Oltre un secolo di storia delle infrastrutture in Italia nella mostra all’Ara Pacis di Roma. Il videoracconto

Fino al 9 novembre, il Museo dell’Ara Pacis di Roma ospita la mostra dedicata al ruolo delle infrastrutture nel progresso economico e sociale dell’Italia negli ultimi 120 anni, ideata e organizzata da Webuild. Siamo andati a scoprirla

Negli ultimi 120 anni di storia italiana, la costruzione di strade, ponti, dighe, metropolitane ed edifici moderni e funzionali ha cambiato la nostra vita, favorendo la crescita economica e sociale del Paese. Ma quanto ne siamo consapevoli?

La mostra Evolutio a Roma. La storia delle infrastrutture in Italia

La mostra Evolutio – Building the future for the last 120 years, ideata e organizzata da Webuild al Museo dell’Ara Pacis di Roma, ci aiuta a comprenderlo: “Noi non ci chiediamo mai quali sono state e perché le scelte del passato; le diamo un po’ per scontate” sottolinea Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild “Allora, per esempio, noi tutti accendiamo la luce premendo un tasto, apriamo l’acqua di casa muovendo un rubinetto, prendiamo la metropolitana, un treno o un aereo e non ci chiediamo com’era prima e che cosa ha cambiato il nostro modo di essere e di pensare. Come eravamo quando questo non c’era?”.

120 anni di storia delle infrastrutture in Italia tra materiali d’archivio e installazioni interattive

Attraverso sei aree tematiche si racconta una storia di ingegno e del saper fare per seguire la trasformazione radicale dell’Italia grazie agli avanzamenti ingegneristici e tecnologici, raccontati sia sotto il profilo tecnico che culturale. Circa duecento fotografie e alcune testimonianze d’epoca e contemporanee evocano l’impatto che le grandi opere hanno avuto sulla società italiana. In mostra, anche immagini dei grandi artisti della fotografia industriale, come Guglielmo Chiolini, e di registi attenti ai cambiamenti della società, come Ermanno Olmi. Tanti materiali d’archivio e spunti visivi che trovano una dimensione immersiva nell’allestimento interattivo curato da Leftloft e TheBuss (per il progetto espositivo e le installazioni multimediali): “In ogni sala della mostra abbiamo cercato sempre di avvolgere lo spettatore”, spiega il curatore Bruno GenovesePartendo dagli inizi del Novecento in una maniera molto semplice e immediata, con fotografie e oggetti, e mano a mano costruendo un percorso che si articolasse ed evolvesse in maniera più tecnologica, immersiva e interattiva. La volontà è quella di restituire quello che è stato il lavoro, il sapere, la capacità di tante persone di poter costruire delle infrastrutture che hanno segnato il progresso dell’Italia e delle altre nazioni”.

Una domanda aperta sul nostro futuro

Il viaggio si conclude con un interrogativo aperto, che invita ciascuno di noi a riflettere: “I primi 120 anni li abbiamo fatti, come facciamo ad affrontarne altri 120?” si e ci domanda anche Pietro Salini “Quali saranno i bisogni del futuro? E in che modo dobbiamo intervenire sui fattori critici per essere ancora un Paese che produce benessere e che lo distribuisce ai cittadini?”.

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Redazione

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