L’estate italiana, l’adolescenza e l’Ape Piaggio nel documentario Sting like a Bee

Il debutto documentaristico di Leone Balduzzi, selezionato al festival internazionale di documentari CPH: DOX, racconta storie ai margini. Quelle di ragazzi di provincia avvolte tra finzione e realtà. 

Api, motori e adolescenza. Tra le colline del Molise c’è un gruppo di adolescenti appassionati dalla modifica dell’Ape (Piaggio), la loro storia diventa un racconto pittoresco e sperimentale. Sting Like a Bee, questo è il titolo del documentario, è il diario di una ricerca personale che guida lo spettatore in un viaggio attraverso le province italiane. “Tutti i fatti, personaggi e luoghi in questo film sono veri. Eccetto quelli che abbiamo inventato”. Questa è la frase che appare nei primi secondi di Sting Like a Bee. Il film segna il debutto documentaristico del pluripremiato fotografo e regista Leone Balduzzi. Presentato nel 2023 al Festival dei Popoli, nel 2024 è stato selezionato al festival internazionale di documentari CPH: DOX, per essere precisi in Concorso nella categoria NEXT:WAVE dedicata agli artisti emergenti.

Sting Like a Bee: ibridazione tra realtà e finzione

Leone Balduzzi, con un background di successi nella fotografia di moda, ha iniziato questo progetto tre anni fa. Il film, originariamente concepito come ricerca visiva – commissionata da Nowness e in collaborazione con Piaggio -, ha preso forma effettiva durante la fase di casting quando l’autore ha compreso che i ragazzi che stava intervistando sarebbero potuti diventare il nucleo forte del racconto. Il casting è diventato così l’inizio del film e i ragazzi si sono trasformati nei suoi reali protagonisti. Mescolando realtà e finzione, sono infatti loro a portare lo spettatore a interrogarsi su ciò che è vero e ciò che è falso. Una delle domande iniziali delle interviste è:  “Che ruolo vorresti interpretare?”. Da qui nasce un racconto originale e sincero in cui i ragazzi, con l’immaginazione, plasmano il proprio personaggio stabilendo il loro effettivo ruolo nella narrazione. 

Il documentario di Leone Balduzzi è un palcoscenico per chi resta nell’ombra

Amore, omicidio, corse alla Fast & Furious sono solo alcune delle vicissitudini di questi ragazzi che vivono la propria quotidianità come se tutto fosse possibile. La realtà poi, è tutto quello che li circonda: le province del centro Italia, le fabbriche di pesche, gli ombrelloni colorati dei lidi, le case in costruzione ma abbandonate. La magia di Sting Like a Bee non risiede solo nella storia dei motori a tre ruote, ma anche nell’intreccio, senza sforzo, di fatti e finzioni che si sviluppano e susseguono man mano che la troupe gira il film. Il linguaggio del meta racconto fornisce alcuni dei momenti più divertenti del film, che fortunatamente non si prende troppo sul serio ma offre spunti di riflessione profonda. Sting Like a Bee è un vero palcoscenico per coloro che spesso rimangono nell’ombra: i lavoratori, il Molise, gli adolescenti e i loro sogni.

Melissa Marchi

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Melissa Marchi

Melissa Marchi

Classe 1996. Laureata in Giornalismo e nuovi media, poi specializzata in Cinema documentario. Sempre alla ricerca di una lingua nuova da imparare, vive tra l'Italia e la Danimarca. Ama viaggiare e scrivere, con le parole e con le immagini. Si…

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