Uno storico spazio di Bergamo si riattiva con un progetto che unisce arte, suono, cinema e politica

Offrire una contro-narrazione e dare spazio alle voci del nostro tempo: è questo l'obiettivo di Blackboard, il progetto ospitato nella Sala dell'Orologio all'interno del Palazzo della Libertà 

Concepito originariamente da Jean-Luc Godard e Jean-Pierre Gorin del collettivo Dziga Vertov, il termine “blackboard” significa letteralmente lavagna nera. Già all’inizio degli Anni Settanta i due cineasti cercarono di definire lo schermo attraverso questo elemento simbolico, con l’obiettivo di costruire una pratica pedagogica legata all’esplorazione del “margine”, ovvero di tutti quei frammenti di realtà sconosciuti o silenziati, capaci di restituire una contro-narrazione e generare dibattito.

Questo tema viene oggi ripreso, sviluppato e contestualizzato da Francesca Ceccherini e Lab 80 film con il progetto Blackboard, ideato per riattivare la Sala dell’Orologio del nuovo polo culturale CULT! all’interno del Palazzo della Libertà di Bergamo. Il programma, che si articolerà tra la fine del 2025 e tutto il 2026, prevede quattro interventi tra eventi e mostre. Il primo appuntamento, Some Strings, è atteso per sabato 15 novembre alle 21, mentre Disarm di Pedro Reyes seguirà tra febbraio e marzo 2026.

Sala dell'Orologio, 1938
Sala dell’Orologio, 1938

Il progetto “Blackboard” a Palazzo della Libertà di Bergamo

Edificio di stampo razionalista costruito alla fine degli Anni Trenta con il nome di Casa Littoria, il Palazzo della Libertà di Bergamo fu così ribattezzato dopo la Liberazione e destinato a funzioni secondarie. Oggi i suoi spazi più significativi sono oggetto di un ampio intervento di ristrutturazione e trasformazione in cui Blackboard intende inserirsi come strumento di promozione e valorizzazione del cambiamento, offrendo un’occasione per ridiscutere – e riscrivere – la memoria del luogo.
Attraverso eventi, presentazioni di opere d’arte contemporanea e tavole rotonde ospitate nella Sala dell’Orologio, adibita a sala proiezioni di Lab 80 film, il progetto mira a restituire la funzione pubblica di uno storico spazio della città.

Some Strings P1 still da video
Some Strings P1 still da video

Some Strings: il primo progetto di Blackboard a Bergamo

A inaugurare Blackboard è Some Strings, un progetto artistico e audiovisivo nato da un’azione collettiva che riunisce cento personalità tra artisti e registi, accomunati dall’impegno per la liberazione della Palestina. L’opera si compone di una coralità di gesti filmici inediti, ciascuno della durata compresa tra uno e cinque minuti, le cui radici affondano nella realtà palestinese.
Il progetto prende ispirazione dalla figura del poeta e insegnante Refaat Alareer, ucciso durante un attacco aereo israeliano insieme a sette membri della sua famiglia il 6 dicembre 2023. Nel suo ultimo poema, If I Must Die — pubblicato cinque settimane prima del suo assassinio — Alareer invitava chi fosse rimasto in vita a costruire un aquilone, oggetto simbolo di resistenza, con “alcuni pezzi di spago”: some strings, appunto.
I brevi contributi filmici raccolgono e rilanciano questo messaggio, facendosi portavoce di una richiesta di libertà, perché  “è spostando lo sguardo che si muovono i pensieri”, sottolinea la regista Narimane Mari (Algeri, 1969), ideatrice del progetto.

In occasione dello screening saranno presenti gli artisti Silvia Maglioni e Graeme Thomson, Yosr Gasmi e Mauro Mazzocchi, la semiologa Patrizia Violi – fondatrice del centro di ricerca TRAME per gli studi semiotici della memoria – e la direttrice di ISREC Elisabetta Ruffini. Con loro verrà attivata una discussione aperta al pubblico.

Some Strings P1 still da video
Some Strings P1 still da video

Parola alla curatrice Francesca Ceccherini

“Dobbiamo far sentire la nostra voce, usare le nostre pratiche come anticorpi”, spiega ad Artribune Francesca Ceccherini, curatrice insieme a Lab 80 film del progetto Blackboard. “È tempo di costruire alleanze, generare spazi di connessione, di risonanza e contro-conoscenza. ‘Blackboard’ nasce da questa urgenza, per immaginare collettivamente oltre i sistemi di controllo e i regimi di potere che dominano il nostro presente”.

Valentina Muzi 

Blackboard
Some Strings: prima attivazione 

sabato 25 novembre ore 21
Sala dell’Orologio (Palazzo della Libertà)
Piazza della Libertà, Bergamo 

https://lab80.it/programmazione/rassegne/blackboard

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Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

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