Venezia 78: Il silenzio grande di Alessandro Gassmann

Una famiglia che cambia. Un tempo che va inevitabilmente avanti, distrugge e crea cose nuove. Tanti piccoli silenzi, tanti grandi parole. Alessandro Gassmann torna al cinema con un film che sa di favola pur essendo specchio di grande realtà e consolida la sua già avviata collaborazione con lo scrittore Maurizio De Giovanni.

Alessandro Gassmann torna dietro la macchina da presa dopo Il premio (2017) per Il silenzio grande. Il primo è un road movie che vede protagonista uno scrittore in viaggio verso Stoccolma dove riceverà il Premio Nobel per la Letteratura, il secondo, e in uscita, trova nuovamente come personaggio principale quello di uno scrittore ma in una veste del tutto diverso e immobile in un luogo. Il silenzio grande, presentato in anteprima alle Giornate degli Autori 2021, arriva in sala dal 16 settembre con Vision Distribution.

LE PAROLE CHE LASCIANO SPAZIO AL RUMOROSO SILENZIO

Tanti piccoli silenzi danno vita a un silenzio grande”, è la teoria della domestica della famiglia Primic, interpretata da una Marina Confalone sempre azzeccatissima e in particolare quando si tratta di ruoli che arrivano dal teatro al cinema. “Tanti piccoli silenzi danno vita a un silenzio grande” è il filo rosso che accompagna tutto il film diretto da Alessandro Gassmann. Si tratta di un silenzio familiare che si crea con il tempo per via di tutte quelle piccole cose non dette che pian piano diventano grandi omissioni e che generano in alcuni casi distacco. Tratto dall’omonima pièce teatrale di Maurizio De Giovanni, che firma anche la sceneggiatura insieme ad Andrea Ozza e allo stesso regista, presenta una messa in scena che preserva la sua natura teatrale, e i tempi. Si pone come commedia degli equivoci, dei conflitti, dei confronti. Il luogo d’azione è la Villa Primic della quale allo spettatore sono rivelati pochi angoli ed in particolare lo studio-libreria del capofamiglia, scrittore di successo che però mai ha ceduto al fascino del cinema. Come dice lo stesso, una volta riconosciuta una inevitabile ristrettezza economica per cui si discute della vendita della casa, “mi accusano di non essermi prostituito ad altri mercanti di parole”. Se questo film riflette molto sul silenzio tra marito e moglie, tra genitori e figli, tra fratelli, al tempo stesso accende una miccia anche sull’uso delle parole, quelle stesse parole che a volte sono date per scontate, altre volte vengono esasperate. E su questo, sempre il personaggio della domestica, grillo parlante del capofamiglia, rivolgendosi a lui dice “siete uno scrittore a cui mancano le parole con la propria famiglia” e poi aggiunge “le parole sono importanti e più sono importanti, più si ha paura a dirle”.

UNO SGUARDO ALLA STORIA DEL FILM

Villa Primic, un tempo lussuosa dimora, ora scricchiolante magione che sembra uscita da un racconto di fantasmi, è stata messa in vendita. Una decisione dolorosa, presa dalla signora Primic, Rose, e condivisa a dai due eredi della fortuna dilapidata della famiglia, Massimiliano e Adele: l’unico che non è affatto contento è il capofamiglia, Valerio, che scoprirà di non aver mai davvero conosciuto i suoi cari e, forse, nemmeno se stesso, fino a raggiungere l’amara consapevolezza che vivere non significa essere vivi. “Con lo scrittore di best-sellers Maurizio De Giovanni, ho una collaborazione ormai lunga. Ho sempre pensato che l’opera teatrale di De Giovanni rivelasse forti radici e potenzialità cinematografiche. L’abbiamo prima sperimentata a teatro, dove ci ha regalato emozioni indimenticabili, ed ora, finalmente, diventa il mio terzo lungometraggio da regista”, dichiara Alessandro Gassmann. “In questo film parliamo di famiglia, di cambiamenti inevitabili, del tempo che passa, e lo facciamo alla metà degli anni Sessanta a Napoli, a Posillipo, con una famiglia che dovrà affrontare una vita diversa da quella agiata vissuta fino a quel momento. Il Silenzio Grande è un film di luci ed ombre, di silenzi e di esplosioni di parole, di risate, visioni, angosce, dove tutti parlano e nessuno veramente ascolta”. Il silenzio grande nel suo adattamento cinematografico, proprio come avvenuto con lo spettacolo teatrale, è un lavoro di grande garbo e sincerità, con colpi di scena e una dolcezza intrinseca dall’inizio alla fine. Una storia che non rinuncia all’ironia e al dolore, e che molto ricorda lo stile dei De Filippo. Fanno parte del cast oltre a Marina Confalone anche Massimiliano Gallo, Margherita Buy, Antonia Fotoras e Emanuele Linfatti.

Margherita Bordino

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

Scopri di più