Un documentario-fiaba sul Castello di Rivara e sul mitico gallerista Franz Paludetto

Nel documentario "Il Re Fanciullo" di Alessandra Lancellotti si intrecciano tre dimensioni temporali che pongono al centro della narrazione il Castello di Rivara e il suo ultimo proprietario, il gallerista Franz Paludetto. Il trailer

C’è un luogo incastonato tra le valli piemontesi del Canavese, a pochi chilometri da Torino, che sembra uscito da un libro di fiabe: è il Castello di Rivara, la cui storia si è ripetuta ciclicamente, grazie a personalità illuminate. Il documentario dal titolo Il Re Fanciullo ne racconta le vicende.

Il Castello di Rivara e Franz Paludetto

Un antico maniero medievale, un elegante palazzo neobarocco, le scuderie e il meraviglioso parco compongono il Castello di Rivara, appartenuto ai Conti di Valperga e scenario dell’Inquisizione che dava la caccia alle streghe.

Nell’Ottocento la proprietà fu rilevata dal ricco banchiere Carlo Ogliani che qui ospitò gli artisti della Scuola di Rivara, pittori che prediligevano la pratica en plein air. Di questa cerchia facevano parte personaggi della levatura di Carlo Pittara, Vittorio Avondo, Federico Pastoris, Alfredo d’Andrade, Ernesto Rayper, Casimiro Teja. Proprio al portoghese d’Andrade sarà affidato il restauro dell’edificio, prima grande prova per l’architetto che diverrà noto in tutta Europa.

Dopo questo periodo di grande fermento culturale, che rese il Castello di Rivara noto per essere un luogo illuminato, in cui artisti, creativi e letterati potevano dare libero spazio alle loro attività, nel Novecento, durante le guerre, venne lentamente abbandonato. Ma la storia è ciclica e la vocazione del Castello di Rivara a centro per le arti tornerà prepotentemente con la figura eclettica di Franz Paludetto: sarà lui nel 1983 a rilevarlo e renderlo un museo d’arte contemporanea sotto la sua direzione.

Il documentario Il Re Fanciullo

Paludetto è stata una figura di spicco dell’arte contemporanea italiana: scomparso nel maggio 2023, ha lasciato un segno indelebile e monumentale nel settore, come appunto è il Castello di Rivara, museo e residenza per artisti. Il documentario Il Re Fanciullo (Portrait of the King as a Child) di Alessandra Lancellotti mostra l’ultimo decennio di vita di Franz, all’interno del suo castello. Girato con dispositivi filmici del passato, pellicola 16mm e nastro magnetico, il film connette così tre dimensioni: quella dell’esperienza del Cenacolo di pittura di fine Ottocento, l’arrivo di Franz, un secolo dopo, che ha salvato il castello da un progetto di speculazione edilizia, riportando l’arte al suo interno e, infine, la residenza dell’ultima artista, ospite al castello.

La narrazione parte infatti proprio dalla ricerca che una giovane artista compie sugli antichi disegni e progetti di Alfredo d’Andrade, grazie ai quali scopre anche la dimensione privata del Castello di Rivara, diventato appunto museo. La ragazza conosce il nuovo proprietario Franz e lo spinge a imprimere sulla pellicola le sue memorie: tra le evocazioni di imprese dell’Italia del secondo Novecento, emerge anche la confessione intima di Paludetto, deciso a dedicare tutta la sua esistenza alla ricerca della bellezza come riscatto dal trauma del fascismo: “C’era una volta una montagna, con dentro un castello, con dentro un uomo. L’uomo mise dentro al castello tutto il conflitto e tutta la bellezza del mondo”.

Prodotto dalla cooperativa di cinema Caucaso insieme alla portoghese Tempestade, il film è sostenuto dalla Film Commission Torino Piemonte – Piemonte Doc Film Fund ed è stato realizzato con la collaborazione dell’Archivio del Cinema d’Impresa di Ivrea e del Castello di Rivara – Museo d’arte contemporanea, distribuzione internazionale di Ant!dote Sales. Il Re Fanciullo sarà presentato in anteprima mondiale a Doclisboa 2023 martedì 24 ottobre presso il Pequeno Auditório del Culturgest di Lisbona.

Roberta Pisa

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Roberta Pisa

Roberta Pisa

Vive a Roma dove si è laureata in Scienze politiche e Relazioni internazionali. Da sempre si occupa di cultura e comunicazione digitale. Dal 2015 è pubblicista e per Artribune segue le attività social.

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