Londra e l’arte pubblica. Installazioni site specific nei quartieri popolari, interagendo con gli spazi del quotidiano. È il progetto di Frieze per le Olimpiadi. Oltre alla fiera c’è di più

Non solo l’art fair londinese per eccellenza. Frieze è anche una  fondazione che si occupa di conferenze, progetti, musica, film, educazione, promozione di nuovi artisti. E che quest’anno, in connessione con CREATE e il London 2012 Festival, grande programma di eventi culturali che accompagna le Olimpiadi e le Paraolimpiadi, ha dato vita al primo progetto […]

Non solo l’art fair londinese per eccellenza. Frieze è anche una  fondazione che si occupa di conferenze, progetti, musica, film, educazione, promozione di nuovi artisti. E che quest’anno, in connessione con CREATE e il London 2012 Festival, grande programma di eventi culturali che accompagna le Olimpiadi e le Paraolimpiadi, ha dato vita al primo progetto non direttamente connesso alla fiera: Frieze Projects East, a cura di Sarah McCrory della Frieze Foundation.
Sei artisti sono stati incaricati di creare delle opere site-specific per i quartieri che ospitano gli eventi olimpici, tutti rigorosamente nella zona est di Londra: Barking e Dagenham, Greenwich, Hackney, Newham, Tower Hamlets e Waltham Forest. Ognuno ha risposto in maniera diversa, ma provando sempre a interagire con la comunità locali. Il risultato? Un progetto che porta l’arte in quartieri popolari, normalmente esclusi dai circuiti di settore, e solo di recente in via di riqualificazione, grazie anche ai mega eventi sportivi del 2012.
Visitare con un’unica ricognizione tutte le installazioni on è impresa semplice, viste le distanze che le separano l’una dall’altra; e se alcune sono piuttosto nascoste, altre dominano aree pubbliche affollate e altre ancora si mimetizzano con gli spazi frenetici del quotidiano.

KlausWeber3 Londra e l’arte pubblica. Installazioni site specific nei quartieri popolari, interagendo con gli spazi del quotidiano. È il progetto di Frieze per le Olimpiadi. Oltre alla fiera c’è di più

Klaus Weber, Sandfountain, 2012

Così, Sarnath Baneriee invade i cartelloni pubblicitari delle strade dell’Est End e le pagine dei giornali locali con il ciclo di ironiche illustrazioni Gallery of losers (Non-performers, Almost-winners, Under-achievers, Amost-made-its): uno sguardo sarcastico sulle illusioni di successo degli atleti e sul divario tra le loro ambizioni e la vita vera. Can Altay gioca invece a interagire in maniera tattile con gli abitanti di Waltham Forest, che, aprendo le porte dei soliti edifici, si trovano inaspettatamente a maneggiare strane maniglie-sculture tondeggianti a specchio. Anthea Hamilton e Nicolas Byrne scelgono i suggestivi spazi di una vecchia piscina in disuso dagli anni ’80 per Love, un insieme di sculture gonfiabili che si appropriano ironicamente dell’immaginario popolare, attribuendo allusioni sessuali e strambi riferimenti a opere d’arte celebri (da Robert Indiana a Rodin). A Greenwich Gary Webb dota un parco della colorata e funzionale Squeaky Clean, scultura pubblica e insieme gioco per bambini; Ruth Ewan, infine, coinvolge più di duecento partecipanti per un progetto ispirato ai Savoia (Liberties of the Savoy), mentre Klaus Weber edifica una surreale  fontana  (Sandfountain), in cui a scorrere e zampillare non c’è l’acqua ma una montagna di sabbia.

– Roberta Minnucci

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Roberta Minnucci

Roberta Minnucci

Si laurea in Lettere all’Università di Bologna con una tesi in Fenomenologia dell’arte contemporanea. Durante gli studi trascorre un anno all’estero all’Université Le Mirail di Toulouse (Francia) e a Bologna svolge un tirocinio nella Fondazione Federico Zeri ed un altro…

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