Italo Calvino in un nuovo documentario alle Giornate degli Autori di Venezia

Un ritratto inedito dello scrittore italiano composto da foto, immagini di archivio e arricchito con il commento di esperti. Il documentario è presentato in anteprima alle Giornate degli Autori 2023

Giocavo con degli spazi, con degli ambienti. I giochi si dividono in giochi che si fanno in un ambiente delimitato – per esempio un campo da football – e i giochi che si fanno al di fuori di un ambiente. Qual è il primo gioco che fa un bambino piccolo quando lo portano a spasso? Vede un muretto e vuole camminare su un muretto, tenuto per mano magari”. Questo è uno dei ricordi d’infanzia di Italo Calvino che torna ad essere fruibile grazie alle immagini di archivio che compongono il documentarioLo scrittore sugli alberi realizzato dal regista Duccio Chiarini. Il film è presentato in anteprima e come proiezione speciale alla XX Edizione delle Giornate degli Autori, nell’ambito della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Un documentario che, a cento anni dalla nascita dello scrittore, rilegge il percorso artistico di Calvino attraverso una delle sue opere più note, ovvero Il Barone Rampante, il secondo romanzo della trilogia I nostri antenati, pubblicato nel 1957 da Einaudi.

Il racconto di Italo Calvino attraverso l’opera Il Barone Rampante

Come per molti lettori, il mio primo incontro con Italo Calvino risale ai tempi dell’infanzia, quando a scuola lessi ‘Il Barone Rampante’: ricordo ancora la sensazione di libertà provata nel leggere le avventure di Cosimo Piovasco di Rondò fuggito dalle indicazioni soffocanti dei genitori per vivere sugli alberi esplorando il mondo liberamente”, racconta il regista Duccio Chiarini. “È stato partendo da questa sensazione che, assieme alla sceneggiatrice Sofia Assirelli, abbiamo deciso di utilizzare questo romanzo come cornice narrativa del film creando un parallelo tra le avventure del protagonista Cosimo e l’opera di Italo Calvino. Il rimando nasce non solo dalla concomitanza tra la pubblicazione del romanzo nel 1957 e l’uscita di Calvino dagli organi del PCI pochi mesi dopo, ma anche dalla suggestione che il personaggio e l’autore abbiano altri aspetti in comune. Calvino ha trascorso la propria infanzia tra gli alberi di Villa Meridiana che molto ricorda la ‘Ombrosa del Barone’, ma è nella maturità della sua opera che ritroviamo i tratti più comuni a Cosimo di Rondò, fuggito sugli alberi per trovare una giusta distanza da cui guardare le cose e non per questo meno empatico o partecipe verso le questioni sociali e politiche dei suoi contemporanei”.

Italo Calvino: un film a metà tra la sfera classica e personale

Italo Calvino è l’autore italiano più popolare del Novecento, e questo Duccio Chiarini lo sa, per ciò costruisce un film classico servendosi di un punto di vista personale in cui non manca la voglia e il piacere che Calvino aveva per il disegno e per il cinema, oltre che per la parola scritta. Per lo scrittore, il cinema non era solo una forma di evasione ma anche “dimostrazione che si potevano creare forme compiute, dei racconti artigianalmente perfetti”. Questo è uno dei tanti elementi che si intreccia alla figura di Calvino a cui dà voce il regista Paolo Virzì, coinvolto nel documentario e che descrive il protagonista de Il Barone Rampante come un Pinocchio: “innocente, alla scoperta della vita con un senso anche avventuroso”. Assieme a Virzì, hanno preso parte al docu – film Ariane Ascaride, Walter Barberis, Mario Barenghi, Silvia Bencivelli,Stefano Bollani, Giovanna Calvino, Merve Emre, Marie Fabre, Ernesto Ferrero, Marco Macchi, Letizia Modena e Martin Rueff.
Durante un trasloco per trasferire tutta la biblioteca di Calvino dalla sua casa/studio di Campo Marzio alla Biblioteca Nazionale di Roma, in una scatola di scarpe sono state ritrovate alcune vecchie bobine 9mm che si sono rivelate essere dei filmini che aveva girato il padre di Calvino negli anni Venti. Queste sono state digitalizzate da Home Movies e, oggi, vengono mostrate al pubblico per la prima volta.

Margherita Bordino

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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