La natura al di là del muro. Donata Lazzarini e Bruno Muzzolini a Verona

Con le loro opere esposte alla galleria Artericambi di Verona, Donata Lazzarini e Bruno Muzzolini invitano a infrangere il muro che separa gli esseri umani dal mondo naturale. Per costruire una relazione paritaria e sostenibile con le altre specie viventi

Sodalizio è la parola chiave della mostra Déladelmur, che vede come protagonisti Donata Lazzarini e Bruno Muzzolini. Un sodalizio “umano e di intenti” tra i due artisti, come lo definisce la curatrice Maria Rosa Sossai, ma che trapela anche dal significato intrinseco delle opere nelle quali si auspica un nuovo sodalizio tra la specie umana e gli altri esseri viventi, tra le persone e la natura. Un tema quanto mai attuale, viste le problematiche emerse con forza durante e a causa della pandemia e della presa d’atto delle conseguenze catastrofiche del cambiamento climatico. Lo scopo dei due artisti è “rivendicare, con una tensione emotiva comune, una libertà espressiva e civile in sintonia con la natura”, spiega ancora Sossai, e il lavoro realizzato a quattro mani, Orion+++, ben rappresenta l’intento di partenza: sdraiati su morbide forme in ecopelliccia, i visitatori possono lasciarsi incantare dai lenti movimenti di un gruppo di lumache che, indifferenti al desiderio umano di controllare gli eventi naturali, si liberano dallo schema della costellazione di Orione che è stato loro imposto per proseguire su personalissime traiettorie.

Déladelmur, installation view at galleria Artericambi, Verona 2021

Déladelmur, installation view at galleria Artericambi, Verona 2021

LE OPERE DI BRUNO MUZZOLINI

Anche lo scimpanzé Sami, recluso nello zoo di Belgrado, negli Anni Ottanta tentò per ben due volte di liberarsi e fuggire dalla prigione in cui lo avevano costretto gli esseri umani: un caso che colpì molto la popolazione della città, allora sotto il giogo del regime comunista dell’ex Jugoslavia, e che Bruno Muzzolini (Brescia, 1964) ha interpretato con un video crudo, facendo in un certo senso recitare la parte del ribelle – cui peraltro è stato dedicato un monumento! – al primate Jova, che condivide oggi la stessa triste esistenza in gabbia. Alle pratiche di cattura adottate dagli uomini nei confronti degli animali è inoltre dedicata la serie Trappole, sempre di Muzzolini: l’artista evidentemente vuole distaccarsi da una visione antropocentrica, immedesimandosi più nella preda che nel predatore.

Déladelmur, installation view at galleria Artericambi, Verona 2021

Déladelmur, installation view at galleria Artericambi, Verona 2021

LE OPERE DI DONATA LAZZARINI

Donata Lazzarini (Verona, 1968), che si esprime soprattutto attraverso la scultura, mette invece a fuoco gli habitat naturali dove la biodiversità è ancora protetta e può prosperare: l’opera L’isola, ad esempio, richiama San Domino nelle Tremiti, un’isola, appunto, dove in epoca fascista si confinavano (imprigionandoli, ma allo stesso tempo salvandoli) coloro i quali erano sospettati di omosessualità. Montagna Rosa e Morel è invece una riflessione sulla memoria della montagna, sulla sua forma primordiale che sembra eterna e immutabile ma che, come la cera rosa di cui è composta, potrebbe sciogliersi e svanire. E ancora alle montagne si ispira l’artista per la serie Fantômes, disegni a inchiostro realizzati durante la gravidanza e che assumono quasi il valore di un esercizio di meditazione, andando infine ad assomigliare incredibilmente a delle raffinatissime macchie di Rorschach. Quasi un invito alla liberazione dell’inconscio dei visitatori, a infrangere i tanti muri che gli esseri umani erigono, per andare “di là”, come recita il titolo della mostra.

Marta Santacatterina

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Marta Santacatterina

Marta Santacatterina

Giornalista pubblicista e dottore di ricerca in Storia dell'arte, collabora con varie testate dei settori arte e food, ricoprendo anche mansioni di caporedattrice. Scrive per “Artribune” fin dalla prima uscita della rivista, nel 2011. Lavora tanto, troppo, eppure trova sempre…

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