Venezia 74: il settimo giorno al Lido. Il trionfo di Three Billboards, la madre di Aronofsky

C’è odore di Leone per Three Billboards Outside Ebbing, Missouri? La sala lo accoglie con un entusiasmo unanime. Il settimo giorno al Lido offre anche la visione del film di animazione La Gatta Cenerentola.

Three billboards outside ebbing, Missouri

Three billboards outside ebbing, Missouri

La mattina presto del settimo giorno della 74 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, il Pala Biennale accoglie con una ovazione Three Billboards Outside Ebbing, Missouri, sinora unica opera in concorso verso cui il giudizio positivo di stampa e pubblico è unanime. Martin McDonagh costruisce un impianto narrativo che osa senza mai strafare, regalando agli spettatori incantati una sceneggiatura da manuale. I tre cartelli (billboards) sono quelli affissi da una madre (la strepitosa Frances McDormand) per richiamare con delle semplici frasi (pratica familiare all’arte contemporanea) l’attenzione su un caso irrisolto che la riguarda da vicino: lo stupro e l’assassinio della figlia. Ancora una volta l’America profonda e tanta violenza verbale e fisica, raccontati con maestria dall’autore di In Bruges. Ma l’attesa di oggi era tutta per Darren Aronofsky, come attestato dall’ingorgo creatosi davanti alla Sala Grande per l’intera giornata: dalla proiezione stampa al red carpet serale. Mother è un film che non lascia indifferenti, e sebbene sia difficile dare un giudizio limpido e mantenere le distanze da una mole tanto invasiva di immagini disturbanti, di certo vi è che l’opera di Aronofsky instilla nello spettatore un fastidio a rilascio prolungato. In conferenza stampa Jennifer Lawrence è dovuta fuggire dalla calca dei giornalisti-fan, rivivendo la dimensione claustrofobica del suo personaggio. Sempre in Sala Grande accoglienza trionfale per Michael Caine, protagonista di My Generation, il documentario di David Batty dedicato alla scena artistica londinese degli anni sessanta. Tante splendide immagini di repertorio e soprattutto tanta buona musica per un lavoro che visto il tema non brilla per originalità ma che racconta, in forma di lungo videoclip con inserti grafici molto curati, la carica eversiva e la potenza creativa di anni irripetibili. In serata, in Sala Darsena, la proiezione di La Gatta Cenerentola, rivisitazione di una fiaba di Giambattista Basile (interpretata a teatro magistralmente da Roberto De Simone nel 1976) che è pure il nome dell’ingegnere sognatore protagonista del film, omaggio al grande scrittore seicentesco. Finalmente un’opera italiana da applaudire.

Mariagrazia Pontorno

www.labiennale.org

NON APRIRE QUELLA PORTA

Mother, Darren Aronofsky

Mother, Darren Aronofsky

Difficile poter dare cenni sulla trama Mother, gli stessi personaggi non hanno un nome. Il film di Aronofsky è la metafora sacra di un paradiso perduto che parte dall’annunciazione sino alla nascita, l’adorazione, il sacrificio e persino la transustansazione di un messia: il tutto vissuto dal punto di vista di una giovane donna di sovrumana bellezza, la Madre appunto (Jennifer Lawrence). Ma c’è molto di più in questo inquietante film: per esempio il tema della divinità è strettamente connesso con quello dell’atto creativo e quindi dell’artista, e al posto dei fedeli ci sono i fan. Il protagonista maschile è uno scrittore (Javier Bardem), sensibile alle lusinghe del pubblico-demone (la coppia Ed Harris-Michelle Pfeiffer) tanto quanto è irrispettoso nei confronti della devota moglie. Il piano della dipendenza affettiva si sovrappone a quello del rapporto filiale tra artista e musa: la forza ispiratrice che genera l’opera è difatti la stessa figura materna che sostiene l’artista, immolandosi per lui. Una spirale mortale per la donna-madre-musa che si presta a donare amore incondizionato spogliandosi finanche del cuore (come si evince pure dalla locandina) per l’uomo-figlio-artista-narciso perverso. Dopo aver visto il film difficilmente si avrà voglia di aprire la porta a sconosciuti in cerca di un B&B.

Sala Grande,
Mother, Darren Aronofsky,
in concorso

DALLA FAVOLA DI BASILE, ALL’ANIMAZIONE

La Gatta Cenerentola

La Gatta Cenerentola

La Gatta Cenerentola è un film d’animazione per adulti diretto da Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri, Dario Sansone, e doppiato, tra gli altri, da Alessandro Gassman, con musiche di Daniele Sepe. La messa in scena in chiave contemporanea (con tanto di scarpina) si svolge a Napoli ed è una riflessione amara sull’impossibilità di cambiare un tessuto sociale ormai incancrenito e impermeabile alle spinte innovative. I registi innestano nella fiaba di Basile un elemento ipercontemporaneo e di grande suggestione: una realtà costituita da ologrammi che rappresentano la memoria persistente, seppure labile e a intermittenza, di un tentativo di cambiamento. Un po’ debole l’aspetto grafico, probabilmente per la mancanza di un budget adeguato, ma soprattutto difficile poter esportare all’estero un’opera così piena di riferimenti locali.

Sala Darsena,
La Gatta Cenerentola,
Orizzonti

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