Apre a Londra il maxi museo-deposito del Victoria&Albert progettato da Diller Scofidio+Renfro

A poche settimane dal Leone d’Oro alla Biennale Architettura 2025, lo studio Diller Scofidio + Renfro svela l’attesissimo V&A East Storehouse, il “museo-deposito” che a Londra ridefinisce i confini della museografia. E da settembre accoglierà anche il David Bowie Centre

Un frammento di facciata dei Robin Hood Gardens, una cupola lignea del XV Secolo, la più grande opera di Picasso, un colonnato Moghul del XVII Secolo. Sono solo alcuni dei manufatti di grande scala che compongono la straordinaria e vastissima collezione a cui, da sabato 31 maggio, i visitatori del nuovo V&A East Storehouse avranno accesso come mai prima d’ora. Il deposito nasce infatti come costola dello storico Victoria & Albert Museum di South Kensington, museo di arti applicate e decorative fondato nel 1852, che custodisce un patrimonio sconfinato. Aperto al pubblico nel Queen Elizabeth Olympic Park di Londra, il nuovo museo-deposito è opera di Diller Scofidio + Renfro che, a poche settimane dal Leone d’Oro alla Biennale Architettura 2025, è tornato in Europa a presentare la sua ultima realizzazione. Nei 16mila metri quadrati dell’ex Centro Media e Broadcast delle Olimpiadi 2012, i maestri newyorchesi della museografia contemporanea hanno creato una straordinaria esperienza immersiva fra oltre mezzo milione di opere che abbracciano ogni disciplina creativa, dalla moda al teatro, dallo streetwear alla scultura, dalle icone del design ai pionieri della musica pop. In apertura il 31 maggio, sarà “un’esperienza culturale completamente nuova”, ha dichiarato Tim Reeve, Deputy Director e COO del V&A, “il vostro pass per il backstage del V&A!”.

A Londra il nuovo museo-deposito del V&A

Se il Depot del museo Boijmans di Rotterdam, firmato da MVRDV nel 2021, ha segnato uno spartiacque nella museologia moderna rendendo fruibili ai visitatori le sue 151mila opere d’arte, il V&A East Storehouse ne scrive un nuovo capitolo. Con un intervento di riuso adattivo che elimina ogni filtro tra pubblico e manufatti, il progetto londinese spinge ancora oltre la sperimentazione sul tema. Seguendo il suo celebrato approccio critico, DS+R ha ripensato le convenzioni della conservazione e dell’esposizione, ideando, nelle parole della fondatrice dello studio Elizabeth Diller, “né un magazzino né un museo, ma piuttosto un ibrido”.

Per dare forma alla sua visione, DS+R si è basato su due principi guida. “Negli edifici istituzionali”, ha proseguito l’architetta, “l’accesso diventa progressivamente più limitato man mano che ci si allontana dall’ingresso. Il V&A East Storehouse ribalta questa logica, adottando una struttura a tre anelli concentrici: al centro, uno spazio completamente aperto al pubblico; nell’anello intermedio, un archivio semi-privato; e infine, nella fascia più esterna, le aree riservate al personale, dove si svolgono le attività di conservazione e sono custoditi gli oggetti più delicati”. Per celebrare l’eterogeneità e la vastità della collezione del museo, lo studio ha scelto di abbandonare le logiche espositive tradizionali. “La collezione del Victoria & Albert Museum è incredibilmente eclettica” ha osservato la progettista. “Dove altro si possono trovare, uno accanto all’altro, armature, drappi di scena, scatole di biscotti, frammenti architettonici, pupazzi, ditali, lampadari, motociclette? Abbiamo deciso di abbandonarci al delirio delle strane tassonomie, dei supporti più disparati, delle dimensioni irregolari, dei molteplici materiali, delle geografie e dei periodi storici più vari”.

Il progetto del V&A East Storehouse di Londra secondo l’architetta Elizabeth Diller

A guidare questa visione, è stato il modello del Cabinet of Curiosities del XVI Secolo: collezioni private che accostavano oggetti bizzarri e meravigliosi in modo volutamente disordinato, generando stupore e meraviglia. “Queste due idee, la concentricità invertita e il Cabinet of Curiosities, si sono fuse all’interno dell’involucro esistente dell’edificio”, ha concluso Diller.

Dalla hall d’ingresso al livello della strada – un essenziale open space con sedute, armadietti, guardaroba e caffè – una scala attraversa le scaffalature del deposito fino a emergere nel centro del complesso, la Weston Collections Hall: una spettacolare corte coperta, alta 20 metri e illuminata con luce zenitale artificiale, attorno alla quale si affacciano tre livelli di scaffalature, le cui estremità ospitano 100 mini-display che trasformano i contenitori in dispositivi espositivi. Completa la meraviglia di questa wunderkammer una sezione del pavimento in vetro che permette di osservare i manufatti pesanti conservati nel livello inferiore del deposito.

DS+R, V&A East Storehouse © Hufton+Crow
DS+R, V&A East Storehouse © Hufton+Crow

Nel V&A East Storehouse a Londra aprirà anche il David Bowie Centre

Senza percorsi obbligati né barriere, i visitatori potranno lasciarsi guidare dalla curiosità, vagando liberamente tra gli scaffali colmi di opere che si snodano sui tre livelli dell’edificio, in un’esplorazione personale della collezione. Inoltre, con il servizio Order an Object, sarà possibile consultare online l’intero catalogo della collezione, selezionare fino a cinque pezzi e prenotare una visita al deposito per osservarli da vicino in una sala riservata del Centro Studi; mentre gli appuntamenti quotidiani di Object encounters offriranno a piccoli gruppi l’opportunità di scoprire oggetti sempre diversi selezionati dal team del deposito. Senza dimenticare le continue occasioni per osservare da vicino il lavoro quotidiano di un deposito. Il V&A Storehouse è infatti già in piena attività: al suo interno operano quattro studi di restauro multifunzionali, visibili attraverso ampie vetrate panoramiche; The Clothworkers’ Centre per lo studio e la conservazione dei tessuti e della moda, al lavoro sugli oltre 100mila articoli di moda, accessori e tessuti del V&A; mentre i team di Collections Care and Access sono costantemente impegnati nello spostamento e installazione di nuovi oggetti, nella preparazione di prestiti e nuove acquisizioni. E, se non dovesse bastare, il 13 settembre aprirà anche il David Bowie Centre, nuova sede dell’archivio del Duca Bianco.
Nel frattempo, il museo sarà aperto 7 giorni su 7, dalle 10 alle 18 (fino alle 22 tutti i giovedì e sabato), con ingresso gratuito. Chi visiterà il centro potrà godere anche del servizio di caffetteria e ristoro di e5, bakery tra le più apprezzate di Londra, che al V&A East Storehouse porterà l’offerta che l’ha resa celebre. Lo spazio di e5 Storehouse è stato progettato in collaborazione con il museo e ospiterà anche eventi e conferenze; la proposta si concentrerà su dolci per la colazione, pane, caffè, una linea di gastronomia per il pranzo.

Marta Atzeni

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Marta Atzeni

Marta Atzeni

Interessata alle intersezioni fra l'architettura e le arti, si è laureata in Architettura presso l’Università degli Studi Roma Tre con una tesi teorica sui contemporanei sviluppi delle collaborazioni fra artisti e architetti. Collabora con l’AIAC nell’organizzazione di eventi, mostre e…

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