Magia, eroi e celebrità. La parola agli ospiti del 47esimo Giffoni Film Festival

Cosa è la magia? Come descriverla e raccontarla ai più piccoli? I commenti, le opinioni, gli aneddoti di alcuni dei protagonisti del 47esimo Giffoni Film Festival.

Magia, eroi e celebrità sono le parole che meglio sintetizzano la 47esima edizione del Giffoni Film Festival. Una edizione di star italiane e internazionali, che lascia sempre meno spazio alla stampa e si affida al buon gusto e al giudizio dei piccoli e giovani spettatori intervenuti. Un’edizione, questa, che ha visto grandi ritorni, prime nazionali importanti per la stagione estiva e l’incanto offerto dai talenti internazionali.

Giffoni

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I RITORNI

Jasmine Trinca era già stata ospite al Giffoni Film Festival a soli 19 anni, dopo avere esordito al cinema con Nanni Moretti direttamente sulla Croisette di Cannes. Dopo dodici anni da quel momento fa il suo ritorno sul Blu Carpet per raccontare ai giovanissimi la sua esperienza di donna, attrice e madre. “Il cinema in qualche modo è una forma di conservazione della magia”, dice Jasmine Trinca. “Sono convinta che nonostante quello che ci sta accadendo, questa forma di condivisione che si ha con il cinema è diversa dalla serie televisiva. Con le serie tv si ha una condivisione molto privata, invece questa magia del dividere con altri un film, di stare in una sala… è un’altra cosa”. Anche per Mika essere a Giffoni rappresenta un grande ritorno. Dopo l’esperienza coinvolgente dello scorso anno, il cantante e conduttore (Casa Mika torna su Rai 2 in autunno) ha voluto ripetere il Q&A con le giurie del Giffoni Film Festival, un momento che di fascino ne ha sicuramente molto e di anno in anno sempre di più. “Io ho avuto due tipi di insegnanti nella mia vita: quelli super cattivi che io ricorderò sempre perché non mi sono piaciuti per nulla, e più della metà che sono stati super importanti nella mia vita, mi hanno formato e fatto molto di più di quello che era loro richiesto. Vorrei essere un insegnante che ha la capacità di capire che ogni persona è diversa e che le regole non sono uguali per tutti. Le regole devono essere adattate al singolo caso. Quando le regole sono forzate sorgono sempre tantissimi problemi”.

LE ANTEPRIME

Tra le anteprime nazionali presentate alla 47esima edizione del Giffoni Film Festival ci sono due film: uno è ormai un cult di animazione e l’altro una scommessa tra tecnologia e maternità. Da un lato c’è Cattivissimo Me 3 e dall’altro Monolith. Il terzo capitolo che coinvolge la storia di Gru e dei piccoli e logorroici Minions è stato presentato e accompagnato dalle voci italiane di Arisa, Paolo Ruffini e Max Giusti. I cartoon sono sempre un must e lo sono ancora di più per chi è stato piccolo qualche decennio fa. “La felicità mia da bambino sono gli anni ’80. Io mi son tatuato Arnold… Sono gli anni della spensieratezza”, dice Paolo Ruffini. “Non c’era un oggetto come magari un telefono dove puoi fare tutto. C’erano tanti oggetti con cui potevi fare tante cose diverse. Dal walkman al video registratore alla video cassetta fino allo stereo, e quindi per me sono gli anni della libertà anche creativa e di comicità. Secondo me non è male guardare al passato per evolversi! E gli anni ’80 sono un grande cubo di Rubik che quando metti apposto svelano un bel colore”. Monolith è tutt’altro genere. Racconta di Sandra che resta chiusa fuori dalla sua la macchina, la più sicura al mondo, costruita per proteggere i propri cari da qualsiasi minaccia. Suo figlio David è rimasto al suo interno, ha solo due anni e non può liberarsi da solo. Intorno a loro il deserto, per miglia e miglia. Sandra deve liberare il suo bambino, deve trovare il modo di aprire quella corazza di acciaio, ed è pronta a tutto, anche a mettere a rischio la sua stessa vita. Al Giffoni Film Festival arrivano a presentare il film il regista Ivan Silvestrini e Mauro Uzzeo. “Monolith nasce da un fumetto di Racchioni e dalla idea di avere più vite. È un concept che già dalla prima struttura nasce come possibilità di essere declinata sia in ambito fumettistico che cinematografico, cercando di sfruttare al massimo entrambi i mezzi. Vedere Monolith finito è semplicemente un sogno che trova una sua concretezza”, dice Mauro Uzzeo. “Racconta il dramma di una madre che non solo lotta contro una macchina ma anche contro i suoi demoni, passando dalla più moderna e sofisticata tecnologia e ambientazione fino all’età della pietra, inseguendo i demoni più ancestrali”. E aggiunge il regista, “credo sia sbagliato raccontare la maternità come una condizione totalmente felice. È la gioia più grande del mondo ma questa gioia arriva con un prezzo che cambia del tutto la vita”.

Amy, Adams, Giffoni Film Festival

Amy, Adams, Giffoni Film Festival

I PREMI OSCAR E GLI INTERNAZIONALI

La vera magia del Giffoni Film Festival è la grandissima possibilità per i più piccoli di incontrare talenti immensi, anche se per loro non sempre notissimi. Personaggi che un domani saranno grati di avere incontrato e in alcuni casi, talent che fanno parte della vera storia del cinema mondiale. È il caso del Premio Oscar Julianne Moore. Una donna che nei bambini trova anche molta creatività e comunicazione. “Ormai sono 12 anni che scrivo libri per bambini”, dice l’attrice di The Hours e Still Alice. “Ho avuto l’ispirazione da mio figlio, quando a 7 anni aveva dei problemi con i denti e poi con le orecchie, che crescevano sempre più. Mi resi conto che si specchiava in continuazione e mi sono ricordata di quando io, a mia volta, avevo problemi con il mio aspetto per colpa di compagni di classe che mi chiamavano “fragola lentigginosa”. Così ho iniziato a scrivere e ho pubblicato quattro libri illustrati per tutti quei bambini che non sanno leggere, e quattro per bambini un po’ più grandi. Poi ne ho scritto un altro a proposito di mia madre e delle sue origini scozzesi, ma è per un altro pubblico, un’altra storia”. Riservatissima con la stampa e calorosa con i ragazzi, Amy Adams è forse una “diva” di altri tempi. Bravissima e amatissima ma non premiata purtroppo dall’Academy per Arrival. “Non credo che il sessismo esista solo a Hollywood: semplicemente è un ambiente molto esposto, quindi magari c’è più attenzione”, afferma la Adams. “Il sessismo è ovunque e a volte è inconsapevole: parlando con un collega ho capito che per lui no era una risposta, mentre per me era l’inizio è una conversazione. È quello che cerco di insegnare a mia figlia: per abbattere il sessismo bisogna puntare sulla comunicazione e sul rispetto per gli altri”. E tra gli altri c’è stato anche un Premio Oscar di “casa nostra”.

Gabriele Salvatores

Gabriele Salvatores

L’ULISSE DI SALVATORES

L’ultima vera star a sfilare sul Blu Carpet: Gabriele Salvatores. Al Giffoni Film Festival parla del suo eroe, del suo Il Ragazzo Invisibile, che rivedremo sul grande schermo in autunno e rivela la sua vera idea di eroe, una idea che abbraccia un po’ tutta la sua cinematografia. “Prendiamo ad esempio Ulisse e Telemaco. Ulisse è il padre, è l’eroe, però non c’è mai, è assente. Telemaco lo aspetta a casa con la fiducia che torni”, spiega Salvatores. “Chi è più eroe, Telemaco che tiene il posto e dice “ti aspetto, ho fiducia in te”, o è più eroe Ulisse che sta andando in giro, ne compie di tutti i colori però non sta con la sua famiglia? Il ragazzino di Io non ho paura è anche lui un supereroe in un certo senso e Il ragazzo invisibile è molto meno supereroe dei supereroi americani. In questo caso abbiamo usato i supereroi e i superpoteri solo come metafora ed esteriorizzazione di sentimenti. Gli eroi però per me sono quelli che affrontano la vita giorno per giorno e che riescono a superarla nella praticità delle cose che succedono!”.
– Margherita Bordino

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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