Vivo Journal, la rivista che indaga la cultura contemporanea attraverso i libri
Indipendente e internazionale, Vivo Journal racconta i libri come strumenti culturali e creativi, attraverso le voci di artisti e autori da tutto il mondo. Dopo aver indagato il rapporto che intratteniamo con i libri nel numero d’esordio, la seconda uscita ha un tema particolare: la cura
Vivo Journal è un magazine indipendente nato nel 2022 che indaga la cultura contemporanea attraverso i libri. Non intesi in senso strettamente editoriale, ma come oggetti culturali disponibili a mille livelli di lettura. La fondatrice è Chiara Adele Ruozzo, direttrice creativa che ha sviluppato l’idea inizialmente come progetto di tesi, mentre studiava a Londra, concretizzandola poi in una vera rivista, che a settembre 2025 ha visto l’uscita del secondo numero. Insieme a lei, fin dagli esordi del magazine, lavora la editor Sofia Busignani.
La nascita di Vivo Journal secondo Chiara Adele Ruozzo
Vivo si definisce “A Human Bookology Magazine”, una sorta di antologia umana: una rivista che intende i libri come strumenti antropologici per comprendere la nostra vita e il presente. La necessità di indagare questo campo è nata dalla constatazione di una mancanza, all’interno del panorama editoriale, “di una ricerca sul libro come oggetto e pretesto per interpretare la società”, racconta la fondatrice ad Artribune.
Nato a Londra e oggi con base a Milano, Vivo mantiene un’impostazione internazionale, anche per questo è scritto in inglese. Ogni numero raccoglie punti di vista diversi, provenienti da personalità e realtà creative di tutto il mondo, in un’intersezione di linguaggi che spaziano tra arte, moda e fotografia mediante interviste, racconti per immagini, progetti artistici ed estratti di libri antichi.

Il secondo numero sul tema della cura
Pur essendo nato nell’estate del 2022, Vivo Journal è uscito fino ad oggi solo due volte. Se il primo numero si concentrava sul rapporto che intratteniamo con i libri, il secondo – pubblicato a settembre 2025 – indaga un tema più specifico: la cura.
Il nuovo numero di Vivo Journal presenta una compagine di contributori internazionali, provenienti da settori eterogenei, invitati a interrogarsi sul tema della cura attraverso i libri. Questa pluralità di voci accompagna il lettore in una riflessione inedita sui molteplici significati del libro, attraverso parole e opere di giovani autori ma anche artisti. Questo accade ad esempio nel contenuto a cura di Agata Ferrari Bravo, artista visiva che interpreta la favola di Pinocchio come esperienza iniziatica archetipica dell’infanzia, tra testo e immagini delle sue opere.
I temi principali del magazine Vivo Journal tra archivio e cura
Tra i temi centrali emerge quello dell’archivio, dispositivo culturale dal valore inestimabile, che richiede sempre una messa in discussione dei suoi limiti e delle sue possibilità. Ne sono esempio le pagine dedicate al Post-Digital Publishing Archive di Stefano Lorusso, in conversazione con Federico Nejrotti, o alla Fashion Research Library di Oslo.
Approfondendo il concetto di cura, all’interno del magazine si alternano poi due concezioni opposte del possesso dei libri: quella pubblica e quella privata. Da un lato, vengono presentati nuovi progetti di fruizione e condivisione, come la Transplantation Library di Parigi, uno spazio a metà tra biblioteca e centro di ricerca che promuove la cultura afro-diasporica in Francia e incoraggia una vera democratizzazione del libro. Dall’altro, trovano spazio anche bizzarre storie di collezionismo privato, come l’ironico ritratto dei biblioklepts di Andrew Lang (The Library, 1881): ladri di libri sul sottile confine tra piccoli criminali e appassionati collezionisti.

Il magazine come spazio per gli artisti
“Ho sempre immaginato questo progetto anche come uno spazio di espressione per gli artisti” ci spiega la fondatrice Chiara Adele Ruozzo. L’obiettivo è intessere un dialogo aperto con le voci di coloro che partecipano alla stesura del numero, che non sia restrittivo, ma che lasci grande libertà creativa alle singole firme. È forse proprio questo approccio libero e plurale a rendere Vivo Journal un progetto fresco e innovativo, capace di aprire orizzonti inesplorati e di offrirsi a molteplici livelli di lettura.
Progetti futuri di Vivo Journal
Oltre la pubblicazione di un prossimo numero (“a gennaio 2026 ci metteremo a lavoro su questo”), tra i progetti futuri c’è anche l’idea di creare delle occasioni di incontro che vadano oltre la carta, come mostre o talk. Un’iniziativa che riflette quella “concezione vernacolare del libro”, conclude Ruozzo, come spazio comunitario e teatro di scambio, centrale nell’identità di Vivo Journal.
Francesca Minniti
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