La visione geometrica della musica. Il debutto di Voronoi

È un lavoro ispirato dalle teorie geometriche dei diagrammi del matematico russo di fine Ottocento “Voronoi”, il primo ep dell’omonimo duo elettronico.

Ciò che un tempo era avanguardia, ora è habitus. Che cosa rappresentava, circa un secolo fa, il Telefono con cornetta a forma di astice di Salvador Dalí? Una combinazione inattesa, straniante, bizzarra, che insisteva sulla poetica del frammento. Sugli accostamenti insoliti. C’è un po’ di surrealismo nel primo ep dei Voronoi, in quelle quattro tracce instabili, non lineari, irregolari, nate da jam session e consegnate all’orecchio dopo lunghi interventi di post-produzione. Sono il risultato di un’epoca, in cui gli ascolti sono diventati eteroglotti, episodici e l’attitudine a selezionare, e ricercare nel caos un ordine personale, una prassi piuttosto comune. “Siamo distanti da un approccio musicale fluidosottolineano Matteo Nobile e Luca Scarrone, in un’intervista esclusiva rilasciata ad Artribune, in occasione dell’uscita del loro ep sulla OOH-sounds di Michele Pauli e Andrea Mi. “Il presente in cui viviamo è carico di input sonori diversissimi. La musica si ascolta frequentemente skippando. Questa atmosfera influenza il nostro modo di comporre, rendendolo spezzato, quasi ansiogeno. Dopo le improvvisazioni, abbiamo riascoltato i pezzi e ci siamo accorti che erano caratterizzati da una precisa irregolarità ritmica. In post-produzione abbiamo spinto molto su questo aspetto, cercando di ottenere un ascolto sfaccettato. Il nome dell’ep e del duo vengono di conseguenza. Voronoi, il matematico russo e i suoi diagrammi di poligoni irregolari, rimandano a una visione astratta e geometrica della musica, che combina lato umano e “macchinico”, nell’utilizzo di drum machine e sequencer.

Frame dal video V3 di Voronoi, realizzato da IncepBOY (a.k.a. Michele Pauli)

Frame dal video V3 di Voronoi, realizzato da IncepBOY (a.k.a. Michele Pauli)

COMPOSIZIONI FRAMMENTARIE

Questa frammentarietà è il risultato dello scontro delle nostre individualità. Luca è un jazzista e contrabbassista, con un background di ascolti legato alla dub e alla techno. Io” – riprende Nobilesono un bassista punk, post-rock, che nel tempo ha virato verso un tipo di musica più concettuale, digitale. Pur venendo da percorsi differenti, condividiamo un approccio espressivo alle ‘macchine’. Le usiamo come fossero strumenti musicali. Le parti ritmiche dei pezzi infatti sono state tutte suonate a mano, interpretando in maniera più elastica la griglia metrica.
La frammentarietà della composizione rende l’ascolto di Voronoi un vero e proprio dis-piacere, se intendiamo con questo prefisso l’atto di ribellione e di disattesa emotiva della loro musica. “Durante le jam session abbiamo realizzato i pezzi, ma è con l’editing che hanno preso questa forma spezzata. V1 è stata la prima traccia, quella su cui abbiamo lavorato maggiormente, che risulta più strutturata e con l’identità più forte. Volevamo però muoverci nella direzione opposta. Creare degli stacchi a livello dinamico. V2 è il pezzo che ci rappresenta di più, quello più complesso, meno orecchiabile. Da un punto di vista spaziale ha degli elementi che si dilatano, si restringono, si rincorrono. Elude le aspettative. Esattamente come un collage o un mixtape. Dove il divertissement si genera nelle combinazioni spiazzanti, nella ricercatezza dei conflitti, nel desiderio di fare inciampare l’ascoltatore. Istinto, orecchio, simulazione. Di fronte a cosa ci troviamo? “Mentre stavamo componendo le tracce, è emerso l’immaginario visivoracconta Nobile. “Avevo cominciato ad appassionarmi alle visualizzazioni 3D. Mi affascinavano il comportamento dei fluidi e delle schiume, quando venivano renderizzate. È così che abbiamo scoperto il diagramma di Voronoi e trovato un modo per esprimere concettualmente la nostra irregolarità.

VORONOI – V3 [OOH-008] from OOH-sounds on Vimeo.

SPAESAMENTO E DINTORNI

Lo spaesamento percettivo, tra reale e digitale è un altro aspetto molto radicato nell’ep. I visual che lo accompagnano sono stati realizzati da Natalia Trejbalová. Si tratta di still life astratti, di palline in silicone, schiuma, gel, che assomigliano a rendering. Nel video di V3, realizzato da IncepBOY (alias di Michele Pauli), invece sono i comportamenti dei materiali – quotidiani, spesso poveri, come sacchetti colorati, polistirolo, ghiaccio – a essere indagati, ripristinando una connessione tra fisica, matematica e realtà. Attraverso un montaggio inconscio che segue le irregolarità ritmiche della traccia, nella sovrapposizione dei layer, nello sfarfallio luminoso, nell’alternanza di nitidezza e sporcizia delle immagini, il video enfatizza la suggestione surreale che ispira l’ascolto dell’ep.

Carlotta Petracci

https://ooh-sounds.bandcamp.com/album/voronoi-voronoi

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Carlotta Petracci

Carlotta Petracci

Sempre in bilico tra arte e comunicazione, fonda nel 2007 White, un'agenzia dal taglio editoriale, focalizzata sulla produzione di contenuti verbo-visivi, realizzando negli anni diversi progetti: dai magazine ai documentari. Parallelamente all'attività professionale svolge un lavoro di ricerca sull'immagine prestando…

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