Cross, il festival di arti performative a Verbania, sul Lago Maggiore, si apre alla città. Le foto

Edizione speciale del progetto internazionale sulle Arti Performative, organizzato da LIS LAB, all’insegna dell’inclusione sociale

Con un weekend-maratona di performance sul Lago Maggiore all’insegna dell’inclusione sociale, ha preso il via (per protrarsi fino al 30 giugno) un’edizione speciale di Cross Festival che, per la prima volta, si è aperto alla cittadinanza di Verbania. “Questa è la prima tappa di un processo che coinvolgerà ancora di più la città e i suoi abitanti”, ha spiegato ad Artribune presente alle serate inaugurali, Antonella Cirigliano, direttrice dell’associazione culturale LIS LAB che dal 2014 organizza questa rassegna multidisciplinare sui linguaggi performativi nell’area Verbano Cusio Ossola. Ideata insieme al curatore e organizzatore culturale Tommaso Sacchi per sviluppare la produzione di progetti inediti, fare formazione e promuovere il territorio, Cross è riuscita nel tempo a circondarsi di tanti partner, dal Mibac alla Fondazione Piemonte dal Vivo fino alla creazione del network di sette realtà italiane in circuitazione all’estero Crossing the Sea, mantenendo sempre il suo punto di forza nelle residenze.

IL CROSS AWARD

Il festival è una conseguenza delle residenze d’artista scelte tramite bando, è il suo contenitore”. Il suo avvio è stato, infatti, anche l’occasione per lanciare il nuovo bando di Cross Award, fino alla scorsa edizione curato da Sacchi che ora, con il neo incarico di Assessore alla Cultura e alla Bellezza del Comune di Firenze, ha la nomina di Presidente. Il premio ha l’obiettivo di individuare nuove produzioni che mettano in dialogo i linguaggi del corpo e dell’azione scenica con la composizione musicale. Poi una giuria di esperti (critici, artisti, curatori, designer) che ha visto in passato nomi come l’architetto Italo Rota, il leader degli Afterhours, Manuel Agnelli, gli artisti albanesi Adrian Paci e Driant Zeneli, il coreografo Raphael Bianco insieme a una giuria territoriale, composta da volontari e appassionati, selezionerà i 4 progetti vincitori che riceveranno ciascuno una somma di 4mila euro per la produzione e la possibilità di esibirsi durante la prossima edizione del Festival.

LE SEDI DEL FESTIVAL

Intanto – tra location spettacolari come la recente struttura del Teatro Il Maggiore, disegnata da Salvador Perez Arroyo sul lago, e alcune sedi del Museo del Paesaggio, tra cui Casa Ceretti e Villa Giulia – sono andate in scena le quattro restituzioni delle residenze di aprile-maggio: Moving Closer di Andrea Gallo Rosso, una coreografia costruita attraverso le suggestioni dei partecipanti al laboratorio, tra cui over 60 e stranieri richiedenti asilo; 131 Urban Randevouz di Sara Marasso che ha intrecciato i suoi passi di danza con i movimenti del contrabbasso del jazzista Stefano Risso, in un percorso alternato con riprese video del territorio e dei suoi cittadini; Baby I’m dreaming di Francesco Michele Laterza, una raccolta di materiali del mondo onirico degli abitanti di Sassonia trasformati in forma-canzone; Ho(me)_project di Giselda Ranieri-Anna e Serlenga-Rabii Brahim che hanno coinvolto un intero condominio, sempre nel quartiere popolare di Sassonia, animandolo con videoproiezioni, esibizioni di danza, performance musicali. Ecco le immagini… 

Claudia Giraud

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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