Massimo Cantini Parrini e i costumi del Pinocchio di Garrone in mostra a Prato

Il Museo del Tessuto di Prato inaugura una mostra dedicata al pluripremiato costumista Massimo Cantini Parrini. Prima assoluta per gli oltre 30 costumi realizzati per il Pinocchio di Matteo Garrone

L’occhio vuole la sua parte, soprattutto in un film che racconta una fiaba come quella di Pinocchio, al cinema dal 19 dicembre con 01Distribution. Il regista Matteo Garrone si è rivolto per i costumi del film al costumista Massimo Cantini Parrini col quale aveva già collaborato per Il racconto dei racconti e Dogman. E gli straordinari costumi di Pinocchio sono esposti in prima assoluta al Museo del Tessuto di Prato dal 21 dicembre 2019 al 22 marzo 2020. La mostra dedicata ai costumi realizzati da Cantini Parrini è divisa in due sezioni: la prima permette allo spettatore di cogliere a pieno la grande passione e conoscenza del costumista per gli abiti d’epoca e per il costume antico, e qui sono esposti 7 capi d’abbigliamento storici del XVIII e XIX secolo provenienti dalla collezione personale di Massimo Cantini Parrini, utilizzati come fonte di ispirazione diretta per la progettazione di alcuni costumi del film Pinocchio; la seconda sezione è un vero tributo al film, in mostra ben 32 costumi. Tra gli abiti dei personaggi principali si possono ammirare: il costume di Geppetto, composto da un frac in tela di lino, pantaloni corti sotto il ginocchio e un gilet a righe; quello del Grillo parlante, rappresentato nelle vesti di persona dotta, di professore; Mangiafuoco è avvolto in un cupo cappotto di fustagno di cotone; il Gatto in un tight di lana e gilet di velluto; la Volpe cappotto di lana sciallato in astrakan e gilet di seta a piccoli pois; l’abito di Pinocchio, realizzato in tessuto jacquard con effetto increspato. I costumi di Massimo Cantini Parrini aggiungono al film di Garrone per tocco in più che rende la fiaba reale ed emozionante.

– Margherita Bordino

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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