Spike Lee a Cannes con “Highest 2 Lowest”. Nel cast Denzel Washington (che riceve la Palma d’Oro d’onore)
Red carpet, applausi a scena aperta e standing ovation in sala Lumière: tutto come da copione per Spike Lee che torna a Cannes fuori concorso con “Highest 2 Lowest”, rilettura urbana del classico di Kurosawa. Il trailer
Il tempo passa anche per loro, ma i “due brothers con madri diverse”, come si definiscono Spike Lee e Denzel Washington, hanno fatto la storia del cinema. E proprio nella sala Lumière, 26 anni fa e in quel 19 maggio che è la data di nascita di Malcom X (ricorda Spike), Cannes lanciava un film destinato a diventare cult come Do the Right Thing.
Highest 2 Lowest: il remake presentato da Spike Lee a Cannes
Highest 2 Lowest è un “remake” e già questo non aiuta. Mancano i dialoghi affilati che hanno reso celebre il folletto di Brooklyn, giunto al sesto film in selezione ufficiale qui a Cannes. Lee rilegge in chiave contemporanea il thriller sociale di Akira Kurosawa intitolato High and Low del 1963, giocando con la tensione psicologica e la stratificazione delle disuguaglianze sociali, e spostando il racconto dal Giappone industriale degli Anni ’60 a un mosaico urbano newyorchese fatto di grattacieli neon, graffiti e bassifondi animati da hip-hop e jazz.
Denzel Washington e A$AP Rocky nel cast del film
Le novità sono il ritrovato sodalizio con Denzel Washington a quasi vent’anni da Inside Man. Denzel veste i panni di un produttore musicale – David King “il migliore orecchio di New York” – alle prese con i tempi che cambiano. Padre e marito entusiasta, cittadino modello e benefattore delle arti afroamericane, viene coinvolto in un dramma familiare che diverrà per lui un dilemma morale. Con la sua voce roca e i silenzi calibrati, Washington incarna un uomo sospeso fra l’orgoglio e la vergogna, costretto a confrontarsi con un potere nuovo, quello dei social media, che s’impongono anche sulle scelte dell’industria musicale.
La giovane star globale A$AP Rocky, al secolo Rakim Mayers, è una delle sorprese del film. Interpreta Young Felon, un rapper emarginato e geniale che s’ingaggia in una incandescente scena di rap battle con Washington. Rocky, che sa unire musica, moda e arte, scolpisce il proprio personaggio come un graffito urbano, potente e precario, e impone la sua presenza scenica come una nota stonata che risuona bene in un film che alla fine è una storia di “nigga”: buoni e cattivi, illuminati e persi, talentuosi e disperati.
Il film di Spike Lee è un esercizio di stile
Highest 2 Lowest non offre redenzione facile, né giudizi manichei. Spike vi tratteggia sfumature di colpa e di riscatto, in una storia di fratelli neri che è un po’ giunglesca, come una tela di Basquiat, ed un po’ grandiosa, come un ritratto eroico di Kehinde Wiley (entrambi alle pareti di David King nel film).
Presentato fuori concorso, conferma Spike Lee come un regista interessato alle evoluzioni del presente e tuttavia, bisogna ammetterlo, il film non è indimenticabile. È solido, visivamente inventivo, ma non scuote davvero: è più stile che necessità.
La Palma d’Oro d’onore a Denzel Washington
La Palma d’Oro d’onore assegnata a Denzel Washington, soprannominato anche “the consummate actor”,è sembrata il vero culmine della serata, un tributo dovuto a un attore che ha incarnato sullo schermo, con dignità e potenza, intere generazioni di afroamericani: dal giovane musicista di Mo’ Better Blues al carismatico Malcolm X, dall’avvocato di Philadelphia al boss di American Gangster, dall’eroico John Q. al vendicatore di Equalizer. Per un totale, a 70 primavere, di oltre 50 film.
Nicola Davide Angerame
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