Enzo Cucchi in mostra a Tirana. La prima volta del grande artista italiano in Albania
Il progetto curato dal team Spazio Taverna e promosso dall’Istituto Italiano di Cultura a Tirana è allestito al COD, dal 5 giugno al 5 luglio 2025. In mostra alcune importanti opere storiche dell’artista e alcuni disegni inediti che raccontano il suo legame con le Marche e l’Adriatico

La prima volta di Enzo Cucchi (Morro d’Alba, 1949) in Albania per una mostra istituzionale dedicata alla sua lunga carriera si concretizza al COD (Centre for Openness and Dialogue) di Tirana, ed è frutto di una collaborazione tra l’Istituto Italiano di Cultura della capitale albanese e Spazio Taverna (Marco Bassan e Ludovico Pratesi), che cura il progetto.




La mostra di Enzo Cucchi al COD di Tirana
I soli di tutte le terre inaugurerà il prossimo 5 giugno, puntando a riunire alcune opere storiche dell’artista marchigiano che non si vedevano insieme da molto tempo, oltre a una serie di disegni realizzati per l’occasione. La mostra sarà visibile per un mese, fino al 5 luglio, e consentirà quindi al pubblico di ripercorrere le tappe più importanti nella produzione di Cucchi, a partire da importanti lavori degli esordi, provenienti da collezione privata, come Quadro santo (1980), Carro di fuoco (1981), Paesaggio barbaro (1983) e il monumentale Il miracolo della neve (1986), lungo oltre cinque metri. Tra le opere degli inizi, il percorso è aperto però dal piccolo Untitled, anche ribattezzato Piccolo personaggio marchigiano (come suggerisce una scritta tra parentesi), realizzato da Cucchi nel 1979, anno in cui compare per la prima volta il termine Transavanguardia, corrente di cui l’artista sarà tra gli esponenti più visionari.

Enzo Cucchi, le Marche e il disegno
Un focus è dedicato al rapporto dell’artista con le sue Marche – tema sotteso all’esposizione nel suo complesso – nella sezione che riunisce una serie di undici piccoli dipinti dedicati a diverse località (dunque paesaggi reali, dopo la sospensione metafisica della sezione precedente) di una regione che possiede, a detta di Cucchi, “tutta l’attualità di un’emozione che è necessaria a un artista”. La seconda parte della rassegna, invece, è dedicata al disegno, funzionale al punto da essere essenziale nella poetica di Cucchi, con una selezione che documenta la sua attività pluridecennale in tal senso, valorizzando, al contempo, quella “geografia tenera” – come spiega Pratesi nel recuperare una definizione di Giuliana Bruno – di cui l’artista si fa narratore, rappresentando una territorialità fatta di memorie, tradizioni popolari e usanze contadine.
Il dialogo tra Italia e Albania nella mostra di Cucchi al COD
Al centro di questo interesse c’è l’Adriatico, che separa – anzi, mette in dialogo – Italia e Albania: “Così l’arte di Cucchi arriva in Albania, portando il sole, i cipressi, la terra, i campi e le colline delle Marche, per condividere i soli mediterranei, che scaldano la terra e uniscono le due sponde dell’Adriatico, che Predrag Matvejević ha definito ‘il mare dell’intimità’, sotto il segno della pittura”, sottolineano Pratesi e Bassan.
La mostra al COD si propone, quindi, di istituire un parallelo tra i due Paesi: l’Italia degli Anni ’80 e l’Albania contemporanea, “entrambe attraversate da una simile tensione tra sacro e progresso, tra vita interiore e mondo globalizzato”, evidenzia Bassan.
Livia Montagnoli
I soli di tutte le terre
COD, Tirana
Dal 5 giugno al 5 luglio 2025
https://cod.al/en/
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