Biennale Musica Venezia 2023: dj set in Laguna, tra elettronica e arti performative. Le foto

Com’è partita la Biennale Musica di quest’anno? Molto bene a giudicare dalla serata clubbing che ha aperto i giorni clou della rassegna e si concluderanno con la consegna del Leone d’Oro a Brian Eno

Il movimento della Biennale Musica verso l’elettronica, che ha contraddistinto la manifestazione veneziana negli ultimi anni, da quando Lucia Ronchetti ne ha assunto la direzione, ha trovato il suo coronamento nell’edizione di quest’anno, che alla musica elettronica è interamente dedicata: non per niente s’intitola Micro-Music. Niente violini o pianoforti in scena, dunque, ma computer. E organi, che sono un po’ degli immani computer del passato, che però al posto dello schermo hanno le canne.

Knock - Miller Puckette e Irwin, Courtesy La Biennale di Venezia, photo Andrea Avezzù
Knock – Miller Puckette e Irwin, Courtesy La Biennale di Venezia, photo Andrea Avezzù

I primi concerti del 67. Festival Internazionale di Musica Contemporanea

Il 67. Festival Internazionale di Musica Contemporanea ha preso il via il 16 ottobre, con il concerto di un maestro riconosciuto dell’ars electronica quale Morton Subotnick, cui è seguita, il giorno successivo, l’acclamata performance audiovisiva CBM 8032 AV di Robert Henke. Bella la serata del 18 ottobre di cui sono stati protagonisti Miller S. Puckette (vincitore del Leone d’Argento) e Irwin: l’esecuzione di Knock (basata largamente sull’improvvisazione) ha visto l’incontro tra il magmatico materiale musicale creato dal computer di Puckette e i cangianti impulsi ritmici che Irwin generava al “knocker”, strumento a percussione in legno, i cui suoni vengono radicalmente rielaborati dall’informatica in tempo reale.

Una performance poco convincente

Non ha invece del tutto convinto Trinity Form di Kali Malone, eseguita venerdì 20 ottobre nella chiesa di San Pietro di Castello, con Malone all’organo, Lucy Railton al violoncello e Stephen O’Malley dei Sunn O))) alla chitarra acustica (suonata però con l’archetto). La composizione procede per accordi e dense trame sonore, in cui il suono dei tre strumenti si fonde a creare un impasto di grande suggestione, che mette in risalto le particolarità timbriche e dinamiche del meraviglioso organo di San Pietro. Lo spettatore è condotto in un viaggio affascinante, che però rischia di portarlo dritto tra le braccia di Morfeo: veramente esigua è infatti l’evoluzione del discorso musicale e la noia non può non insinuarsi.

La Notte di Sonic Acts, Courtesy La Biennale di Venezia, photo Andrea Avezzù
La Notte di Sonic Acts, Courtesy La Biennale di Venezia, photo Andrea Avezzù

La notte clubbing di Sonic Acts con dj-performer

Molto bella la Notte di Sonic Acts che si è tenuta la sera di venerdì 20 e ha avuto per protagonista l’organizzazione con sede ad Amsterdam che si occupa di ricerca artistica, sperimentazioni sonore e visive e temi ecologici. Sul palco, anzi sui diversi palchi del Teatro delle Tese all’Arsenale, si sono alternati dj e performer che hanno deliziato il pubblico con set di estrema raffinatezza, ma mai cerebrali, e azioni performative di grande impatto. Con questa e altre due serate che si terranno nella parte conclusiva della manifestazione, la Biennale Musica si apre felicemente alla club culture: e in un’edizione dedicata alla musica elettronica non poteva che essere così.

Fabrizio Federici

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Fabrizio Federici

Fabrizio Federici

Fabrizio Federici ha compiuto studi di storia dell’arte all’Università di Pisa e alla Scuola Normale Superiore, dove ha conseguito il diploma di perfezionamento discutendo una tesi sul collezionista seicentesco Francesco Gualdi. I suoi interessi comprendono temi di storia sociale dell’arte…

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