Krzystof Penderecki, il compositore osannato dal cinema

Lo scorso 29 marzo, all’età di 86 anni, si è spento Krzystof Penderecki, innovativo compositore polacco nonché solenne direttore d’orchestra. Celebriamo il suo genio proponendovi quattro indimenticabili momenti cinematografici nei quali compare la sua musica, più la parziale documentazione di un evento davvero speciale.

Seppure sarà ricordato per lo stridio assordante che caratterizza le sue composizioni, Krzystof Penderecki (Dębica, 1933 – Cracovia, 2020) è stato un uomo piuttosto silenzioso, profondamente cattolico (fu suo il Requiem dedicato, nel 2005, a Giovanni Paolo II) e sempre dedito alla sua più grande passione: il superamento di barriere fisiche e mentali attraverso la musica. Rappresentante di spicco dell’avanguardia musicale contemporanea, Penderecki ha saputo alternarsi tra dodecafonia e musica seriale, facendo accostare il proprio nome ad altri ben noti mostri sacri della sperimentazione sonora del Novecento, tra i quali Karlheinz Stockhausen, Luigi Nono e Pierre Boulez.
La potenza emotiva che trasuda dai suoi archi, affilati come lame, dalle percussioni poderose o dai fiati repentini la si avverte in realtà anche dalle pause sapientemente inserite tra un suono e l’altro. Penderecki è stato un gigante nel saper tradurre il dramma e la tensione in note musicali; non è un caso, infatti, che diverse sue composizioni siano state scelte, da grandi cineasti, per rappresentare visivamente l’abisso della psiche umana. Per rendere omaggio al suo prezioso contributo, proponiamo di seguito alcune celebri scene tratte da pellicole divenute di culto anche grazie allo stesso Penderecki.

Valerio Veneruso

L’ESORCISTA (1973)

Nonostante il primo approdo di Penderecki, nel mondo del cinema, lo si debba al film di Alain Resnais, Je t’aime, Je t’aime (1968), è con L’esorcista – capolavoro di William Friedkin – che si può godere a pieno delle intuizioni del musicista.
L’incontro tra una scultura raffigurante il demone Pazuzu e Padre Merrin (magistralmente interpretato dal compianto Max Von Sydow) lascia presagire quello che sarà lo scontro effettivo – tra l’innocenza e il maligno – che si consumerà di lì a poco. Il frenetico susseguirsi degli archi, in concomitanza con il ringhiare dei cani, diventa l’emblema di una energia ultraterrena pronta a manifestarsi in tutta la sua devastazione. Una scena di una forza visiva eccezionale, resa ancora più indimenticabile dall’apporto sonoro.

THE SHINING (1980)

Le inquietanti atmosfere dipinte da Penderecki trovano in questa pietra miliare di Stanley Kubrick la loro collocazione ideale, contribuendo alla costruzione costante di un climax che sfocerà nella catarsi dell’epilogo. Il terrificante momento in cui Jack Torrance (Jack Nicholson) prova a raggiungere – a colpi d’ascia – la moglie, chiusa nel bagno dell’hotel, è solo una delle numerose scene nelle quali l’impeto del compositore raggiunge il suo picco più alto.

SHUTTER ISLAND (2010)

Ancora un altro thriller psicologico ad alta tensione, questa volta tocca a Shutter Island di Martin Scorsese. L’ingresso dei due agenti federali all’interno dell’Ashecliff Hospital viene annunciato dal ritmo calzante della Sinfonia N.3 Passacaglia – Allegro moderato (una sinfonia in cinque movimenti composta, tra il 1988 e il 1995, per commemorare i cento anni della Filarmonica di Monaco).

TWIN PEAKS: THE RETURN (2017)

Ebbene sì, ovviamente David Lynch non poteva mancare al nostro appello.
Il primo incontro artistico tra il poliedrico regista statunitense e Krzystof Penderecki lo si ha con Inland Empire (film del 2006, girato in parte in Polonia, nel quale è stato utilizzato un frammento tratto dall’opera Als Jacob Erwachte), ma bisognerà aspettare altri undici anni perché venga dato più spazio al virtuosismo pendereckiano. Nell’ottavo episodio di Twin Peaks: The return viene infatti utilizzata la famosa Trenodia per le vittime di Hiroshima come sottofondo a Trinity, il primo test nucleare della storia. La genesi del male è tutta qui: un alternarsi di esplosioni fragorose circondate da ingestibili guizzi viscerali di terrore sonoro.

EUROPEAN CULTURE CONGRESS, 2011

E, dulcis in fundo, la testimonianza di un evento unico che, pur discostandosi dalla settima arte, attesta la totale sinergia tra il compositore polacco e la sperimentazione audiovisiva contemporanea. Il 9 e il 10 settembre del 2011, in occasione dello European Culture Congress di quell’anno, la storica Sala del Centenario di Breslavia ha ospitato nientepopodimeno che Aphex Twin, Jonny Greenwood e Penderecki per due serate di fuoco all’insegna dell’estasi acustica. Ospite d’eccezione, per la parte visual, l’enigmatico Weirdcore.

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Valerio Veneruso

Valerio Veneruso

Esploratore visivo nato a Napoli nel 1984. Si occupa, sia come artista che come curatore indipendente, dell’impatto delle immagini nella società contemporanea e di tutto ciò che è legato alla sperimentazione audiovideo. Tra le mostre recenti: la personale RUBEDODOOM –…

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