La “Netflix della cultura italiana” si farà sulla piattaforma Chili e si chiamerà ItsArt

La “Netflix della cultura italiana”, proposta dal Ministro Franceschini durante il primo lockdown, si farà e ha anche un nome: si chiamerà ItsArt, e nasce dalla collaborazione tra Cassa Depositi e Prestiti e la piattaforma tv Chili

A lanciare l’idea di una “Netflix della cultura italiana” era stato il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini, durante il primo lockdown: “stiamo ragionando sulla creazione di una piattaforma italiana che consenta di offrire a tutto il mondo la cultura italiana a pagamento, una sorta di Netflix della cultura, che può servire in questa fase di emergenza per offrire i contenuti culturali con un’altra modalità, ma sono convinto che l’offerta online continuerà anche dopo: per esempio, ci sarà chi vorrà seguire la prima della Scala in teatro e chi preferirà farlo, pagando, restando a casa”spiegava Franceschini durante un’intervista rilasciata per la trasmissione televisiva Aspettando le parole dello scorso aprile“In queste settimane di lockdown si è capita fino in fondo la potenzialità enorme del web per la diffusione dei contenuti culturali, c’è stato un esplodere di creatività, ed è proprio questa la base di partenza per sviluppare un progetto più strutturato”. Un progetto che quindi andrebbe a colmare, intanto, le lacune cui la pandemia ci sta costringendo, e da continuare a sviluppare anche dopo la fine dell’emergenza sanitaria. Idea, quella di Franceschini, che troverà riscontro nella realtà grazie a una collaborazione con la Cassa Depositi e Prestiti e Chili, azienda con sede a Milano che opera nella distribuzione via internet di film e serie tv, e non a caso chiamata la “Netflix italiana”. Ovviamente la nuova piattaforma avrà un nome “tutto suo”: si chiamerà ItsArt, e a dare in anteprima la notizia del suo nome è Angelo Zaccone Teodosi in Key4biz.

Il logo della piattaforma ITsArt

Il logo della piattaforma ITsArt

ITSART, LA “NETFLIX DELLA CULTURA ITALIANA” VOLUTA DA FRANCESCHINI

La piattaforma digitale vede la collaborazione tra Cassa Depositi e Prestiti – che ha deciso di dare vita alla Newco, di cui terrà il 51% con un investimento di 9 milioni di euro – e Chili, che deterrà invece il 49% a fronte di un investimento di 9 milioni tra know how e cash. A questi due attori si aggiunge il MiBACT, che farà da regista del progetto, versando 10 milioni di euro provenienti dal Recovery Fund. Già pronta la home ITsArt, dove è presente una landing page che fornirà costantemente gli aggiornamenti e le indicazioni per gli addetti ai lavori; inoltre, è possibile inviare proposte di contenuti anche legati a eventi e manifestazioni culturali all’indirizzo indicato. Per quanto riguarda la scelta del logo, si è optato per una linea che vuole evocare l’italianità con un richiamo al tricolore. Il punto davanti a IT, è riferito all’estensione ‘.it’, indica la proiezione italiana sul web, sottolineando la digitalità del progetto.

ITSART, OVVERO IL LOGO (E IL NOME) DELLA DISCORDIA

Il nome della nuova piattaforma è stato svelato solo da poche ore, eppure iniziano a piovere perplessità proprio a partire dal… nome. Perché chiamare una piattaforma italiana dedicata alla cultura italiana in inglese? E poi non sono mancate polemiche sul logo utilizzato per rappresentare e lanciare il nuovo progetto: anonimo, privo di verve, “orrendissimo”, si legge tra i commenti e i post su Facebook, “very brutto”, rimarcando così l’utilizzo della lingua inglese, “sforzarsi di trovare un nome in italiano?”, si chiede un altro utente. L’italianità del progetto sembra essere evocata dall’utilizzo dei colori, quelli del tricolore, dando così vita a un cortocircuito non solo visivo ma anche concettuale.

ITSART: COME FUNZIONEREBBE?

Nei piani di Franceschini, la Netflix della cultura italiana consentirebbe, a tutti gli utenti abbonati alla piattaforma, di partecipare “virtualmente” e da qualsiasi parte del mondo ai grandi eventi dell’arte e della cultura che si tengono in Italia: prime teatrali, concerti, mostre, fiere. Inoltre la piattaforma metterebbe a disposizione contenuti sul patrimonio artistico del Paese, per diffondere e promuovere la conoscenza della cultura italiana nel mondo.

– Desirée Maida

*Articolo aggiornato il 12 gennaio 2021

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

Scopri di più