Festa del Cinema di Roma: il Pop Sentimentale di Giosetta Fioroni. Il documentario di Sky Arte

Alla Festa del Cinema ancora connessioni con l’Arte Contemporanea. Un documentario di Sky Arte celebra Giosetta Fioroni.

La storia dell’arte si costruisce anche su Sky Arte, accade con Pop Sentimentale, il documentario su Giosetta Fioroni presentato alla Festa del Cinema di Roma. Una pellicola non autoriale, di impostazione classica, ma utile e importante per costruire ed affinare i rischiosi percorsi  di storicizzazione in vita. Unica donna del gruppo degli artisti della Scuola di Piazza del Popolo, Giosetta sedeva al Caffè Rosati con Schifano, Festa, Angeli. Tempi in cui –origliò lei stessa per caso in galleria, pronta a colpire con un calcio l’autore di tale sentenza – i collezionisti non volevano comprare opere di giovani artiste inclini– a loro dire- ad accantonare l’arte per la famiglia.

LE DONNE NELL’ARTE

Era la fine degli anni ’50, il sessantotto non aveva ancora travolto gerarchie e i ruoli sociali, eppure Giosetta riuscì ad imporre la sua femminilità con gentile autorevolezza, determinata ad essere un pittore (pittrice le suonava male). Non fece alcuna battaglia linguistica per modificare desinenze di genere, e non si unì alle femministe che ai suoi occhi apparivano violente e vocianti, la sua guerra, tutta personale, si svolse iniettando femminilità pura nell’arte. Dai cuori già presenti nel periodo informale che sancisce il suo legame con Toti Scialoja -di cui fu allieva all’Accademia- ai volti delineati dagli argenti industriali che l’hanno resa celebre, l’intento è costruire un’epica del femminile, con l’esibizione di qualità come la bellezza e il fascino, in quel momento percepiti come minacce all’emancipazione. Figlia di uno scultore e di una marionettista, il suo quotidiano fu un laboratorio in cui sperimentare materiali, tecniche, linguaggi e atmosfere da mettere in scena nei suoi teatrini.

L’INCONTRO CON PARISE

E poi l’incontro della vita con Goffredo Parise, con cui condivise l’anima oltre che i giorni.  È Giosetta stessa che col supporto di memorie, foto e video di repertorio si racconta, coadiuvata dagli interventi di compagni di strada come Achille Bonito Oliva e da voci di altre generazioni come Francesco Vezzoli (che per TV 70. Francesco Vezzoli guarda la Rai alla Fondazione Prada ripropone la celebre performance Spia Ottica). Tante incursioni anche nella moda, da costumista alla RAI ai disegni per una Carmen tutta a pois- i cui bozzetti hanno ispirato una delle recenti collezioni della maison Valentino: l’opera di Bizet, diretta da Arbasino e scenografata da Vittorio Gregotti, ricevette tanti fischi da essere interrotta ma in compenso è rimasta celebre per aver incantato Barthes. Altri tempi, luoghi, persone, reazioni, trascorsi e andati. Resta solo Giosetta, discreta e luccicante, più sentimentale che pop.

Mariagrazia Pontorno

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati