Franca Valeri: la signorina snob del cinema e del teatro compie 100 anni

Raccontiamo Franca Valeri, attrice e sceneggiatrice, musa di Francesco Vezzoli, che il 31 luglio 2020 compie un secolo di vita. Per il suo centenario La Tartaruga pubblica una raccolta di tutte le sue opere teatrali, un pezzo di storia del nostro Paese che attraversa il cinema e il teatro.

Ha dato vita a maschere indimenticabili come la sora Cecioni e la signorina Snob. Ha vissuto sul palcoscenico come fosse la sua casa più bella. Ha scritto commedie divertentissime. Lettrice accanita di Proust, Stendhal, Valéry (da qui il suo nome d’arte), Franca Valericompie 100 anni. Nata a Milano il 31 luglio 1920, ha una carriera da fare invidia. Oggi non ha paura della morte, le manca il teatro – dove vorrebbe ancora esibirsi se non fosse costretta su una sedia a rotelle -, ed è curiosa di cosa le spetta nell’aldilà. Il David di Donatello quest’anno le ha conferito il Premio alla carriera, arrivato forse troppo tardi, ma arrivato e più che meritato. Musa dell’artista Francesco Vezzoli, la Valeri fu ad esempio protagonista de Il Sogno di Venere, secondo capitolo della An Embroidered Trilogy dell’artistar, diretto con Lina Wertmüller (lo trovate qui).

DOPO LA GUERRA LA VERA NASCITA

Franca Valeri non crede in Dio anche se ogni tanto dice qualche preghiera in ebraico. Il papà era ebreo. Ricorda bene gli anni del fascismo, i suoi anni più brutti nei quali non poteva andare a scuola e neanche a teatro. In una recente intervista racconta: “preparai l’esame a casa, da privatista. Prima andavo al Parini. Provai a dare l’esame al Manzoni, sperando che non se ne accorgessero. Non se ne accorsero. L’Italia è sempre stata un po’ inefficiente”. Parlando con Aldo Cazzullo dice ancora: “Mia mamma era disperata a sapermi in giro da sola. In quei giorni a Milano si sparava ancora per strada. Ma io volevo vedere se il Duce era davvero morto. E vuol sapere se ho provato pietà? No. Nessuna pietà. Ora è comodo giudicare a distanza. Bisogna averle vissute, le cose. E noi avevamo sofferto troppo”. Per Franca Valeri, come tanti altri suoi coetanei, la giovinezza iniziò in ritardo, il 25 aprile del 1945. Da quel momento inizia per lei un percorso impegnativo e artistico fatto di tanta creatività, intuizione e dialettica perfetta.

L’ITALIA E LE DONNE DEL DOPOGUERRA

Il vedovoe Il segno di Venere(di cui è anche sceneggiatrice) di Dino Risi(pellicole che affermavano la coppia comica Valeri-Sordi), Totò a coloridiSteno, Arrangiatevidi Mauro Bolognini, Rocco e i suoi fratellidi Luchino Viscontisono i film che le hanno permesso di affermarsi al cinema, ma il suo posto primario non è quello. La sua vera passione è il teatro, il luogo dove la sua voce e il suo corpo sono stati liberi di esprimersi. Prima sul palcoscenico e poi in tv ha portato monologhi straordinari, ironici, sfaccettati, per raccontare le donne del dopoguerra. Franca Valeri con le sue parole messe su un foglio bianco e poi interpretate ha raccontato un Paese in trasformazione, impersonando perfettamente la parlata romana, pur essendo del nord. Il suo pregio più grande, ben oltre un talento instancabile e percepibile, è quello di avere fatto riflettere tanti spettatori e telespettatori su vizi e vizietti pubblici e privati.

TUTTE LE COMMEDIE DI FRANCA

Nella postfazione di Franca Valeri, tutte le commedie si legge: “per la prima volta una donna è riuscita a raccontare ciò che di tragico e ridicolo stava accadendo alle donne italiane, stonate e travolte dalle circostanze, strappate dal torpore provinciale dei centrini, da secoli di vita di paese e analfabetismo, di chiacchiere da salottino davanti a finestre che inquadrano sempre lo stesso orizzonte mobile, e buttate di colpo, senza cautele, in un universo veloce, tecnologico e male informato. È l’Italia della ricostruzione. Il telefono impugnato dalla Sora Cecioni è il gesto esemplare di questo essere umano chiuso in un appartamento metropolitano, circondato da un fantasma di famiglia e vessato dalla più vaneggiante solitudine”. A firmare la postfazione è Patrizia Zappa Mulas che sintetizza perfettamente l’azione artistica che ha contraddistinto Franca Valeri dalle altre donne del suo tempo.

IL TEATRO, IL DESIDERIO PIÙ GRANDE

Per il suo centenario Franca Valeri ha un unico desiderio realizzato dalla figlia adottiva Stefania Bonfadelli, la persona che da qualche anno fa da tramite tra Franca e il mondo. Stefania Bonfadelli ha curato la regia di La vedova Socrate, una delle commedie più divertenti e note della madre che desiderava di rivederla in scena, affidando la parte della protagonista che era stata sua, la sfrenata moglie del filosofo greco citato nel titolo, a Lella Costa, altro grandissimo talento italiano. E così è stato: La vedova Socrate ha debuttato al Teatro Greco di Siracusa per la stagione dell’Inda e il 31 luglio, il giorno esatto del compleanno, è nel chiostro del Piccolo Teatro di Milano per poi lanciarsi in una lunga tournée. “Che c’è niente pe’ noi?”, chiederebbe la Sora Cecioni con la cornetta del telefono in mano. E oggi qualcosa c’è, l’Italia omaggia Franca Valeri e i suoi 100 anni!

Margherita Bordino

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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