Oppenheimer, il film amato dalla stampa internazionale

In Italia a fine agosto, il film di Nolan è nelle sale USA dal 21 luglio. Inizia a tutti gli effetti la Barbienheimer e intanto sale l’attesa per un film definito ‘capolavoro’ dalla stampa internazionale

Il nuovo film di Christopher Nolan è dal 21 luglio nelle sale americane, dove sfida l’uscita di Barbie – appunto si parla ironicamente di Barbienheimer – mentre in Italia è distribuito dal 23 agosto. La stampa internazionale, che ha avuto modo e accesso alle varie premiere del film, parla di capolavoro, di miglior lavoro del regista, ed in effetti il progetto è veramente enorme.

Oppenheimer dura tre ore e l’attrice Emily Blunt ha rivelato di aver scelto il progetto per come negli ultimi 20 minuti conduca le più linee narrative ad un epilogo commovente. Il film, dedicato interamente alla figura del noto fisico J. Robert Oppenheimer, colui che con il suo team inventò la bomba atomica, prende ispirazione dal libro di Martin J. Sherwin e Kai Bird, Robert Oppenheimer, il padre della bomba atomica. Il trionfo e la tragedia di uno scienziato.

Oppenheimer: le reazioni della stampa

L’uscita italiana a distanza di un mese da quella internazionale da un lato è un po’ deludente, dall’altro accresce l’attesa. Per farci un’idea di come è il film, proponiamo alcune dichiarazioni autorevole di voci del giornalismo cinematografico. Secondo Lindsey Bahr, dell’Associated Press, Oppenheimer è davvero un risultato spettacolare, nel suo adattamento veritiero e conciso, nella narrazione inventiva e nelle interpretazioni sfumate di Cillian Murphy, Emily Blunt, Robert Downey Jr., Matt Damon e molti, molti altri coinvolti, alcuni solo per una scena“.

“Il lavoro più impressionante di Nolan nel modo in cui combina la sua riconosciuta maestria visiva con uno dei personaggi più profondi del recente cinema americano”, commenta Kenneth Turan su Los Angeles Time. Mentre Robbie Collins del Telegraph ammette che il film “mi ha messo KO, colpendo il mio cervello come un nucleo di plutonio e mi ha lasciato singhiozzare per i titoli di coda come se non potessi ricordare nient’altro. E per tutti coloro che si sono lamentati della mancanza di sesso nei precedenti lavori di Christopher Nolan, ragazzi, vedrete del sesso come solo Nolan sa rappresentarlo”.


Come Nolan ha scelto il super cast di Oppenheimer

La sceneggiatura, sempre a firma di Christopher Nolan, per Oppenheimer è assolutamente vivace. Questo per lui era fondamentale e per questo motivo si è concentrato su un casting dinamico e con camei memorabili. Il protagonista è però Cillian Murphy. “Ero ben certo che Cillian avrebbe avuto bisogno di un gruppo straordinario di attori attorno, professionisti che potessero metterlo alla prova e spingerlo oltre i propri limiti. In un film con così tante sfaccettature, tutto deve essere credibile e chiaro”, commenta Nolan.

“Questi attori hanno vissuto il set giorno per giorno con una precisa consapevolezza del ruolo del proprio personaggio nella storia, del loro contributo al Progetto Manhattan, della loro posizione in un certo appuntamento, esperimento o discussione in un qualsiasi giorno. La mia fortuna è di essermi trovato ogni giorno della lavorazione circondato da attori che ne sapevano anche più di me su cosa stesse succedendo al loro personaggio, ed è quello a cui veramente aspiri quando sei un regista”.

La chiamata del regista a Murphy è stata per l’attore indimenticabile e lo stesso racconta: “La prima volta che ci siamo trovati su un set, molte cose erano una novità per entrambi, ma quello che appariva chiaro agli occhi di tutti era il suo straordinario talento. Abbiamo trovato una connessione personale, professionale e creativa. Per questo, tento sempre di tornare a lavorare con Cillian. È stato meraviglioso poter alzare il telefono e dire: ‘Questa è la volta giusta, sarai tu il protagonista, tu a dover interpretare un personaggio che avrà bisogno di ogni briciola del tuo talento, fino a metterti alla prova in un modo in cui non hai mai vissuto. E lui non si è tirato indietro. È stato un sogno che si è realizzato per entrambi”.

Margherita Bordino

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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