L’Italia in quarantena. Call per un documentario collettivo sullo stile di Gabriele Salvatores

Prende spunto dal film collettivo "Italy in a Day" del regista premio Oscar, l’idea di alcuni coinquilini filmmaker reclusi a Bologna di montare video inviati dagli italiani che raccontino la loro quotidianità in tempo di Covid-19

Il balcone di casa come comune denominatore di canti, suonate, flashmob musicali oppure di film cult proiettati sulle facciate dei condomini. In questi giorni di clausura forzata nelle abitazioni di tutta Italia stiamo vedendo iniziative creative di ogni tipo. Perché non farne un film? Ci ha pensato un team di filmmaker di base a Bologna con il progetto Quarantena – documentario collettivo che, vista l’impossibilità di svolgere riprese all’aperto, ha deciso di lanciare una call su Facebook per ricevere contenuti audiovisivi che raccontino la quotidianità degli italiani durante l’isolamento per Coronavirus: “vorremmo coinvolgere quante più persone possibili facendoci inviare materiale multimediale per poi montare il tutto in un documentario sull’assurda situazione che stiamo vivendo, prendendo spunto dal documentario ‘Italy in a Day’ di Salvatores”.

“COMPLICE” GABRIELE SALVATORES

Il progetto di Gabriele Salvatores – uscito nelle sale nel 2014 per un evento speciale di un solo giorno dopo l’anteprima al Festival del Cinema di Venezia, e poi messo in onda da Rai3 in prima serata qualche giorno dopo – era una versione italiana del mondiale Life in a Day di Kevin Macdonald, prodotto da Ridley e Tony Scott nel 2011. Si trattava appunto di un film collettivo che raccontava l’Italia vista dagli italiani nel giorno 26 ottobre 2013. Arrivati 44197 video ripresi da qualsiasi apparato di registrazione, inclusi webcam e smartphone, per un totale di 2200 ore di immagini, ne sono stati selezionati e montati 632 che sono andati a comporre i 75 minuti definitivi del film. La stessa operazione che ora vorrebbe replicare questo gruppo di coinquilini (film-maker e antropologi) reclusi a Bologna. “Molti lavori in ambito artistico/culturale in questo periodo di quarantena stanno subendo un grandissimo freno. Bisogna però reinventarsi e cercare nuovi modi per continuare a produrre. Da qui l’idea del documentario collettivo”, spiega il collettivo ad Artribune.

LA CALL PER PARTECIPARE

Analizzando l’argomento del giorno, da più giorni, ovvero “Covid-19”, e vista la situazione di stallo lavorativa in cui tanti italiani si trovano, abbiamo deciso di intraprendere questo progetto: cercare di costruire una panoramica sul periodo storico particolare che stiamo attraversando tutti. Il Covid-19 non è solo una malattia, è un fenomeno pervasivo che altera la capacità di intendere quello che abbiamo definito come normalità, salute, libertà individuale, pericolo e molto altro. Vorremmo dunque entrare nella “quotidianità” dei cittadini sul territorio nazionale per scoprire cosa pensano in questa particolare fase storica, avere un’idea a 360° di come le persone stanno vivendo questo periodo di reclusione”. Nella call, che scade il prossimo 4 aprile, c’è spazio anche per contributi artistici in senso stretto: ad esempio, le produzioni musicali create in questi giorni, che potranno diventare parte della colonna sonora, oppure i dipinti, che potranno far parte della locandina del lungometraggio. Alcune opere, video e canzoni, verranno inoltre caricate sui canali social del progetto. “Una volta terminato, il progetto sarà inizialmente fruibile online”, concludono i filmmaker. “Se poi qualche emittente televisiva sarà interessata alla trasmissione sui loro canali, ben venga!”.

-Claudia Giraud

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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