Roma, la città dei segreti che non finisce di stupire. Il racconto nel libro di Francesco Rutelli 

Il libro dell’ex Sindaco della Capitale non è soltanto un repertorio di curiosità o aneddoti: è un invito a “leggere Roma”, a decifrarne i segni visibili e quelli rimasti sotto traccia, che emergono nei secoli come vene sotterranee. Magari immaginandone il futuro

Raccontare Roma senza cadere nella retorica è un esercizio complesso. La sua natura di città-mondo – costruita per accumuli, fratture, palinsesti sovrapposti – resiste a ogni tentativo di sintesi. Nel suo nuovo volume Roma, la città dei segreti, Francesco Rutelli torna su questo terreno scivoloso con la leggerezza dei narratori e la profondità di chi ha governato davvero la Capitale, vivendo il peso e il privilegio della sua storia.  

Il libro di Francesco Rutelli su Roma  

Il libro non è soltanto un repertorio di curiosità o aneddoti: è un invito a “leggere Roma”, a decifrarne i segni visibili e quelli rimasti sotto traccia, che emergono nei secoli come vene sotterranee. Rutelli ricostruisce episodi sorprendenti: i busti del Pincio “riadattati” nell’Ottocento per trasformare figure classiche in personaggi moderni; architetture reinventate; simbologie ritrovate; riscritture della memoria cittadina operate da architetti, papi, amministrazioni e studiosi. Ma ciò che colpisce è la sua capacità di unire la microstoria – la vita minuta dei luoghi, le storie marginali – con la trama più ampia degli interventi urbanistici che hanno modellato la Roma contemporanea. Questa doppia prospettiva restituisce una città che non si comprende solo guardando i monumenti, ma osservando ciò che sta attorno, dentro e soprattutto “tra” le pietre. L’esperienza amministrativa dell’autore emerge senza protagonismi, anzi dando ampio risalto al lavoro della squadra che fu capace di riunire intorno alla sua amministrazione, come un sottofondo che illumina la narrazione.  

Francesco Rutelli - Roma, la città dei segreti
Francesco Rutelli – Roma, la città dei segreti

La storia di Rutelli con Roma 

Rutelli rivendica così la responsabilità di chi governa una capitale come Roma: una responsabilità culturale prima ancora che politica. Governare Roma non significa solo gestire l’ordinario, ma assumere la custodia di un’eredità che ha valore universale. Ed è un merito riconoscere che, in quegli anni, la città ha espresso una visione – talvolta contestata, com’è fisiologico – che ha saputo collegare tutela, innovazione e proiezione internazionale. 
Oggi, questa lezione rimane attuale. La rigenerazione urbana non può essere un esercizio episodico, ma un processo continuo che sappia valorizzare la stratificazione senza ingessarla. Roma non ha bisogno di musealizzarsi: ha bisogno di essere interpretata, aggiornata, resa vivibile senza tradire la propria identità millenaria. È un equilibrio sottile che chiama in causa amministrazioni, studiosi, progettisti e cittadini. 
In questo senso, l’impegno culturale di Rutelli come autore – non più come sindaco – è un segnale importante: testimonia che l’amore per Roma non si esaurisce con il mandato pubblico, ma deve continuare come responsabilità civile, come ricerca, come narrazione. E ricorda che le città hanno bisogno di guide culturali almeno quanto di guide amministrative. 

Il futuro della Capitale 

Oggi molte speranze dei romani si concentrano sul lavoro di Roberto Gualtieri. L’eredità con cui deve confrontarsi è imponente, ma la sfida è chiara: accompagnare Roma nella transizione che ogni capitale globale sta vivendo, dal clima alla mobilità, dalla gestione dei flussi turistici alla qualità della vita quotidiana. Trasformare una città complessa in una città migliore, senza semplificarla. Rigenerarla senza cancellarne la profondità. È una sfida che riguarda anche il mondo dell’informazione culturale. Artribune – insieme alla newsletter Render, dedicata ai temi dell’urbanistica e dell’innovazione territoriale – considera questo un terreno strategico. Raccontare la città, con rigore e visione, significa contribuire al suo futuro: dare voce ai progetti, monitorare le criticità, valorizzare le buone pratiche, sostenere un dibattito pubblico che non si limiti ai lamenti o alle emergenze. Roma è, e resterà sempre, una città senza fine. Ma proprio per questo richiede uno sguardo vigile, curioso e competente. Il libro di Rutelli ci ricorda che leggere Roma è il primo passo per costruirla. Il secondo – forse il più difficile – è continuare a immaginarne il futuro. 

Paolo Cuccia

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Paolo Cuccia

Paolo Cuccia

Laureato in Ingegneria presso l'Università Sapienza di Roma, ha conseguito un Master in Business Administration presso l'Università Bocconi di Milano. Dal 2008 è Presidente del Gruppo Gambero Rosso.  Nel 2011 ha fondato Artribune Srl, diventandone Presidente. Consigliere d'Amministrazione di Equalitas,…

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