Roma disseminata di Papi neri. La performance di Pep Marchegiani

Per le vie del centro della capitale sono comparse le immagini di un Papa nero: è Celestino VI, un invito alla riflessione sul ruolo della Chiesa

Che fine ha fatto Pasquino? Qual è il ruolo della Chiesa oggi? Il suo imperativo primario è ancora la salvezza delle anime? Le sue finalità sono ancora essenzialmente spirituali? Come custodisce e insegna le realtà rivelate e in che modo conduce gli uomini a seguire le leggi di Dio? A queste domande risponde HABEMUS PAPA NERO!, l’innovativo happening romano programmato dall’artista visionario Pep Marchegiani (Atri, 1971- vive a Pescara): un’epifania trascendentale che magicamente si innesta nello scenario pontificio corrente, casualmente alla luce della dipartita del Papa Emerito Benedetto XVI, il giorno prima dei solenni funerali. Celestino VI non è una provocazione quanto una profonda riflessione nel cuore della cristianità, all’ombra del Cupolone nell’epicentro della Città Eterna. Celestino VI è un uomo venuto da lontano, dalla zona di Dar Gum’a in Sudan. Ad ispirare Marchegiani è stato un sogno, una veggenza. Da qui un’effige, un NTF, un sito (E-pray) e una linea di merchandising in fase di autorizzazione dalla Santa Sede (con tanto di marchio in fase di registrazione).

L’EREDE DI CELESTINO V

Non ci sono questa volta i sacchetti neri ad incappucciare le statue del Pincio, non si vuole nemmeno denunciare il degrado della Capitale, né polemizzare in alcun modo verso lo scarso utilizzo e assenza di valorizzazione di nessun monumento storico (vedi la “messa in vendita” della Reggia di Caserta). “Con questo gesto intendo scuotere le coscienze, invitando a una riflessione” sottolinea Marchegiani, e dopo aver omaggiato Wojtyla con l’opera SuperPope aggiunge “per me Wojtyla è stato uno dei più grandi rivoluzionari della Chiesa”. Il viaggio di Celestino VI, da San Gregorio Armeno, non si ferma a Roma.

“Essere felici è trovare forza nel perdono, speranza nelle battaglie, sicurezza sul palcoscenico della paura, amore nei disaccordi. Essere felici non è solo apprezzare il sorriso, ma anche riflettere sulla tristezza. Non è solo celebrare i successi, ma apprezzare lezioni dai fallimenti. Non è solo sentirsi allegri con gli applausi, ma essere allegri nell’anonimato”, ha detto Papa Francesco.  L’eredità spirituale di  colui / che fece per viltade il gran rifiuto (Inf., III, 59-60) viene raccolta da un Papa dei poveri, essenziale ed evocativo come la Chiesa stessa nelle sue prime forme.

Michele Luca Nero

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Michele Luca Nero

Michele Luca Nero

Michele Luca Nero (Agnone, 1979), figlio d’arte, inizia a dipingere all’età di sei anni. Una passione ereditata dal padre, Francesco, insieme a quella teatrale acquisita dal nonno, Valentino, poeta e drammaturgo riconosciuto a livello internazionale. In pochi anni ha curato…

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