Musica senza confini di genere. Intervista al trio Oliphantre

È un trio che parte dal progressive rock, dal punk e dall’hip hop quello composto da Francesco Diodati, Leïla Martial e Stefano Tamborrino. È il risultato è qualcosa che non ti aspetti


Oliphantre è un trio che ha esordito con il singolo Creatures del 2020. È composto dalla francese Leïla Martial, alla voce ed effetti, dal chitarrista Francesco Diodati e dal batterista Stefano Tamborrino.
La loro musica? Letteralmente straniante. Infatti le personalità, il talento e le grandi esperienze dei tre componenti si completano e moltiplicano, producendo sonorità originali difficilmente incasellabili. Chi ha ascoltato i tre in altre occasioni, come sideman o leader in altri progetti, non direbbe mai che siano gli stessi a scrivere ed eseguire i pezzi di questo ensemble. Di certo si sente nella musica di Oliphantre il contagio senza freni del progressive rock, del jazz contemporaneo, con il punk e l’hip hop, forse il pop nordeuropeo, ma la sperimentazione per loro non finisce e soprattutto non si de-finisce.
Non c’è un’ispirazione particolare né un’estetica definita: per me è importante lo spirito improvvisativo e la ricerca del rischio che permea il jazz ‒ o almeno quello che piace a noi”, spiega il chitarrista Francesco Diodati. “Come la sfrontatezza del punk, la pulsazione vibrante dell’hip hop, ma più che stili li chiamerei modi di approcciare il mondo”.

Oliphantre. Photo Caterina di Perri

Oliphantre. Photo Caterina di Perri

LA STORIA DI OLIPHANTRE

La forza innovativa del trio, destinato a lasciare il segno, è data dai pezzi scritti e composti da Diodati, ma anche dal virtuosismo di Tamborrino e indubbiamente dalla bravura della cantante, Leïla Martial, che ha studiato al Collège Aretha Franklin di Marciac e all’Università di Tolosa e si è formata non solo come cantante e performer, ma anche come attrice-clown.
Il suo magnetismo è enorme, come il suo virtuosismo, dato che riesce a modulare la voce in molti modi e con una precisione e consapevolezza eccezionali.
Il loro album Oliphantre, uscito per Auand Records di Marco Valente nel 2022, chiarisce il fatto che il trio si identifica esclusivamente con se stesso. Il nome del gruppo deriva dallo strumento in corno intagliato dal nome “olifante” e ci fa pensare d’istinto all’Aleph e ai suoi significati misteriosi, come un presagio di un esotico viaggio musicale dai risvolti sconosciuti. Che i brani siano rock o ballad d’atmosfera come Lenght of Time, incursioni sognanti in un mondo sconosciuto come Young At Heart o libere improvvisazioni tra la musica e la performance, lasciano sempre in attesa di un colpo di scena che inevitabilmente accade. Alcuni loro videoclip, poi, sono davvero creativi e rappresentano dei piccoli cortometraggi. Quello di Young At Heart, particolarmente straniante e provocatorio, è firmato dalla regista Ruby Cicero e mette in scena a Tolosa un rapimento a opera di strani personaggi, a metà strada fra cowboy e pastori molto italici, che finiscono per crocifiggere Diodati e Tamborrino. Con Leïla nelle vesti di una prefica nella sua lamentatio funebre.

Oliphantre. Photo @giacomocitro

Oliphantre. Photo @giacomocitro

INTERVISTA AL TRIO OLIPHANTRE

Il progetto è nato a Bolzano, dopo l’incontro fatale nel corso del Sudtirol Jazz Festival.
Francesco Diodati: Leïla e io ci esibivamo entrambi lì nel 2017 e sono stato colpito dalla sua freschezza, intensità e spontaneità. Ho sempre stimato Stefano Tamborrino per la sua solidità unita a una grande fantasia. Così, nell’estate del 2017, tornato da Bolzano, ho immaginato il suono del trio e ho coinvolto gli altri in questa avventura.

Come definisci i tuoi colleghi?
Francesco Diodati: Leïla e Stefano hanno un approccio molto spontaneo e senza fronzoli alla musica, per cui nel corso degli anni stiamo sempre di più cercando l’essenza in quello che suoniamo a ogni concerto.

Da dove proviene il tuo stile di canto?
Leïla Martial: Imparo dei trucchi da tutto quello che ascolto, con grande curiosità per i linguaggi, i suoni e le possibilità della voce umana. In questo mi è d’aiuto l’empatia, il modo con cui mi avvicino il più possibile agli esempi che prendo in considerazione. Sono molto attratta anche dalla velocità, dalla ricerca del limite della voce, in una sorta di esplorazione giocosa.

Come hai sviluppato la tua tecnica?
Leïla Martial: Suonando ed esibendomi con i musicisti, imitandoli, prendendo spunto dalla musica del mondo, ma anche prendendo lezioni sulle particolari tecniche che mi interessano. Restando sempre curiosa verso le novità.

Oliphantre. Live al Torrione di Ferrara Jazz, marzo 2019

Oliphantre. Live al Torrione di Ferrara Jazz, marzo 2019

LA MUSICA DI OLIPHANTRE

Il vostro repertorio è molto variegato, come nasce?
Francesco Diodati: Quando Leïla e Stefano hanno accettato di far parte del progetto ho iniziato a registrare sull’iPhone i testi, in una sorta di freestyle improvvisato, in modo piuttosto spontaneo, poi a tavolino ho affinato le varie parti. Successivamente Leïla e Stefano, sia durante i concerti e sia durante la registrazione, hanno apportato idee, suoni e i brani si sono evoluti nella forma di adesso, anche se poi in ogni tour cambiamo sempre qualche dettaglio, spinti dall’urgenza espressiva e dalla volontà di renderli sempre più aderenti alla nostra idea di musica. Devo aggiungere che ci sono anche diverse parti improvvisate e che chiaramente a ogni concerto succede sempre qualcosa di diverso e inaspettato.

Cosa volevate comunicare nel video di Young At Heart diretto da Ruby Cicero?
Francesco Diodati: La regista Ruby Cicero, scoperta e suggeritami da Leïla, ha un immaginario davvero incredibile, con mille suggestioni e indicazioni per chi guarda. Non ci aspettavano questo risultato, ma ci è piaciuto molto. L’idea alla base era che noi tre avessimo un ruolo nel video, in modo da comunicare l’immagine del trio. Sono molto contento anche del finale: noi tre protagonisti, rapiti lungo il nostro viaggio da diversi personaggi ambigui, veniamo infine catturati da due bambini: io ci vedo simbolicamente il ritrovamento di una dimensione identitaria originaria.

Sara Bonfili

https://auand.com/?s=oliphantre

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Sara Bonfili

Sara Bonfili

Sara Bonfili è giornalista pubblicista e PhD in “Filologia e interpretazione del testi letterari e loro tradizioni culturali” all’Università di Macerata, dove è cultore della materia. Lavora come freelance, dedicandosi a temi culturali sul suo blog Travelkeller. È stata addetto…

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