A Pompei è in arrivo la prima mostra d’arte contemporanea pensata ad hoc per gli scavi

Dodici opere in mostra, di cui dieci realizzate per l'occasione: così si presenta il progetto dell'artista Cerith Wyn Evans, che animerà gli spazi dell'Antiquarium di Boscoreale e Villa Regina

 Nato nel 2020 grazie al direttore generale dei musei Massimo Osanna e ad Andrea Viliani, direttore del Museo delle Civiltà di Roma, Pompeii Commitment. Materie Archeologiche è un progetto sperimentale e multidisciplinare che prende forma all’interno del Parco Archeologico di Pompei. L’obiettivo è quello di creare dei progetti espositivi ad hoc con artisti contemporanei, invitandoli a interfacciarsi e a relazionarsi con la storia di Pompei. 

Ad avviare il progetto è Pompeii Threondy, la mostra dell’artista Cerith Wyn Evans (Galles, 1958) pensata appositamente per gli spazi dell’Antiquarium di Boscoreale e Villa Regina, a cura di Andrea Viliani con Stella Bottai, Laura Mariano, Caterina Avataneo (e visibile dal 19 luglio 2025 all’11 gennaio 2026). L’esposizione intende esplorare la memoria, il tempo e la trasformazione, elementi centrali nell’opera dell’artista gallese. 

La mostra di Cerith Wyn Evans all’Antiquarium di Boscoreale

La mostra si compone di dodici opere, di cui dieci realizzate per l’occasione, creando un dialogo tra materia archeologica e immaginario contemporaneo. Nel percorso espositivo spicca una serie di fotoincisioni dedicate ai cipressi della piana del Sarno (evocando la dimensione geologica e memoriale del paesaggio vesuviano), a cui si aggiunge un’installazione luminosa ispirata al carro cerimoniale rinvenuto a Civita Giuliana, con il celebre palindromo latino IN GIRUM IMUS NOCTE ET CONSUMIMUR IGNI, “Andiamo in tondo nella notte e siamo consumati dal fuoco”.
Infine, un gruppo di lampade-scultura in forma di palme dorate allestite nel patio dell’Antiquarium, in dialogo con l’architettura e la vicina Villa Regina.

L’arte contemporanea entra nella collezione permanente del Parco Archeologico di Pompei 

Il progetto non si “limita” a organizzare progetti espositivi all’interno del Parco Archeologico di Pompei: alcune delle opere commissionate entreranno a far parte della collezione permanente. In questo caso, le fotoincisioni e l’installazione luminosa saranno acquisite dall’istituzione, arricchendo il percorso di interazione tra archeologia e arte contemporanea. 

Pompei e il contatto diretto con gli artisti contemporanei 

“C’è una Pompei di Goethe, di Le Corbusier, dei Pink Floyd, che non perde occasione di avere un contatto diretto con gli intellettuali contemporanei. Pompei non è solo il grande sito archeologico che conosciamo – che attira milioni di turisti ogni anno, dove pagare un biglietto e ammirare la magnificenza –, ma anche un luogo dove ogni giorno si fa ricerca, e non solo nella conservazione e tutela del patrimonio”, così rispondeva Andrea Viliani in un’intervista su Artribune. “Qui coesistono architettura, ingegneria, informatica, sicurezza e biotecnologie applicate alla tutela di un patrimonio culturale immerso in un ambiente naturale. Un luogo di straordinaria sperimentazione nella contemporaneità delle pratiche: qui la fragilità è trasformata in un’occasione di manutenzione programmata costante, che è la linea di indirizzo e investimento su cui punta la direzione generale musei. Mantenere un patrimonio significa non doverlo salvare in caso di pericolo, ma tenerlo reattivo”.

Valentina Muzi

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

Scopri di più