Senza la straordinaria operazione di riscoperta iniziata quattro anni fa da Rabih Beaini con la sua Morphine Records, probabilmente non saremmo qui a parlarne. Di certo i necrologi in morte di Charles Cohen sarebbero stati pochi e assai scarni, tracce di un affare locale sbilanciate più sulle vicende legali che hanno tormentato i suoi ultimi anni di vita che sulla musica che ha composto ed eseguito per più di quattro decenni.
Charles Cohen è morto a 71 anni il 29 settembre 2017. Era uscito di prigione appena due mesi prima, dopo averne scontati cinque, già gravemente malato, a causa di una controversa accusa di reato per atti sessuali con un minorenne. Cane sciolto della scena sperimentale improv ed elettronica di Philadelphia, animatore di gruppi, compagnie teatrali e performance, Cohen è stato un grande compositore che ha avuto la fortuna di vivere una seconda giovinezza che ai più è sembrata una rinascita, una reincarnazione, o comunque qualcosa di molto simile a un miracolo.
I DISCHI E LA STORIA
Stanno a testimoniarlo una manciata di dischi, pubblicati quasi tutti in vinile nel catalogo della Morphine. Titoli come The Middle Distance, Group Motion, Music for Dance and Theatre – la trilogia del 2013 che raccoglie brani composti prevalentemente negli Anni Settanta e Ottanta – vanno ascoltati con estrema dedizione prima di affrontare Brother I Prove You Wrong, il capolavoro del 2015 che è un vero e proprio testamento d’artista.
Prima opera inedita dopo anni di silenzio discografico, Brother I Prove You Wrong viene realizzato e registrato nel settembre del 2014 durante una residenza berlinese orchestrata da Beaini. Pur provenendo da un’unica fonte – l’arcano synth analogico Buchla Music Easel che è stato lo strumento di una vita, quasi un feticcio – la musica di Cohen dischiude mondi così lontani nello spazio e nel tempo da far pensare ad archetipi sonori che abitano, e che continueranno ad abitare, la storia della musica elettronica. Go deeper and listen è il titolo del brano che chiude questo disco e questa storia. E più in profondità di così è davvero difficile avventurarsi.
‒ Vincenzo Santarcangelo
http://colorisluxury.org
www.morphinerecords.com
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #40
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