I sei progetti candidati per la Capitale italiana dell’arte contemporanea 2027. Assente il Sud, non si scende oltre il Molise
Nel 2026 spetterà a Gibellina il compito di battezzare l’iniziativa indetta nel 2024 dal Ministero della Cultura, che intanto annuncia le candidature – in calo – per l’edizione 2027. Coinvolti 8 Comuni d’Italia, il progetto vincitore sarà proclamato alla fine di ottobre 2025

Da quando è stata indetta, l’iniziativa per proclamare una Capitale italiana dell’arte contemporanea, che resti in carica per la durata di un anno sul modello della Capitale italiana della Cultura, ha prodotto una sola vincitrice certa: Gibellina.
Cos’è la Capitale italiana dell’arte contemporanea
Nel 2026, la cittadina siciliana inaugurerà infatti il progetto promosso dal Ministero della Cultura dell’ex ministro Gennaro Sangiuliano per “costruire il passato del futuro” valorizzando realtà territoriali decentralizzate attraverso l’arte contemporanea. Con l’obiettivo non secondario di promuovere circuiti turistici alternativi, approfondendo le specificità e le potenzialità di città ingiustamente considerate “minori”. Votata all’unanimità, Gibellina è stata scelta come apripista per la sua peculiarità più spiccata: la capacità di essere insieme una città opera e una città da abitare. E il prossimo anno le spetterà anche il compito di far dimenticare la pessima gestione di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025, nella cui provincia Gibellina ricade.

Le città candidate per la Capitale italiana dell’arte contemporanea 2027
Nel frattempo, però, si guarda già al 2027, con l’ufficializzazione dei sei progetti che parteciperanno alla selezione della Capitale italiana dell’arte contemporanea 2027. Avendo la possibilità di partecipare singolarmente o in forma aggregata, i Comuni che hanno inviato la propria candidatura sono 8 (nel 2024, per l’edizione del 2026, le candidature erano state ben 23: che sia già scemato l’interesse per l’iniziativa?): Alba (CN), Chioggia (VE), Foligno e Spoleto (PG), Pietrasanta (LU), Termoli (CB), Varese e Gallarate (VA). Grande assente il Sud – non si scende oltre il Molise – tra le candidature per il 2027 spicca il ritorno di una delle cinque finaliste della precedente edizione (Gallarate, stavolta in tandem con il suo capoluogo di provincia).
I dossier presentati, che illustrano i diversi progetti culturali della durata di un anno comprensivi della descrizione delle attività previste e del relativo cronoprogramma, saranno ora valutati da una giuria composta da cinque esperti selezionati dal Ministero, che selezionerà i Comuni finalisti entro il 15 settembre 2025. I rappresentanti dei Comuni selezionati saranno poi convocati, entro il 15 ottobre 2025, a un’audizione pubblica durante la quale potranno presentare e approfondire i rispettivi dossier. La proclamazione della Capitale italiana dell’arte contemporanea 2027 è prevista entro il 30 ottobre 2025 e il progetto vincitore riceverà dal Ministero della Cultura un contributo di 1 milione di euro per la realizzazione degli interventi previsti dal progetto di candidatura.

I 6 progetti candidati a Capitale italiana dell’arte contemporanea 2027
Alba si presenta all’appello con il dossier intitolato Le Fabbriche del vento, dall’opera omonima dell’albese Pinot Gallizio, che “evoca un paesaggio in cui l’arte non si deposita, ma si propaga”. La candidatura coinvolge non a caso più Comuni, estendendosi al territorio patrimonio Unesco dei paesaggi vitivinicoli delle Langhe-Roero e del Monferrato e tra i principali obiettivi pone la creazione di una Biennale delle Langhe, la cui prima edizione dovrebbe prendere vita proprio nel 2027. Chioggia si presenta, invece, come Porto delle arti contemporanee, con il dossier arricchito da una call for ideas rivolta nelle scorse settimane ad artisti, curatori e associazioni culturali del territorio. Foligno-Spoleto in Contemporanea è il titolo del progetto che mette insieme le sue cittadine umbre già fulcro di molte iniziative culturali della regione. Un’alleanza che poggia su una storia consolidata di sperimentazione artistica, che ha reso i due territori laboratori di ricerca e produzione culturale di rilevanza internazionale fin dalla seconda metà del Novecento (si ricordino, a tal proposito, Sculture nella città a Spoleto, nel 1962, e Lo spazio dell’immagine a Foligno nel 1967).
In Toscana, dopo l’arrivo in finale di Carrara per il 2026, è il momento di Pietrasanta, con il dossier Essere arte. O dell’umanità dell’arte, che si articola intorno a cinque le linee progettuali portanti: la rigenerazione socio-culturale dell’ex Cooperativa di consumo; un evento internazionale di scultura contemporanea; la creazione e gestione di un sistema di ospitalità diffusa per artisti; la promozione di percorsi formativi per under 20, che coniughino arte e benessere; lo sviluppo del brand “Pietrasanta Città dell’arte contemporanea” attraverso gli strumenti della comunicazione integrata.
Mente le Traiettorie contemporanee proposte da Termoli vogliono valorizzare il consistente patrimonio materiale e immateriale di arte contemporanea della città costiera e, con esso, l’identità culturale dell’intero territorio regionale, con specifica attenzione alle zone interne e alle fasce più giovani della popolazione, attraverso una candidatura sostenuta fortemente dalla Regione Molise.
Gallarate e Varese proveranno ad avere la meglio con il dossier Oltre il giardino. Traiettorie armoniche fra arte, industria e paesaggio, progetto sviluppato grazie a una collaborazione profonda tra due città storicamente complementari.
Livia Montagnoli
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