine Epica Etica Etnica Pathos, il quarto album – finora mai eseguito dal vivo – dei CCCP, sarà per la prima volta proposto in concerto da una nuova formazione con quattro componenti storici del gruppo e alcuni tra i più interessanti rappresentanti dell’indie italiano.

La Pelanda ospiterà anche quest’anno la mostra Digital Life, alla sua sesta edizione con il titolo Luminaria, con 12 installazioni affiancate da un programma di performance.
13 i percorsi di INformazione rivolti ai più diversi pubblici con laboratori, talks e incontri con gli artisti (Iridico Danza, Racconti di Scena, L’altra Danza, Dna Pictures, Dna Visioni, Dna movie, Dna words, mòsso, InAct, Artist Today, Warming Up!, Dna europe meets Aerowaves, Let’s dance) in una rete di collaborazioni con la Facoltà di Lettere de La Sapienza, Università di Roma, la Scuola di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma, il Balletto di Roma, la European Dance Alliance-Valentina Marini Management, Officine Fotografiche, Dynamis Teatro, l’accademia Teatro Azione, il network europeo Aerowaves e scuole di danza di Roma.

Info: romaeuropa.net

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