Un viaggio-performance in auto con la musica disco armena tra le strade di Torino
Nei giorni di Artissima, la performance “Armen” dell’artista e compositore armeno-lituano Andrius Arutiunian è un viaggio sonoro per le strade di Torino. Per preservare le tradizioni della comunità della diaspora
 
                            Memoria, impegno e lirismo. Tre parole per definire un viaggio in auto per le strade di Torino, accompagnati dall’ascolto di una cassetta registrata dall’artista e compositore armeno-lituano Andrius Arutiunian, con campioni di musica disco della diaspora armena. È la performance Armen che, nei giorni di Artissima, scarrozza in una Mercedes 200 del 1993 chi si prenota a uno dei quattro turni giornalieri, in un viaggio di sola andata da Torino Lingotto, dove c’è l’Oval sede di Artissima, all’Associazione Barriera: un’estensione della mostra collettiva Stories we carry, curata da Sergey Kantsedal e Agnieszka Faferek, pronta a inaugurare il 2 novembre durante la prossima edizione di Colazione a Barriera.
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                    La musica della diaspora armena
“Andrius è un artista che lavora col suono, di matrice elettronica etno-ambient”, ci racconta Sergey Kantsedal. “La performance evoca i ricordi di quando, da bambino, rimase suggestionato dalla musica a tutto volume diffusa dai taxi all’arrivo all’aeroporto Zvartnots di Yerevan. Si tratta di musica d’archivio, ha assemblato tracce provenienti dalla sua collezione di musica popolare diasporica armena registrata su cassette, vinili e VHS, dagli anni ’70 agli anni ’90”. La musica della diaspora armena è una fusione tra tradizione e modernità, che preserva le melodie e gli strumenti tradizionali come il duduk, simile a un flauto, ma che incorpora anche generi contemporanei come il rock, il jazz e il pop. Artisti armeni della diaspora, come ad esempio i System of a Down, hanno portato la loro eredità musicale al successo internazionale, mentre le comunità della diaspora si impegnano attivamente nel preservare le tradizioni attraverso gruppi folkloristici e festival. Un po’ quello che fa Andrius Arutiunian con questa sua performance a Torino.

La performance musicale in auto
“Il tragitto è stato scelto insieme”, continua il curatore, “ed è un modo per collegare due estremi della città, nord e sud, il centro e la periferia dove ha sede Associazione Barriera e dove solitamente le persone non vengono se non hanno un motivo come quello di vedere una mostra”. Così, per 42 minuti, si vedono scorrere dai finestrini dell’auto le immagini della collina torinese immersi nei suoni scelti dall’artista: un lato A più disco, glitch ed elettonico e un lato B più legato alla musica tradizionale armena, con commistioni di canti arabeggianti. La performance è un evento collaterale alla mostra collettiva Stories we carry — con opere dello stesso Andrius Arutiunian, Nikita Kadan, Aziza Kadyri, Mila Panić, Ala Savashevich, Slavs and Tatars e Anastasia Sosunova, nonché alla presentazione personale di Arutiunian ad Artissima con eastcontemporary di Milano che proprio quest’anno celebra la sua quinta partecipazione alla fiera.

La mostra ad Associazione Barriera
Così la galleria milanese festeggia questo anniversario torinese anche con una mostra nello spazio di Barriera per ribadire la sua mission: promuovere il dialogo interculturale e sostenere voci emergenti e affermate, in particolare provenienti dall’Europa centrale e orientale e da altre regioni segnate dall’eredità dell’ex Unione Sovietica. La collettiva riunisce, infatti, artisti le cui pratiche sono profondamente radicate nella narrazione. Attraverso installazioni, sculture e opere multimediali, e il linguaggio del folklore e delle politiche della rappresentazione, gli artisti partecipanti rivelano come le storie personali e collettive possano resistere alla cancellazione, colmare le distanze culturali e generare nuove forme di appartenenza.
Claudia Giraud
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