Premio dell’Unione Europea per l’Architettura Contemporanea Mies van der Rohe. L’Italia è fuori

Annunciate le cinque opere finaliste nell’edizione 2019 del riconoscimento intitolato a Mies van der Rohe: in lizza restano Albania, Spagna, Francia, Germania e Francia. Attesa per fine aprile la scelta del progetto vincitore.

Nulla da fare per l’M9 – Museo del Novecento di Mestre, progettato dallo studio berlinese Sauerbruch Hutton, e per il Prada productive headquarter di Valvigna, la fabbrica-giardino opera di Canali associati s.r.l.: gli unici due interventi, realizzati su suolo italiano, che avevano superato la prima fase della selezione del Premio dell’Unione Europea 2019 per l’Architettura Contemporanea – Mies van der Rohe sono stati esclusi dalla rosa dei cinque finalisti. In merito agli edifici ancora in corsa, la giuria, presieduta da Dorte Mandrup, ha sottolineato che “affrontano programmi aperti che consentono alle persone di trovare modalità diverse per usare gli spazi trasformandoli in luoghi distinti”. Il processo prevede ora, in coerenza con il regolamento del concorso, i sopralluoghi da parte dei giurati nei siti selezionati. I risultati sono attesi per la fine di aprile, quando verrà comunicato anche il nome del progettista o della progettista insignito del titolo “Architetto Emergente”. Di seguito, i dettagli dei cinque progetti finalisti.

-Valentina Silvestrini

https://eumiesaward.com/

PC -PSYCHIATRISCH CENTRUM CARITAS – MELLE, BELGIO

 Architecten de Vylder Vinck Taillieu, PC Caritas, Melle – Belgio ©Filip Dujardin – Courtesy

Architecten de Vylder Vinck Taillieu, PC Caritas, Melle – Belgio ©Filip Dujardin – Courtesy

E se un contesto abitativo perdesse il suo significato e il suo scopo, se non venisse ristrutturato in vista di un altro programma o un’altra funzionalità e dunque ci si aspettasse la sua demolizione? E se invece questo edificio fosse predisposto per diventare uno spazio sperimentale nel quale riscoprire, esplorare e definire altri possibili modi di vita?”. La rinascita della vecchia clinica psichiatrica della città belga di Melle a opera dello studio Architecten de Vylder Vinck Taillieu, con sede a Gent, ha dotato la cittadinanza di un inedito e inclassificabile spazio pubblico. Esito di un percorso partecipativo, al quale hanno concorso vari soggetti attivi sul territorio, l’edificio offre una pluralità di spazi, nei quali la canonica distinzione tra interno ed esterno appare annullata a favore di una vocazione ibrida. “A new place to meet. A new place to explore. To inspire. To inspire psychiatry”, raccontano i progettisti.

http://www.architectendvvt.com/

PLASENCIA AUDITORIUM AND CONGRESS CENTRE – PLASENCIA, SPAGNA

selgascano, Plasencia Auditorium and Congress Centre, Plasencia – Spagna ©IWAN BAAN

selgascano, Plasencia Auditorium and Congress Centre, Plasencia – Spagna ©IWAN BAAN

Ultimato nel 2017, dopo quattro anni di cantiere, il nuovo centro congressi di Plasencia è stato concepito dallo studio selgascano come “uno spazio diverso, nel quale preservare un’isola di terra naturale in una zona di futura espansione”. Eretto nella campagna dell’Extremadura, oltre a una sala principale per 300 spettatori, potenzialmente riconfigurabile in tre ambienti di dimensioni ridotte, mette a servizio della cittadinanza una zona per la ristorazione, spazi espositivi e per la socializzazione. Una passerella, fortemente in evidenza grazie alla finitura di colore arancione, connette il fronte stradale con l’interno, oltrepassando un canyon di 12 metri.

http://selgascano.net/

SKANDERBEG SQUARE – TIRANA, ALBANIA

51N4E, Anri Sala, Plant en Houtgoed e iRI, Skanderbeg Square, Tirana - Albania ©Filip Dujardin

51N4E, Anri Sala, Plant en Houtgoed e iRI, Skanderbeg Square, Tirana – Albania ©Filip Dujardin

51N4E, Anri Sala, Plant en Houtgoed e iRI hanno lavorato insieme al progetto della Skanderbeg Square di Tirana. Uno sforzo corale, accompagnato da otto anni di lavori, che ha consentito di assegnare una nuova identità a questo (sterminato) vuoto urbano della capitale albanese. Per i progettisti, la combinazione degli elementi inseriti apre la piazza, a partire dal “contorno verde considerato come l’inizio di una foresta urbana”, favorisce lo genesi di “nuovi modi di lettura”.

https://www.51n4e.com/

TERRASSENHAUS BERLIN / LOBE BLOCK – BERLINO, GERMANIA

Brandlhuber+ Emde e Burlon/Muck Petzet Architekten, Terrassenhaus Berlin, Berlino – Germania ©Erica Overmeer, David von Becker

Brandlhuber+ Emde e Burlon/Muck Petzet Architekten, Terrassenhaus Berlin, Berlino – Germania ©Erica Overmeer, David von Becker

Superare “la separazione tra vita e lavoro, tra commerciale e residenziale, mettendo in discussione le norme esistenti” è l’obiettivo che si sono prefissi gli studi tedeschi Brandlhuber+ Emde e Burlon/Muck Petzet Architekten, co-autori nella capitale tedesca di un complesso a uso misto, nel quale sono presenti una galleria, uno spazio di co-working con sale riunioni, uffici affittabili, una residenza per artisti e atelier.

TRANSFORMATION OF 530 DWELLINGS – GRAND PARC BORDEAUX – BORDEAUX, FRANCIA

Lacaton & Vassal, Frédéric Druot Architecture e Christophe Hutin Architecture, Transformation of 530 dwellings - Grand Parc Bordeaux, Bordeaux – Francia © Philippe Ruault

Lacaton & Vassal, Frédéric Druot Architecture e Christophe Hutin Architecture, Transformation of 530 dwellings – Grand Parc Bordeaux, Bordeaux – Francia © Philippe Ruault

La ristrutturazione dei 530 alloggi dei tre complessi di social housing di Bordeaux, costruiti negli anni Sessanta, è stato finalizzato al raggiungimento di quattro obiettivi: più spazio, più luce, miglioramento strutturale e delle viste panoramiche. Gli studi Lacaton & Vassal, Frédéric Druot Architecture e Christophe Hutin Architecture hanno messo a punto una strategia che prevedeva interventi, in ogni unità, la cui durata media si attestava tra 12 e 16 giorni. “Mezza giornata per la posa della lastra di cemento, 2 giorni per l’adattamento della vecchia facciata, 2 giorni per la nuova e 8-12 giorni per rinnovare gli interni”, come hanno precisato.

https://www.lacatonvassal.com/

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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