
È un libro dinamico, vitale e immersivo, quello curato da Luca Pietro Nicoletti per Silvana editoriale, che, letteralmente, cattura, attrae, fagocita il lettore. Si tratta di Enrico Crispolti. Bibliografia ragionata 1951-2018, volume pubblicato in forma di omaggio al grande storico dell’arte contemporanea (Roma 1933 – 2018). Un tributo, un riconoscimento storiografico, tutt’altro che paludato, costruito in forma di pendant al catalogo ragionato di un artista. Strumento di lavoro prezioso quest’ultimo di cui lo storico romano è stato, da molti punti di vista, maestro sul fronte dei contributi alla storiografia dell’arte contemporanea. Basterà citare, tra i molti titoli, i cataloghi di Enrico Baj, Vittorio Corona, Lucio Fontana, Renato Guttuso, Mattia Moreni, Sergio Vacchi, per dare contezza dell’ampio raggio di interesse dello studioso.
Il libro sullo storico dell’arte Enrico Crispolti: un manuale prezioso
La pubblicazione è, dunque, la prima bibliografia ragionata del lungo, quanto intenso, lavoro di didattica e di studio svolto nell’arco di circa sessanta anni di attività; non tuttavia, come sarebbe lecito supporre, la conclusione di percorso ma l’ “espressione”, per citare le parole di presentazione al volume di Livia Crispolti, di “un nuovo inizio”. Ne risulta un mezzo prezioso per leggere, rileggere e contestualizzare il ruolo e il pensiero dello studioso. Un libro destinato ad avviare rinnovati percorsi di riflessione nel dibattito della storiografia contemporanea, con una particolare attenzione alle generazioni più giovani. Un’intenzione condivisibile, perché coglie in pieno lo spirito, il pensiero e il fare di Enrico Crispolti, che fa della bibliografia ragionata una sorta di libro in forma di ritratto. Un ritratto fatto di testi, immagini, suoni che coniuga la solidità dell’impianto con il tentativo di restituire a chi non lo ha conosciuto, i tratti dell’entusiasmo e della sua personalità. Questo grazie al raggiungimento del difficile equilibrio tra creatività e rigore pur nulla togliendo alla scientificità della pubblicazione.

La grafica e gli apparati del nuovo libro su Enrico Crispolti
Il volume, inoltre, incorpora ciò che è sempre presente negli inventari analitici degli archivi o nelle bibliografie ragionate delle personalità di cultura, contenendo molti punti di vista che offrono al lettore, anche non specialista, percorsi differenziati. Il libro, dunque, è “tanti libri” insieme, pur mantenendo un’impronta riconoscibile che non confonde il lettore ma lo sollecita. Questo non solo grazie ad una veste grafica accurata, quanto raffinata, e a un apparato d’immagini che di per sé diviene fonte eloquente, come si addice ad una pubblicazione sul lavoro e sul pensiero di uno storico dell’arte, ma, soprattutto, in virtù dell’assunzione di responsabilità critica del curatore. Consistente e prezioso è l’indice analitico redatto da William Cortés Casarrubios, fatto di nomi, luoghi, sedi editoriali ed altro. Complice il lavoro di squadra evidente e dichiarato nel testo che l’autore ha intrecciato con l’Associazione Archivio Enrico Crispolti Arte Contemporanea APS e, in particolare, con le eredi dello studioso, la moglie Emanuela Crescentini Crispolti e la figlia Livia, che hanno affrontato con competenza e azzardo sin dalla morte di Enrico, un aspetto fondamentale negli studi sugli ateliers, le biblioteche, gli archivi e le case degli artisti e delle personalità di cultura. Ossia la necessità di mantenere la memoria, evitare la dispersione delle carte e dove presenti delle opere, garantirne la fruibilità ma non congelare nel tempo, come se fosse un calco, l’immagine e il ricordo della persona a cui è dedicato. Una necessità, un obiettivo su cui lo studioso stesso invitava a riflettere.
La “biblioteca-archivio” di Enrico Crispolti
Il libro rispecchia un’impostazione in linea con le tendenze più aggiornate sia della museologia sia dell’archivistica contemporanea, che fanno degli archivi di persona spazi che attraverso il passato parlano al nostro tempo, inglobandone le modificazioni e le alterità. L’archivio, quindi, come luogo dinamico, come motore generatore di cultura. Ogni archivio, inoltre, ci consegna, se sappiamo leggerlo, la dimensione della convinzione, da parte di chi lo ha realizzato, della possibilità di affidare alla posterità l’immagine intangibile della propria opera. La casa, lo studio, la biblioteca, il luogo di lavoro e spesso anche di vita, possono dirsi, così, il prolungamento della personalità, dei gusti di chi lo ha abitato. Questi vanno visti, pur nel rischio di semplificare, non solo come hortus conclusus dove poter lavorare, ma come spazi mentali certo intimi eppure, al di fuori di ogni preziosismo, proiettati al futuro. Lo studio-archivio diviene spazio, per antonomasia, in forma anche intuitiva, di autopromozione. Un luogo del fare – per tornare alla biblioteca-archivio di Enrico Crispolti – aperto generosamente ad artisti, studiosi, giovani ricercatori, studenti; uno scrigno celebre per i materiali documentari accumulati e conservati nel tempo. Essa è stata, come ancora oggi è, un motore generatore di eventi nel tessuto della capitale.

La figura di Enrico Crispolti nel nuovo libro
Alla luce di queste evidenze e scorrendo le riflessioni di Luca Pietro Nicoletti, appare ancora più sorprendente l’incomprensione da parte di molti addetti ai lavori, negli anni passati, del versante legato all’attività di critico militante di Enrico. Certo, la storia della storiografia e della ricezione insegnano che esiste un tempo, anche lungo, di assimilazione, di assorbimento, soprattutto quando si è di fronte a pensieri innovativi e spesso controcorrente. Ne consegue che le riflessioni di Nicoletti, unitamente alle interviste allo studioso presenti in catalogo (di Elisa Salvatori Vincitorio e Marco Tonelli), confermano che si è di fronte ad una figura intellettuale solida, forte, ben strutturata e autonoma sul piano culturale. Un libero pensatore, spesso critico nei confronti di quello che, pur semplificando, si definisce come il sistema mainstream. Il libro avrebbe, forse, dovuto soffermarsi con maggiore contezza – in considerazione del suo magistero sia come docente sia come Direttore della Scuola di Specializzazione in Archeologia e Storia dell’Arte dell’Università di Siena – sulle collaborazioni e i contributi del “drappello” delle allieve.
Gli innovativi contenuti audio del libro
In sintesi, questo libro è uno strumento utile per gli storici dell’arte contemporanea e da cui emergeranno preziosi indizi per ulteriori approfondimenti e ricerche. Il suo aspetto immersivo risucchia il lettore perché scardina il confine tradizionale della lettura creando diversi livelli temporali attraverso il cartaceo, l’immagine e il sonoro. Grazie ai QRcode, cui si ricorre diffusamente nel testo, questo si amplia attraverso immagini e suoni, e persino con il parlato dello studioso. Un vero e proprio archivio del sonoro che ci consegna, tramite il digitale, alcune lezioni e interviste rilasciate negli anni da Enrico Crispolti. Tale aggiunta del sonoro in un testo di critica d’arte va salutata come una proposta originale e non fine a sé stessa. Questo perché la scelta di integrare il parlato nel testo e nelle immagini presenti nel volume apre, sul versante critico, altri interessanti orizzonti rendendo, inoltre, iva la figura dello studioso. Le lezioni, le riflessioni di Enrico Crispolti, in rispetto di quella proiezione al futuro che ho evidenziato, entrano a far parte delle voci dei parlanti del secolo appena finito. Ma non solo: la voce di Enrico Crispolti, ovvero del parlante, e i suoi contenuti, fanno della pubblicazione un vero e proprio libro oggetto – libro opera nell’accezione cara all’arte e della letteratura del Novecento e destinato, forse, a modificare, grazie a quella che tecnicamente si definisce estensione digitale, la tipologia del libro di storia dell’arte contemporanea.
Da ciò sembra trasparire che – nella progettazione di questo progetto editoriale – siano confluiti, come libera circolazione delle idee e della creatività, il Libro imbullonato di Fortunato Depero, l’eco non troppo lontana di alcune poetiche del futurismo, e le riflessioni sullo spazio barocco di Lucio Fontana. Un mondo da esplorare che richiederà supplementi di indagine e controperizie.
Gabriella De Marco
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