L’amica geniale: nella serie tv di Saverio Costanzo emancipazione sociale e lotta di classe

Dopo lo straordinario successo letterario, L'amica geniale, bestseller di Elena Ferrante, ha debuttato su Rai 1 il 27 novembre e ha tutte le premesse per diventare una delle migliori serie Tv degli ultimi anni

Elena Ferrante è un’autrice senza volto, eppure le sue storie universali, sono riuscite a rapire l’attenzione di un pubblico vasto di lettori. Questa volta, però, il suono delicato delle sue parole, non ha trovato rifugio nella pagina bianca, ma come spesso accade alle grandi opere, si è fuso nella sacralità della settima arte ed è riuscito a restare esattamente fedele al racconto. A onor del vero, L’amica geniale, primo volume della fortunata tetralogia dell’anonima scrittrice, ha fatto il suo debutto su Rai 1 e il risultato ottenuto non poteva che essere straordinario.

L'amica geniale - Festival del Cinema di Venezia

L’amica geniale – Festival del Cinema di Venezia

LA SCENEGGIATURA

La sceneggiatura, supervisionata dalla stessa autrice e dallo scrittore Francesco Piccolo, non ha lasciato nulla al caso curando minuziosamente ogni dettaglio e sfumatura. Girati in dialetto napoletano, i primi due episodi (Le bambole e I soldi), diretti da Saverio Costanzo e magnificamente interpretati da Elisa del Genio e Ludovica Nasti, rispettivamente nei panni di Elena (Lenù) e Raffaella (Lila), rivelano tutte le complessità dell’infanzia e dell’adolescenza. A fare da sfondo alla storia delle due protagoniste c’è il quartiere Luzzatti della Napoli anni 50, ricostruito in una ex fabbrica a pochi chilometri da Caserta. Una cappa a cielo aperto, un concentrato di ignoranza e di miseria, ma soprattutto di sopraffazione. Un rione preda dell’ignoto, privo di spazi verdi e luoghi rassicuranti. Un rione in cui la quotidianità striscia sul terreno come un serpente stordito e la speranza, come il pianto straziante di un neonato, è alla ricerca di carne viva, resistente. Le palazzine, mischiate al fango, alla polvere, sono un’accozzaglia di comicità e di volgarità o come diceva il grande Eduardo De Filippo “‘nu teatro antico, sempre apierto”. E poi c’è una chiesa e un tunnel che porta al mare, un percorso fatto di incontri e sogni, un viaggio di scoperta che, le due giovani amiche, hanno dovuto rimandare a causa della pioggia. Forse non era quello il momento per evadere da quel mondo, fatto di case basse e muri di tufo.

ORGOGLIO MADE IN ITALY

Coprodotto da HBO e Rai, L’amica geniale ha conquistato il pubblico di ogni dove, raggiungendo un picco di oltre 7 milioni di spettatori. Le vicende di Lila e Lenù sono una degna analisi socio-educativa, un autorevole esempio di resistenza. Le due bambine percorrono con coraggio la strada dell’emancipazione, ma troppe volte, il loro sogno di libertà viene soffocato da un sistema sociale avvezzo ad un patriarcato violento e ottuso. Approfondendo, al contrario, l’altro lato della medaglia, questa storia vuole volgere uno sguardo ottimista verso il domani, spesso compromesso, derubato. E in questo groviglio di emozioni, i dialoghi deflagrano sullo schermo con una potenza indomabile, gli enigmi sembrano avvolti da un’aura soave e gli sguardi intensi degli interpreti trasudano contraddizioni tali da essere fragili e toccanti. Esserci l’una per l’altra: è la vera essenza di questa opera; andare oltre le differenze e abbandonarsi alla più potente arma sociale: la solidarietà.

– Luigi Affabile

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Luigi Affabile

Luigi Affabile

Luigi Affabile nasce in provincia di Napoli nel 1988. Dopo un'infanzia, divisa tra cartoni animati, videogiochi e film in bianco e nero in compagnia della nonna, si iscrive all'ITIS Enrico Medi di San Giorgio a Cremano (città nota per aver…

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