A Bergamo la galleria d’arte che festeggia 18 anni di attività con una mostra sul silenzio

Fondata dall'architetto Roberto Ratti nel 2007, Traffic Gallery compie la maggiore età con un percorso focalizzato sulla sperimentazione e l'ascolto degli artisti. A festeggiare questo (primo) traguardo è una mostra sospesa tra introspezione e tensione sensoriale 

Nasce come luogo di promozione e conoscenza dell’arte contemporanea Traffic Gallery, la realtà espositiva di Bergamo nata nel 2007 per volontà dell’architetto Roberto Ratti. Con uno sguardo puntato sui processi e i linguaggi, la galleria d’arte si è contraddistinta negli anni per un approccio sperimentale fondato sul dialogo tra discipline e visioni artistiche differenti. 

Un progetto che, giunto al suo 18esimo anno di età, viene celebrato con Silenzio Sognato, una mostra sospesa tra introspezione e tensione sensoriale che mette in dialogo le opere di Axel Crettenand, Daniele Di Girolamo e Lorenzo Lunghi, a cura del collettivo curatoriale SONRO (e visibile sino al 29 novembre). 

La mostra “Silenzio Sognato” da Traffic Gallery a Bergamo 

La mostra invita il pubblico a scoprire il silenzio, inteso come sospensione e spazio mentale dove immaginazione e ascolto coincidono.
In un tempo saturo di rumore e comunicazione, la mostra Silenzio Sognato indaga l’elemento come materia poetica e critica. Si parte da Daniele Di Girolamo che trasforma il silenzio in eco e distanza attraverso sculture organiche che richiamano il respiro del mare, si passa poi a Lorenzo Lunghi che ne indaga il limite fisico, oscillando fra cacofonia e vuoto, nella tensione tra il corpo e le frequenze invisibili dell’ambiente. Infine, con il video Il faut imaginer Sisyphe heureux di Axel Crettenand viene restituita la fatica e la dignità del gesto umano. 

Intervista a Roberto Ratti, fondatore di Traffic Gallery a Bergamo 

Traffic Gallery nasce con l’intento di “privilegiare il come rispetto al che cosa”: come si traduce oggi questo concetto?
Sono 18 anni che cerco di dare forma concreta a questo concetto e, credo, che tutto parta dal percorso di studi in sociologia urbana e architettura che ho cercato di portare all’interno della galleria. Sebbene a volte questi ambienti assumano vesti elitarie, il mio intento è stato quello di dare forma a una dimensione espositiva capace di riunire le nuove tendenze artistiche che pongano l’attenzione sul “come” utilizzano uno strumento, un linguaggio, un media, rispetto a “cosa” usano, valorizzandone la ricerca con progetti espositivi ad hoc.

Come è cambiata l’idea di “innovazione artistica” dal 2007 a oggi?
Dal 2007 a oggi è cambiata parecchio. Come galleria di ricerca ho cercato sempre di andare controcorrente rispetto alle mode del momento, tanto che sono stato uno dei primi ad aver presentato artisti urbani (e più precisamente un duo meneghino) quando ancora questa tipologia di ricerca era considerata “di serie b”.
Successivamente, anche le gallerie più note hanno promosso street artist assottigliando il confine e rendendolo sempre meno netto.
Potremmo dunque parlare di un’innovazione fittizia visto che ci basiamo su dei “graffiti” (che sono una delle forme artistiche più antiche di cui abbiamo memoria), così come la pittura che è tornata in auge da qualche anno.

In che modo l’approccio architettonico e spaziale (dato anche dal tuo background) influisce sul modo in cui progettate le mostre?
Ha una grande influenza, sì. Con una laurea al Politecnico in studi di sociologia urbana e la tesi dedicata alla fenomenologia delle Interzone (ovverosia luoghi nati tra città e periferie dove prendono forma nuove socialità), la galleria intende farsi portavoce dei nuovi linguaggi che prendono forma nel panorama contemporaneo. 

Il futuro di Traffic Gallery a Bergamo 

C’è una linea tematica o un linguaggio emergente su cui state concentrando la vostra ricerca più recente?
Nel corso degli anni ho invitato diversi artisti per rappresentare le rispettive ricerche. Probabilmente non ho una linea precisa, ma sicuramente persiste la volontà di prediligere professionisti che conducano me e il pubblico in altri mondi, lontani dalla nostra quotidianità e più vicini al sogno. 

Che tipo di artista o progetto vi piacerebbe accogliere nel prossimo futuro?
Diciamo che ce ne sono molti, intanto però mi piacerebbe rafforzare il legame con gli artisti con cui già lavoro come con le pittrici Lorenza Boisi e Maria Giovanna Zanella, Daniele Di Girolamo, Filippo Riniolo e il fotografo Musafa Sabbagh (per citarne solo alcuni).

Valentina Muzi

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Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

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