Simone Massi firma manifesto e sigla della 61a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro
Dal 14 al 21 giugno 2025 Pesaro sarà nuovamente invasa dal cinema e dalle attività del suo storico festival. Omaggi a Gianni Amelio, Daniele Luchetti, al cinema della guerra fascista ma il primo impatto arriva dal manifesto e dalla sigla. Eccola nel video
Con 14 film in Concorso, un Evento Speciale dedicato a Gianni Amelio, un focus dedicato al Cinema di guerra fascista, alla cilena Jeannette Muñoz e all’artista sperimentale statunitense Jerome Hiler – per la prima volta in Italia -, lezioni di storia curate da Federico Rossin e numerosi altri appuntamenti, la 61esima edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro (da 14 al 21 giugno 2025) si presenta al suo pubblico.
A firmare manifesto e sigla del festival è il regista e artista Simone Massi a cui, tra il 18 e il 21 giugno, sono dedicati più momenti, dalla visione delle sue opere alla proiezione di Invelle, fino ad un incontro con il pubblico.
Simone Massi per la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro
“Il disegno realizzato per gli amici della Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro vuole essere un omaggio alla settima arte, al vero che diventa falso e viceversa”, commenta Simone Massi. “E poi alla passione, alla sperimentazione, al coraggio, all’indipendenza che non si piega al compromesso, alle mode, al potere. Tutto questo mi sembrava che potesse essere raccontato rielaborando un fotogramma di un film “vecchio” di cent’anni per diventare l’immagine di un festival che fa cifra tonda e che rimane indiscutibilmente Nuovo e, mai come ora, prezioso, indispensabile”.
Simone Massi, disegnatore e regista, e come si legge sul suo sito “animatore resistente”, è un talento italiano pregiato. Il suo primo lungometraggio d’animazione, Invelle, con un mix di animazione 3D e animazione tradizionale, a matita, è stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2023.
Il film che ispira il manifesto del festival
Il manifesto della 61esima edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro è ispirato al fotogramma de L’uomo con la macchina da presa (1929), l’opera più famosa e rivoluzionaria del regista sovietico Dziga Vertov. Si tratta di un film sperimentale che, considerato uno dei capolavori più innovativi e influenti del cinema delle origini, ha cambiato un certo linguaggio di racconto e visivo.
Vertov era notoriamente contrario al cinema narrativo e all’uso di attori: credeva nella “verità cinematografica” (cinéma vérité), cioè nella possibilità del cinema di cogliere la realtà in modo oggettivo e scientifico. L’uomo con la macchina da presa è un film sul fare cinema. Non esiste una reale trama, è una sorta di road movie in cui un cameraman vaga per la città con la sua cinepresa in spalla documentando un giorno di vita. Film che deve molto al suo montaggio e alle sue musiche, e che rende trasparente il processo di produzione cinematografica. L’uomo con la macchina da presa è anche un manifesto del nuovo uomo sovietico: moderno, produttivo, collettivo.
Il cinema per Vertov e per Massi
Tra i vari pensieri di Vertov giunti fino a noi ce n’è uno assai rappresentativo, in breve, del suo pensiero: “Il cinema è un mezzo per scoprire la verità attraverso la macchina, non l’invenzione attraverso la finzione”.
Questo ha molto a che vedere con l’idea che ha di questa arte Simone Massi. Per lui il cinema rappresenta memoria, resistenza, poesia e impegno civile. È uno strumento espressivo profondamente personale, che usa per raccontare storie di chi non ha voce, recuperare ricordi perduti e dare forma a un’umanità ferita ma ancora capace di bellezza e dignità.
Margherita Bordino
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