Una cartoleria speciale fa impresa sostenendo l’arte e l’ambiente. La storia di Arbos

Da quasi 40 anni Arbos si occupa di cartoleria sostenibile e si definisce come un’azienda creativa capace di intessere relazioni e interscambi con designer e artisti, ma anche istituzioni come il MUSE e il FAI. Abbiamo parlato con il fondatore Sergio Paolin


Arbos è nata nel 1988 e lo stabilimento si trova a Solagna, in Valbrenta, vicino a Vicenza”, ci racconta il fondatore della compagnia Sergio Paolin, “perché avevo il desiderio di realizzare prodotti di cartoleria che fossero belli e curati, ma in materiale riciclato. D’altronde la carta”, continua, “è un materiale creativo di natura che racconta una storia, in special modo quella riciclata che viene trasformata per dare vita a nuovi prodotti come taccuini che vengono utilizzati per schizzi, appunti o raccolte di pensieri”.

La storia di Arbos

Dai racconti di Paolin si percepiscono i timori del passato di molte persone che sentendo il termine ‘riciclato’ erano quasi impaurite pensando che fosse sinonimo di “sporco” e poco affidabile. “Ci sono voluti anni per educare il grande pubblico” continua Paolin, “e per sensibilizzarlo sul tema di materiali riciclati e siamo felici di aver fatto la nostra parte. Arbos è stato un pioniere in Italia per quanto concerne la carta riciclata. Oggi ci siamo specializzati anche nel riutilizzo del cuoio, della stoffa e della cartapaglia”. D’altronde fin dalla scelta del nome l’intento è ben chiaro: Arbos deriva da albero e il logo è quello di una foglia trovata e raccolta dal fondatore, che tutt’oggi viene conservata nel loro stabilimento.

FAI Arbos negozio Olivetti
FAI Arbos negozio Olivetti

La filosofia di Arbos

La loro filosofia si basa sulle 3R: rispetto per l’uomo, con il riconoscimento dei diritti di ogni lavoratore, rispetto per l’ambiente e la ricerca del bello. Proprio per il loro impegno, Arbos, ha ottenuta la certificazione B Corp il che significa che l’azienda rispetta gli standard di tutela ambientale ed equità sociale generando per i propri stakeholder più valore di quanto ne acquisisca dall’ambiente circostante. Anche la scelta della location dello stabilimento di Solagna, non è stata fatta a caso, ma si tratta di una riqualificazione di un’ex discarica e di due fornaci a calce, una vera sfida sociale ed ecologica.

Arbos e le collaborazioni con i musei

Da anni abbiamo iniziato diverse sinergie con gli enti museali”, aggiunge Paolin, “ma non è stato facile all’inizio, perché gli enti culturali avevano il timore che la loro immagine venisse strumentalizzata. Fortunatamente c’è stato un ricambio generazionale e dal 2010 abbiamo visto sempre una maggior apertura, tanto che abbiamo intrapreso una collaborazione con il MUSE con la creazione di una linea di taccuini dove veniva legato indissolubilmente il nostro nome al loro”. Infatti, all’interno di ogni quaderno, è riportato che l’ente museale sceglie Arbos per il suo impegno sulla sostenibilità.

“Infine”, conclude il fondatore, “abbiamo iniziato una collaborazione con il FAI, la Rete museale di Massa Carrara, Musei reali di Torino e il Museo Ebraico di Venezia, ma anche siamo stati i primi a creare il merchandising per l’università di Padova. Per tutti abbiamo realizzato delle collezioni ad hoc di taccuini, quaderni e accessori capaci di raccontare l’identità di ogni spazio, piccoli souvenir con un valore sociale oltre che culturale capace di estendere l’esperienza museale anche all’esterno e per incuriosire il pubblico”.

Arbos
Arbos

Le collezioni di Arbos con designer e illustratori

“Arbos”, conclude Paolin, “vuole superare quel concetto di mecenatismo passivo delle arti, per diventare parte attiva di un processo creativo creando link fondamentali con il mondo del design e degli artisti coinvolgendoli come interlocutori alla pari per costruire insieme un nuovo modo di fare impresa, creando oggetti di consumo e progettando nuove soluzioni, ma dall’alto valore simbolico. Queste interazioni per noi sono fondamentali e diventano una fucina per la creazione di nuove idee che permettono di rinnovarci e creare le fondamenta per un nuovo modello di business fondato su un sempre crescente valore culturale basato sulla qualità e sull’innovazione”.

Alcuni esempi? La collezione Comics con le short story di Milo e Poledo pensata dai graphic deisgner Silke de Vivo, dove sulla copertina vengono raccontate pillole di vita quotidiana sfruttando l’elastico di chiusura come strumento narrativo, oppure “LIGO il quaderno geniale” realizzato non utilizzando colla, graffette, ma rilegato tramite un cartoncino che funge anche da portapenna e più facilmente riciclabile.

Valentina Poli

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Valentina Poli

Valentina Poli

Nata a Venezia, laureata in Conservazione e Gestione dei Beni e delle Attività Culturali presso l'Università Ca' Foscari di Venezia, ha frequentato il Master of Art presso la LUISS a Roma. Da sempre amante dell'arte ha maturato più esperienze nel…

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