Anticipazioni sulle opere più ambiziose che saranno in vendita alla fiera Art Basel 2025
È tempo della nuova edizione svizzera di Art Basel, la fiera più importante del mondo per l'arte moderna e contemporanea. E al mondo, che oscilla tra incertezza e prudenza, le gallerie rispondono con ottimismo e con le migliori opere sul mercato

Si avvicina la partenza di Art Basel a Basilea, pronta ad aprire al pubblico dal 19 al 22 giugno 2025, e, ancor di più, a collezionisti e addetti ai lavori nelle giornate di anteprima dal 16 al 18 giugno. Dopo le prime anticipazioni su cosa possiamo aspettarci quando saremo tutti a Basilea, tra nuove commissioni e installazioni artistiche diffuse in città, sui nuovi Art Basel Award e su tutte le fiere che vanno a corredo dell’ammiraglia, andiamo a guardare più da vicino quali sono le opere più muscolari offerte in vendita dalle più grandi gallerie internazionali e i progetti espositivi delle gallerie italiane che incontreremo nei corridoi della Messe di Herzog & De Meuron. In un momento in cui è più che utile del sano ottimismo sulla tenuta del mercato dell’arte.
Tutte le opere più preziose di Art Basel 2025 a Basilea
“A Basilea, le gallerie si impegnano al massimo per presentare le opere più ambiziose”, ha commentato la direttrice Maike Cruse, che continua: “E noi ci assicuriamo di offrire eventi di primissima qualità”. Se c’è qualche espositore che quest’anno ha sorprendentemente deciso di non essere a Basilea, sono altissime le presenze del 2025 per un totale monster di 291 gallerie, 4 in più dell’anno scorso. A conferma che per molti operatori Art Basel resta un appuntamento centrale, nell’agenda e nei fatturati dell’anno, tanto da riservarle le opere più “ambiziose”, attrattive e costose, che richiedono interlocutori più che qualificati. È il caso di Migration di Phillip Guston del 1978, proveniente da una collezione privata e in vendita da Hauser & Wirth per $7,5 milioni. O, di mega-galleria in mega-galleria, di un lavoro del 1963 di Helen Frankenthaler, fresco sul mercato e appartenente alla Fondazione dell’artista, Evil Spirit, che da Gagosian costa intorno ai $5 milioni.
I collezionisti alla ricerca di opere di qualità e di valori duraturi
Con prezzi intorno ai 3-4 milioni, Frankenthaler sarà anche allo stand di Pace Gallery, dove però l’opera più costosa è Homme à la pipe assis et amour di Pablo Picasso con una richiesta di $30 milioni, mentre potrebbero volercene tra i 15 e i 20, di milioni, per un lavoro di Joan Mitchell del 1957-’58. “Stiamo assistendo al ritorno a un collezionismo informato e intenzionale”, ha segnalato alla fiera il presidente di Pace, Marc Glimcher, che aggiunge: “Non si tratta più solo di ciò che è nuovo, ma di ciò che dura”. Ancora sul versante grandi maestri e valori di fascia alta, Thaddaeus Ropac schiera, tra gli altri, Georg Baselitz con il dipinto del 1968, Drei Hundre aufwärts, intorno ai $3,4 milioni, e uno del 2012, Hier jetzt hell, dort dunkel dunkel, per circa $2 milioni. “Un capolavoro”, secondo Ropac, con “una speciale risonanza con la città di Basilea”, perché ispirato all’opera di Otto Dix The Artist’s Parents II, esposto al Kunstmuseum Basel. All’artista tedesco spetterà anche il compito di inaugurare, in una mostra bi-personale con Lucio Fontana, la nuova galleria Ropac a Palazzo Belgioioso a Milano. Sempre in relazione a mostre e istituzioni in città, fulcro dello stand di Acquavella sarà invece Long Ocean #3, un grande lavoro a grafite di Vija Celmins, protagonista di un’importante esposizione alla Fondazione Beyeler. Il prezzo non è stato dichiarato, così come non è noto, da David Zwirner, quello di Magdalena, un dipinto di Marlene Dumas, fresca di record da Christie’s come la più costosa artista donna vivente. Focus dedicato a Louise Bourgeois e Jannis Kounellis, invece, da Karsten Greve, insieme agli altri artisti della scuderia, con 13, tra opere su carta e sculture, della prima (con prezzi da €70.000 a 1-3 milioni), e 7 del secondo (range di prezzi tra €400.000-2 milioni).







Le gallerie italiane ad Art Basel 2025 a Basilea
Lasciando poi da parte per un momento le mega-gallerie globali, concentriamoci invece sulla pattuglia italiana, che arriva numerosa nei corridoi di Art Basel. Sulle 291 gallerie che parteciperanno all’edizione 2025 di Art Basel sono infatti circa una ventina quelle italiane, dalle più giovani al debutto agli operatori più consolidati, distribuite nelle diverse sezioni della fiera. Partecipa per la prima volta ad Art Basel a Basilea la galleria milanese Fanta-MLN, che fino all’anno scorso esponeva alla fiera Liste e al suo attivo ha però due partecipazioni all’edizione parigina di Art Basel. E per l’occasione, nella sezione Statements, punta su un duo di artiste svizzere, Michèle Graf & Selina Grüter, classe 1987 e 1991, e sulle loro più recenti sculture. Dalle artiste emergenti a quelle storiche, nella sezione Feature, la galleria M77 ha un progetto espositivo intitolato Light Years Ahead, che mette in valore il lavoro pionieristico di Grazia Varisco e Nanda Vigo. Attraverso una selezione di opere degli Anni Sessanta si prova a esplorare il contesto socio-culturale in cui entrambe hanno lavorato e a intercettare analogie e intersezioni tra le due pratiche. Nella stessa sezione espone anche la galleria bergamasca Thomas Brambilla, che, in collaborazione con la Giorno Poetry System Foundation, dedica uno stand monografico all’artista e poeta americano John Giorno e ai suoi Vinyl Paintings, una serie limitata realizzata in Italia negli anni Ottanta e prodotta con il rinomato editore e mecenate Francesco Conz a Udine.
Gli espositori italiani della sezione principale Galleries di Art Basel 2025
Tante poi le presenze italiane anche nella sezione principale, Galleries, dove da Mazzoleni e Tucci Russo a Minini, da Continua a Noero e Raffaella Cortese, tante sono le proposte di arte italiana e internazionale che vedremo alla Messe di Basilea questo giugno. Si focalizza sui grandi maestri italiani del Novecento il progetto Theatre as a Place for Art la galleria Mazzoleni, con uno spazio immersivo scandito dai capolavori di Agostino Bonalumi e Alberto Burri, Giorgio de Chirico e Lucio Fontana, Piero Manzoni, Fausto Melotti e Salvo. L’installazione luminosa monumentale di Marinella Senatore We Rise by Lifting Others (2023), lunga 34 metri e con valori intorno ai 500.000 euro, sarà invece esposta nella sezione Untitled, dove Senatore è l’unica artista donna selezionata dal curatore Giovanni Carmine. E dove arriva anche, da Milano, Cardi Gallery, con Testimoni (2009) di Mimmo Paladino, un gruppo scultoreo di 20 figure in tufo, con un prezzo intorno ai $2,3 milioni e opzionato da un museo, e la presentazione condivisa dalle gallerie Giorgio Persano, Tucci Russo e Sprovieri di un Igloo di Mario Merz storico, Evidenza di 987, del 1978. Tornando nei corridoi della sezione principale della fiera, la Galleria Raffaella Cortese proporrà invece uno stand costruito attorno al tema dell’allontanamento. Tra le opere selezionate, Untitled (Die) (1992) di Roni Horn e l’installazione video-sonora Personal Accounts: Deinde Falase dell’artista sudafricana Gabrielle Goliath, che rende omaggio alla resilienza delle comunità emarginate e che abbiamo visto esposta alla 60ª Biennale di Venezia (2024). Di Anna Maria Maiolino saranno invece esposti alcuni dipinti della serie Ações Matéricas (Matter Actions), in cui è la gravità a guidare e determinare l’andamento della pittura, mentre in Claraplatz, per la sezione urban della fiera, Parcours, troveremo le altalene in bronzo di Francesco Arena.
Artisti italiani e internazionali negli stand delle gallerie italiane a Basilea
La Galleria Franco Noero utilizza, invece, la sezione Kabinett, che permette dei focus specifici all’interno dello stand espositivo, per presentare i nuovi dipinti neri a base di sale, nell’esplorazione di luce e materialità, di Pier Paolo Calzolari, che per la prima volta espone in questi giorni nella galleria torinese. Da Massimo Minini, per la fiera di Basilea, si ripropone la collaborazione originariamente concepita per lo spazio della galleria a Brescia in occasione della mostra del 2008 tra Peter Halley e Alessandro Mendini, con quattro nuovi dipinti del primo e gli interventi murali di Mendini. Da MASSIMODECARLO si mettono in luce i dialoghi tra artisti di diverse generazioni, con un focus particolare – ma non esclusivo – sui lavori di Jamian Juliano-Villani e Xiyao Wang, mentre Lenz Geerk sarà al centro di una mostra pop-up organizzata dalla galleria milanese alla Domushaus di Basilea, edificio icona del modernismo del Dopoguerra. La scommessa è comunque, per tutti gli espositori, sulla qualità, l’attrattività e il giusto prezzo delle opere esposte, contro una certa selettività della domanda d’arte, con il rallentamento reiterato delle transazioni e dei comportamenti d’acquisto dei collezionisti. Quella della fiera, in aggiunta, è di convincere sulla salute del mercato dell’arte e di questa tipologia di format, oltre che sull’essenzialità del presidio originario di Basilea, contro la concorrenza interna di Parigi e contro una certa stanchezza diffusa nell’industria dell’arte, che già anni fa – ma era il mondo prima del covid – aveva addirittura trovato un nome per la saturazione da eventi fieristici: fairtigue.
Cristina Masturzo
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