A Catanzaro nasce una nuova rassegna dedicata alla videoarte e al cinema. Il programma
Proiezioni e mostre animeranno gli spazi del Complesso Monumentale del San Giovanni. Un progetto culturale che, fino a novembre, esplorerà i linguaggi del contemporaneo con workshop e incontri

Inaugurato nel 1998, il Complesso Monumentale del San Giovanni in Piazza Garibaldi, a Catanzaro, è tra i più importanti poli culturali della città.
Oltre a ospitare progetti espositivi ed eventi, il polo sarà la sede di Catanzaro Contemporanea, la nuova rassegna dedicata alla videoarte e al cinema che animerà la città dal 4 al 6 luglio 2025 con mostre, incontri, proiezioni e visite guidate al Parco Internazionale della Biodiversità e al Museo e Parco Archeologico Nazionale di Scolacium.
Ideato e curato da Francesco Vaccaro, il festival intende indagare i linguaggi del contemporaneo con una tre giorni ricca di eventi, per poi proseguire con workshop e momenti di approfondimento con personalità di spicco del settore culturale, fino al mese di novembre.











La prima edizione di “Catanzaro Contemporanea”: il programma
Si parte il 4 luglio con l’inaugurazione di Vidìmu, la mostra dedicata alla videoarte italiana contemporanea curata da Claudio Libero Pisano che riunisce i lavori di Sonia Andresano, Elisabetta Benassi, Bruna Esposito, Iulia Ghita, Myriam Laplante, Raffaela Mariniello, Marzia Migliora e Fiamma Montezemolo. Visitabile sino al 31 luglio negli spazi del Complesso del San Giovanni, la mostra presenta una pluralità di sguardi che attraversano tematiche politiche, sociali e personali.
Nell’ambito della rassegna prende forma anche Artecinema a Catanzaro (realizzata in collaborazione con Artecinema Napoli), tra i più autorevoli festival internazionali di film sull’arte contemporanea, nato nel 1996 e diretto da Laura Trisorio. Per la prima volta in Calabria, Artecinema porta nel cortile del San Giovanni Arte Povera. Appunti per la storia, di Andrea Bettinetti e Daniel Buren. L’Observatoire de la lumière à la Fondation Louis Vuitton di Gilles Coudert; Renzo Piano. L’architetto della luce di Carlos Saura (rispettivamente visibili venerdì 4 luglio alle 20.30 e sabato 5 luglio alle 20.00).

Il programma di incontri di “Catanzaro Contemporanea”
La rassegna comprende anche Conversazioni, ovvero un ciclo di incontri pubblici con curatori, artisti, architetti e teorici, pensato come spazio di dialogo e confronto sui temi dell’arte e della progettazione. Il programma prende forma venerdì 4 luglio alle 19.00 con La curatela come atto poetico con Chiara Bertola, curatrice della GAM – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino e Michela Alessandrini, storica dell’arte e curatrice presso la Fondation Cartier di Parigi. Moderato da Francesco Vaccaro, curatore di Catanzaro Contemporanea, il dialogo pone l’attenzione sul ruolo della curatela come forma narrativa, gesto relazionale e strumento di ascolto. Mentre, sabato 5 luglio, alle 19.00, è atteso“La luce si fa spazio”, un dialogo tra Gregorio Botta, artista noto per il suo lavoro sul vuoto, la trasparenza e la materia impalpabile, e Luca Galofaro, architetto, docente e fondatore dello studio LGSMA, moderato da Mara Varia, vice presidente della Fondazione Architetti di Catanzaro. L’incontro intende indagare il rapporto tra luce, forma e materia, esplorando come lo spazio possa diventare esperienza sensibile e dimensione simbolica.

Vidìmu: un invito a considerare una nuova modalità di sguardo
“La storia dell’arte ha raccontato uno stato d’animo attraverso un paesaggio, ma il secolo breve ha saputo dire che un albero può non essere soltanto un albero e ha sancito la necessità di uno sguardo irregolare, mai univoco”, spiega il curatore Claudio Libero Pisano nel suo testo di accompagnamento alla mostra Vidìmu. “Chi guarda ha un ruolo nel dare senso e continuità all’opera. Le immagini possono essere interpretate e ognuna fornisce più opzioni. Le opere video presuppongono un patto di fiducia con l’artista che consente di lasciarsi condurre, consapevoli che un inizio rassicurante può non corrispondere alla conclusione attesa, mentre un’immagine formalmente perfetta può suggerire pensieri che raccontano ciò che non appare in superficie”.
Valentina Muzi
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